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I tori del cambio USD/JPY puntano ancora a 150

Pubblicato 04.11.2022, 15:38
Aggiornato 11.03.2024, 12:10
USD/JPY
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  • I ripetuti interventi non riescono ad avere l’impatto desiderato sullo yen
  • Il dollaro resta supportato grazie ad una Fed molto interventista
  • Il cambio USD/JPY resta sopra il livello chiave in un forte trend bullish
  • Le voci di un allentamento della politica zero-COVID in Cina hanno alimentato il sentiment nella prima metà della seduta di questo venerdì. L’attenzione si sposta ora sulla più grande economia del mondo, con la pubblicazione del report sull’occupazione non agricola. Il cambio USD/JPY sembra destinato a chiudere in alto un’altra settimana volatile, a meno che non ci sia un report sull’occupazione USA molto debole, o un altro forte intervento del governo cinese. Anche se dovesse esserci un altro intervento, difficilmente avrebbe un impatto duraturo, come abbiamo visto anche in precedenza.

    Per ora, il cambio USD/JPY resiste abbastanza bene, sopra la media mobile esponenziale su 21 giorni e il supporto chiave intorno all’area di 145,00 -146,00.

    USD/JPY Daily

    Con il prezzo che tiene il supporto e segna massimi e minimi più alti, non ci sono ragioni tecniche per cui gli orsi debbano entrare ancora, non finché qualcosa non cambierà a livello fondamentale. Quindi, la via della minore resistenza continua ad essere al rialzo, e potremmo vedere il cambio USD/JPY superare il livello dei 150 nei prossimi giorni.

    La coppia USD/JPY ha recuperato le perdite iniziali dopo il quarto aumento consecutivo da 75 punti base dei tassi di interesse da parte del FOMC mercoledì. Sebbene ci siano stati altri segni di indebolimento dei dati economici ieri, i trader del cambio USD/JPY li hanno ignorati. La persistenza dell’inflazione sta impedendo alla Fed di passare ad una posizione più prudente, ecco perché i trader FX stanno ignorando la debolezza dei dati USA, almeno per ora. Come ha detto chiaramente Powell alla conferenza stampa del FOMC, la Fed prevede di portare i tassi di interesse persino più in alto di quanto inizialmente programmato. Questo perché l’inflazione resta ostinatamente alta e anche l’occupazione è molto forte.

    Con il dollaro che continua a salire, le valute estere continuano a crollare una dopo l’altra. Nessun’altra valuta è andata peggio dello yen ultimamente, grazie all’inazione della Banca del Giappone (BoJ).

    Ad essere sinceri, è davvero difficile difendere la propria valuta, in quanto le normali azioni di una banca centrale non funzionano o non sono efficaci con un tale livello di stagflazione. La maggior parte delle banche centrali non ha altre opzioni se non lasciare crollare la propria valuta o inasprire i tassi di interesse per impedire al differenziale con gli USA di salire troppo.

    Mantenendo la politica monetaria straordinariamente allentata, è questo che ha ottenuto la BoJ: il tonfo della valuta. Ma non è un bene quando si importano prodotti prezzati in dollari, ad esempio greggio.

    Quindi, il governo nipponico è dovuto intervenire vendendo le sue riserve di dollari. Ma non si è dimostrata una mossa molto efficace. Vendere le riserve di dollari è solo una soluzione a breve termine. Gli investitori sanno bene che non sono illimitate.

    L’unico modo per invertire questo trend è che la Federal Reserve passi ad una posizione prudente, il che potrebbe succedere per due ragioni: l’indebolimento delle pressioni inflazionistiche o una grave recessione, ma nessuna delle due sembra probabile al momento. Quindi, spetta alla BoJ cambiare posizione, ma ha più volte rifiutato di farlo. Il cambio USD/JPY dunque probabilmente si avvia a superare i 150.

    Nota: L’autore al momento non possiede nessuno degli asset menzionati nell’articolo.

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