La possibile eliminazione di garanzie su un aumento dei tassi a dicembre, segnalata dal Presidente della Federal Reserve Jerome Powell venerdì, potrebbe portare ad ulteriori prese di profitto sul dollaro questa settimana, dando allo stesso tempo ai tori delle materie prime l’opportunità di far salire i prezzi di qualsiasi cosa, dall’oro al rame al greggio.
Parlando ai banchieri centrali ed agli economisti riunitisi per il simposio di Jackson Hole in Wyoming, Powell ha messo in guardia dai rischi di un aumento troppo rapido o troppo lento dei tassi ed ha rinviato le discussioni su come la Federal Reserve potrebbe decidere di impostare la politica monetaria nel 2019 e oltre. L’indice del dollaro USA, misurato contro un paniere di valute, è crollato di quasi l’1% sulla settimana come reazione alle sue parole, il tonfo settimanale più brusco da marzo.
Propensione al rischio
Oltre alle conseguenze generalmente favorevoli per le materie prime previste da un dollaro debole, l’aspettativa è che lo sfondo tecnico e fondamentale positivo contribuisca a ridurre le posizioni short, o ribassiste, sui mercati dei metalli e degli energetici, spiegano gli analisti. Sugli stagnanti mercati dei cereali però, dalla soia al granturco fino ad arrivare a quelli con la performance migliore come il cacao, si prevedono acquisti selettivi in linea con i recenti trend e con le previsioni meteorologiche.
Ma in generale le materie prime dovrebbero vedere una propensione al rischio, insieme ai titoli azionari, malgrado la possibile trappola degli orsi per gli investitori del mercato azionario. “Le sfumature caute di Powell a Jackson Hole (hanno) fornito vento a favore agli asset legati al rischio”, afferma TD Securities.
Fino a venerdì, il dollaro ha perlopiù visto un’impennata dalla fine di giugno, con gli speculatori che si aspettavano due aumenti dei tassi della Fed entro fine anno. I segnali tecnici giornalieri di Investing.com ora raccomandano “Sell” sul dollaro, dopo l’attestazione dell’indice a 95,08 venerdì. Un forte supporto era previsto solo se la lettura fosse tornata alla media mobile a 200 giorni di 92,30, un minimo registrato l’ultima volta a maggio.
Una settimana relativamente leggera dal punto di vista dei dati economici, con l’indice PMI cinese che sarà probabilmente l’unico elemento degno di nota, significa che potrebbero esserci pochi elementi per spingere un dollaro vulnerabile.
Oro e rame in posizione di forza tecnica
L’oro, che è riuscito a chiudere la scorsa settimana sopra il livello chiave di 1.200 dollari l’oncia, probabilmente vedrà un ulteriore short-covering. TD Securities fa notare che dal minimo di 19 mesi di 1.161,40 dollari del 16 agosto, i future dell’oro USA sulla divisione COMEX del New York Mercantile Exchange hanno raggiunto una posizione di forza tecnica.
“Gli speculatori dell’oro hanno usato (quel) sell-off come opportunità per aumentare la lunghezza, aggiungendo più posizioni lunghe rispetto alle corte”, si legge nella dichiarazione, con riferimento alle posizioni degli speculatori mostrate ogni settimana dalla Commodity Futures Trading Commission.
Per i segnali tecnici giornalieri di Investing.com, l’oro sul COMEX con consegna a dicembre era indicato come “Strong Buy” all’attestazione di venerdì di 1.206,30 dollari. Una resistenza più forte era prevista alla media mobile a 200 giorni di 1.291,51 dollari, ad indicare che c’era ancora un rialzo potenziale di 85 dollari, o del 7%.
Per il rame scambiato sul COMEX, i trader hanno probabilmente visto un fondo dopo l’inizio delle trattative sui dazi tra USA e Cina e tra i segnali di stabilità sui mercati emergenti, secondo TD Securities.
Oltre alla crescente propensione al rischio, i fondamentali del rame sono inoltre migliorati grazie al calo delle scorte sul London Metal Exchange e sullo Shanghai Futures Exchange: su quest’ultimo si è registrato un crollo di quasi il 50% da luglio, con Washington e Pechino che hanno dato il via alle trattative commerciali in vista del summit di novembre. Anche se le trattative provvisorie della scorsa settimana hanno registrato pochi progressi e sono stati introdotti ulteriori dazi, “dato l’elevato numero di posizioni short, qualsiasi passo in avanti verso un accordo commerciale potrebbe benissimo far salire il rame man mano che ci si avvicina alla fine dell’anno”, afferma TD Securities.
I segnali tecnici giornalieri di Investing.com confermano “Buy” per il rame dopo che il contratto con consegna a settembre sul COMEX si è attestato a 2,699 dollari la libbra venerdì. Malgrado ciò, una forte resistenza è prevista solo alla media mobile a 200 giorni di 3,043 dollari, lasciando spazio per un rimbalzo di 35 centesimi, o del 13%.
Anche il greggio USA diventa rialzista
Per il greggio USA West Texas Intermediate (WTI), il sentimento è diventato rialzista dopo un lungo periodo di opinioni ribassiste, afferma Dominick Chirichella, analista dell’Energy Management Institute di proprietà di DTN a New York.
“C’è ancora un alto livello di incertezza riguardo a quale lato dell’equazione finirà per vincere ... se gli aumenti della produzione o la possibile ulteriore riduzione delle scorte per via dei numerosi eventi geopolitici in corso in tutto il mondo, compreso l’Iran”, scrive Chirichella nel fine settimana.
Ciononostante, nelle ultime due settimane “l’opinione (dominante) si è spostata verso il lato del calo della produzione”, afferma, notando che anche le valute (cioè il dollaro debole) sono diventate “un fattore positivo per il prezzo”.
Mike Seery di Seery Futures di Plainfield, in Illinois, la pensa in modo simile. “Il trend (per il WTI) è stato molto altalenante negli ultimi quattro mesi con i prezzi che in realtà non sono andati da nessuna parte. Tuttavia, provo un sentimento rialzista nei confronti della materia prima e non consiglio sicuramente alcun tipo di posizione ribassista in quanto si tratta del trend al rialzo più forte insieme a quello dell’indice S&P 500”.
Tra i fattori positivi per il greggio USA che non dovrebbero essere ignorati, cita la domanda fuori controllo per la benzina senza piombo e la determinazione del governo Trump di rendere gli Stati Uniti indipendenti dal greggio. “Terrò d’occhio questo mercato per un possibile calo del prezzo, per poi cercare di prendere una posizione rialzista”.
I segnali tecnici giornalieri di Investing.com indicano il WTI come “Strong Buy” dopo che il contratto con consegna ad ottobre sul NYMEX si è attestato a 68,72 dollari al barile venerdì, superando il terzo livello di resistenza di Fibonacci di 68,56 dollari.