Market Brief
L’interesse straniero per l’azionario giapponese è diventato negativo su base settimanale a ottobre, la domanda totale di bond giapponesi è aumentata; il calo di 600 miliardi di yen nella domanda straniera è stato compensato dalla richiesta di 796 miliardi di yen da parte degli investitori giapponesi. L’USD/JPY e i cross con lo JPY sono stati per lo più offerti a Tokyo, dove il Nikkei ha archiviato la seduta al -1,4%. L’USD/JPY è stato frenato da 106,50. Gli indicatori di trend e momentum sono nettamente negativi e suggeriscono una correzione al ribasso più marcata. S’intravede una resistenza a 106,64/107,00 (61,8% di Fibonacci sul rally da luglio a ottobre / esercizio delle opzioni). Le consistenti opzioni call tradizionali a 104,50/105,50 dovrebbero arginare il ribasso prima del fine-settimana. A partire dalla prossima settimana, si susseguono offerte per opzioni al ribasso fino a 105,00, con forti scadenze a 106,25 lunedì. L’EUR/JPY è sceso a 134,14, minimo dal 20 novembre 2013.
Ieri l’EUR/USD ha raggiunto la resistenza a 1,2845 ma poi non è riuscito a salire oltre, perché hanno prevalso le strategie di vendita sui massimi, dopo che i dati hanno confermato la persistente debolezza dell’IPC nell’Eurozona. Continuano le vendite di bond dei paesi periferici dell’Eurozona, i rendimenti dei decennali greci sono al 9%. La forte correlazione positiva fra gli spread del centro e della periferia da un parte e l’EUR/USD dall’altra sembrano frenare il calo dell’EUR/USD. Gli ordini d’acquisto in scadenza oggi sono collocati a 1,2750/1,2850/1,2900+, sotto 1,2740 abbondano le offerte.
L’AUD/USD trova un po’ di supporto sopra 0,8643/60 (minimi dell’anno), i livelli tecnici di breve termine continuano a suggerire una correzione. La coppia NZD/USD continua a testare le offerte a 0,8000. Le consistenti scadenze per le opzioni call a 0,7900/40 dovrebbero fornire un po’ di supporto al rialzo prima della campanella di chiusura.
L’USD/CAD consolida i guadagni sui massimi da 5 anni in scia alla leggera ripresa dei prezzi del petrolio, dopo che ieri i contratti attivi sul greggio WTI erano scesi sotto gli 80 dollari per la prima volta da metà 2012. Oggi il Canada pubblicherà i dati sull’IPC (12:30 GMT). I mercati prevedono un leggero raffreddamento dell’inflazione (dal 2,1% al 2,0% a/a). La BoC ha bisogno di un’inflazione più debole per mantenere una politica accomodante, soprattutto in una fase in cui i prezzi del petrolio a livello internazionale minacciano il maggiore settore delle esportazioni del paese. Un dato forte dovrebbe quindi generare un certo rialzo del complesso CAD. Il supporto chiave di breve termine staziona a 1,1200/05 (esercizio delle opzioni / pivot MACD e 23,6% di Fibonacci sul rialzo da luglio a ottobre). Una chiusura inferiore a questo livello dovrebbe segnalare un’inversione ribassista di breve termine.
In Brasile, l’USD/BRL ha raggiunto quota 2,5061 dopo due sedute di vendite aggressive di BRL. Il motivo scatenante è stato la pubblicazione del sondaggio di Datafolha, secondo cui Neves ora avrebbe una probabilità del 38%, in svantaggio rispetto a Rousseff (rispetto al 34% di una settimana fa). Le volatilità aumentano perché i risultati dei sondaggi generano forti movimenti di prezzo in vista del ballottaggio del 26 ottobre. La volatilità implicita a un mese ha superato il 25%.
A seguire il calendario economico odierno: immatricolazioni di veicoli nuovi di settembre nell’UE a 27; produzione nel settore costruzioni m/m e a/a di agosto nell’Eurozona; bilancia delle partite correnti di agosto in Italia; IPC m/m e a/a di settembre in Canada; nuovi cantieri residenziali e permessi di costruzione m/m di settembre, indice sulla fiducia (preliminare) dell’Università del Michigan di ottobre negli Stati Uniti.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd