Le recenti previsioni di recessione degli Stati Uniti sembrano destinate a fallire ancora una volta per il profilo economico del primo trimestre, in base all’attuale serie di nowcast del PIL del primo trimestre.
La produzione rimane sulla buona strada per rallentare nei primi tre mesi del 2024, ma non abbastanza da far rivivere gli avvertimenti di alcuni analisti secondo i quali una nuova recessione è vicina come scenario altamente plausibile.
La crescita del 1° trimestre dovrebbe aumentare del 2,3% (tasso annuo reale destagionalizzato), secondo il nowcast mediano del PIL per una serie di stime compilate da CapitalSpectator.com.
Il nowcast riflette un aumento sostanzialmente più contenuto rispetto al forte aumento del 3,3% del quarto trimestre, che a sua volta segna un calo rispetto all’aumento del 4,9% del terzo trimestre, secondo i dati pubblicati dal Bureau of Economic Analysis. (Nota: il BEA pubblicherà oggi la revisione del PIL del 4° trimestre).
La stima rivista di oggi per il 1° trimestre è leggermente diminuita rispetto alla precedente, ma per il momento non c’è ancora alcun segno che l’attività economica stia rallentando in misura tale da far pensare che l’espansione sia minacciata.
I dati delle indagini di questo mese dipingono un profilo relativamente positivo per l’attività economica statunitense.
“I primi dati PMI di febbraio indicano che l’economia statunitense ha continuato a espandersi a metà del primo trimestre, con una crescita del PIL annualizzato intorno al 2%”, afferma Chris Williamson, capo economista aziendale di S&P Global Market Intelligence.
“Sebbene la crescita del settore dei servizi si sia leggermente raffreddata, il settore manifatturiero ha registrato un gradito ritorno alla crescita, con la produzione industriale che è cresciuta al ritmo più veloce degli ultimi dieci mesi”.
Un altro sondaggio indica che il rischio di recessione è basso, secondo la National Association for Business Economics. Un nuovo sondaggio condotto tra i membri del gruppo prevede che gli Stati Uniti si espanderanno del 2,2% in termini reali quest’anno, rispetto alla previsione dell’1,3% di novembre.
Per alcuni economisti, il rischio economico è stato solo rimandato piuttosto che evitato. L’economista David Rosenberg, che dirige Rosenberg Research, afferma che:
“Non tutto sta venendo fuori come le rose, come la narrativa di consenso e i commenti della Fed vorrebbero far credere”. L’economista cita diversi segnali di allarme che potrebbero portare problemi nel corso dell’anno, tra cui la debolezza dei dati relativi all’edilizia residenziale, alla produzione industriale e alla spesa al dettaglio, emersi dagli ultimi aggiornamenti.
Non si può escludere un ulteriore rallentamento dell’economia, o peggio, ma al momento le probabilità rimangono favorevoli per prevedere che la prossima recessione degli Stati Uniti, definita dal NBER, non inizierà nel primo trimestre.
“La domanda principale è: qual è la possibilità di un atterraggio davvero negativo? Forse la crescita si attesterà un po’ sotto lo zero, ma diventerà profondamente negativa?”. Michael Schumacher, responsabile della strategia macro di Wells Fargo (NYSE:WFC), ha dichiarato alla CNBC. “Noi di Wells Fargo pensiamo che questa possibilità sia incredibilmente bassa a questo punto”.