È interessante notare che il mercato sembra ignorare il rischio politico che si sta formando in Italia.
Lo spread fra i rendimenti dei titoli della periferia europea non ha reagito alla notizia che la Lega Nord e i 5 Stelle hanno raggiunto un accordo preliminare.
Nonostante le implicazioni drammatiche che ciò potrebbe avere sulla spesa pubblica italiana, l’euro continua a rafforzarsi contro l’USD.
Metalli industriali quali il Future Rame e il Future Minerale di ferro fine 62% Fe CFR si preparano a salire, indicando una rinnovata propensione al rischio.
La decisione del presidente Trump di ritirarsi dal JCPOA (accordo sul nucleare iraniano) dovrebbe essere vista come un’importante svolta dal punto di vista geopolitico.
L’annuncio inaspettato ha spinto i prezzi del Future Petrolio Greggio WTI sopra i $77 al barile per la prima volta dal 2014.
La flessione nelle forniture sta spingendo gli analisti ad alzare le previsioni sui prezzi per il 2018.
L’aumento dei prezzi, oltre alla diminuzione dei costi, consente alle compagnie petrolifere di realizzare di nuovo profitti.
Le quotazioni del petrolio hanno subito un rallentamento sulla scia dello scetticismo per l’attenuazione dell’eccesso di offerta, ma la rimozione del petrolio iraniano spingerà gli investitori ad aspettarsi prezzi più elevati.
Sul Forex, prevediamo un miglioramento delle valute legate alle materie prime CAD, NOK e AUD.