Market Brief
Sull’onda dell’audizione di Janet Yellen di fronte alla Commissione Servizi Finanziari della Camera a Washington, gli operatori del forex hanno continuano a vendere l’USD, anche durante la seduta asiatica, perché la presidente della Fed ha pronunciato un discorso dai toni prudenti.
Secondo Yellen, la Federal Reserve ha ancora intenzione di aumentare gradualmente i tassi; tuttavia, la recente bufera sui mercati e l’incertezza sulle prospettive di crescita della Cina potrebbero pesare sulla crescita USA, se perdureranno a lungo.
Qualche giorno fa, anche il vice presidente della Fed Stanley Fisher aveva pronunciato un discorso cauto, ricordando che la politica della Fed continuerà a dipendere dai dati e che era troppo presto per dire se le attuali condizioni del mercato impediranno alla Fed di procedere nel suo ciclo di rialzo dei tassi. Ieri gli investitori si sono buttati sui titoli del Tesoro USA, facendo scendere i rendimenti, soprattutto dei titoli a scadenza breve.
I rendimenti del trentennale sono scesi di 10 punti base, al 2,49%, anche quelli dei decennali hanno ceduto 10 punti base, attestandosi all’1,67%, gli investitori stanno quindi diventando più pessimisti sulle prospettive di lungo termine. L’USD ha fatto segnare un nuovo minimo da 16 mesi contro lo yen giapponese, il che suggerisce che gli operatori credono che la BoJ non riuscirà a far indebolire ulteriormente lo yen e scommettono che la Fed dovrà rimanere defilata più a lungo.
La coppia USD/JPY passa di mano intorno a 112,75, nelle contrattazioni notturne ha accusato un calo dello 0,50%. Al ribasso, si osserva un primo supporto intorno a 110 (livello psicologico e massimo precedente), ma il supporto principale giace a 105,23 (minimo 15 ottobre 2014).
L’AUD/USD ha continuato a spingere al rialzo, rimanendo all’interno del canale di trend ascendente di medio periodo. L’AUD è stato spinto dal potenziale rinvio del prossimo rialzo del tasso dalla Federal Reserve, e anche dalla prestazione solida dell’economia australiana in un contesto caratterizzato dal calo dei prezzi delle materie prime.
Ancora una volta, il dollaro neozelandese non è riuscito a violare la resistenza a 0,6750 USD e ora inverte il trend, dirigendosi verso il prossimo supporto, ubicato intorno a 0,66 USD.
Le borse si sono mosse per lo più in territorio negativo, in quella che è stata la giornata di riapertura per gran parte dei mercati asiatici. L’Hang Seng di Hong Kong ha ceduto il 3,88%, dopo essere rimasto chiuso per tre giorni.
Il Kospi sudcoreano è arretrato del 2,93%, l’STI di Singapore dello 0,77%. I mercati della Cina continentale riapriranno lunedì prossimo, preparatevi al gap. In Europa i future sugli indici azionari sono negativi, perché le preoccupazioni sull’economia globale pesano nelle menti degli investitori.
Il DAX tedesco è in calo dell’1,35%, l’SMI dell’1,33%, il CAC dell’1,31% e l’Euro Stoxx 600 dell’1,40%. Anche i future sui listini USA sono negativi, i contratti sull’S&P 500 sono in calo dello 0,47%.
Oggi gli operatori monitoreranno la bilancia delle partite correnti in Turchia; l’IPC in Svizzera; la decisione sul tasso d’interesse della Riksbank (previsto un taglio); la produzione manifatturiera in Sudafrica; la bilancia commerciale, le riserve di oro e valuta straniera in Russia; il discorso al Senato di Yellen e le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli USA; l’audizione del governatore della RBA di fronte alla commissione parlamentare in Australia.