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Il D-Day è arrivato e il mercato scommette sul voto “Remain”

Pubblicato 23.06.2016, 10:23
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Finalmente è arrivato il giorno del referendum sulla Brexit. Dopo mesi di dibattiti, questa mattina gli elettori britannici cominceranno a recarsi ai seggi per decidere se il Regno Unito debba rimanere nell’Unione Europea.

L’ultimo sondaggio di YouGov mostra che il fronte dei “Remain” è in testa con il 51% delle intenzioni di voto contro il 49% del fronte “Leave”.

Anche il mercato è molto ottimista sull’esito del voto di oggi e sta spingendo la sterlina britannica ai massimi dell’anno. In Asia, in avvio di seduta la coppia GBP/USD ha raggiunto quota 1,4844 perché gli operatori scommettono che i britannici voteranno per rimanere nell’Unione.

Nel complesso, anche se il mercato sembra fiducioso, non c’è euforia perché i partecipanti al mercato sanno che il voto si concluderà con un testa un testa. Gran parte delle valute G10 ha esteso i guadagni a Tokyo, fatta eccezione per le divise considerate rifugi sicuri, come il franco svizzero e lo yen giapponese, che nella notte hanno per lo più annaspato.

La coppia USD/JPY è scivolata a 104,04 a Tokyo, per poi rimbalzare rapidamente a 104,40.

La coppia USD/CHF ha continuato a consolidarsi fra 0,9551 e 0,96, in vista della pubblicazione dei risultati del referendum, che inizierà stasera. L’EUR/CHF si è apprezzato un po’ nella notte, perché gli operatori scontano una Brexit. La moneta unica è salita dello 0,45% contro il franco svizzero, attestandosi a 1,0870, dopo aver ceduto fino al 3% dall’inizio del mese.

L’EUR/USD è stata una delle coppie di valute con le prestazioni migliori nel comparto G10, con un rialzo dello 0,42%. Al rialzo, si osserva una resistenza a 1,1382, mentre al ribasso il supporto principale giace intorno a 1,11 (minimo multiplo).

Ieri i dati sulle scorte di greggio USA hanno mostrano un calo inferiore al previsto, andando a pesare sui prezzi del greggio WTI e del Brent. I future sul West Texas Intermediate hanno ceduto più del 3%, perché le scorte USA si sono contratte di 917 mila barili, a fronte della riduzione pari a 1.500 barili prevista dal mercato. Ciò nonostante, dopo poco i prezzi del greggio hanno recuperato, quando i mercati si sono resi conto che le scorte sono scese per la quinta settimana consecutiva.

Prevediamo che la costante flessione delle scorte sosterrà la ripresa dei prezzi del greggio; tuttavia, visto che il prezzo si sta stabilizzando intorno ai 50 USD, è lecito aspettarsi che gli investitori inizino a cercare nuove opportunità. Non ci sorprenderebbe, quindi, assistere a un nuovo aumento del numero delle trivelle petrolifere.

Stamattina i mercati azionari sono contrastati: le piazze giapponesi sono positive, quelle cinesi mostrano invece il segno meno. In Europa, i future sui listini azionari sono per lo più positivi.

Anche negli USA i future mostrano il segno più. Oggi gli operatori monitoreranno i PMI di Markit in Francia, Germania, Eurozona e USA; le domande iniziali di disoccupazione, le vendite di case nuove e l’indice predittivo negli USA; la vendite industriali in Italia.

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