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Il PIL cinese risolleva l’umore, ora tocca ai dati sul lavoro nel Regno

Pubblicato 16.04.2014, 10:23
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Market Brief

La crescita del PIL cinese è scesa dal 7,7% al 7,4% nel primo trimestre, leggermente meno del 7,3% previsto. L’espansione della produzione industriale cinese di marzo ha deluso le attese del mercato, le vendite al dettaglio hanno mostrato un andamento leggermente migliore. Gli investimenti nelle aree urbane sono cresciuti del 17,6% (rispetto al 18% previsto e al 17,9% precedente). Oggi sarà pubblicato il dato sugli investimenti diretti esteri (FDI). Il quadro complessivo cinese ha fatto crescere la propensione al rischio nell’Asia emergente; i mercati azionari si sono mossi per lo più in territorio positivo. L’USD/JPY è avanzato a 102,29 mentre le azioni del Nikkei hanno guadagnato il 3,01%.

In Nuova Zelanda l’IPC è salito allo 0,3% t/t (rispetto allo 0,5% previsto e allo 0,1% precedente) e all’1,5% a/a (contro l’1,7% previsto e l’1,6% precedente). La coppia NZD/USD è stata scambiata con un’inclinazione negativa in scia al calo dell’inflazione neozelandese e alle preoccupazioni per la Cina. I dati cinesi superiori alle attese non sono riusciti a capovolgere il momentum ribassista intraday, la coppia è scesa a 0,8579. I livelli tecnici ribassisti suggeriscono un’ulteriore correzione dell’NZD; i dati sull’inflazione non dovrebbero però avere un impatto sull’atteso rialzo del tasso da parte della RBNZ il 24 aprile. L’inclinazione rimane rialzista.

L’AUD/USD è sceso a 0,9332 per effetto delle apprensioni legate al rallentamento della crescita cinese. Il rally di sollievo dopo la pubblicazione dei dati (lievemente superiori alle attese) ha fatto salire l’AUD/USD a 0,9380 poco prima dell’apertura dei mercati europei. Il MACD (12-26) entrerà in territorio negativo in caso di chiusura giornaliera inferiore a 0,9315. Gli ordini d’acquisto per le opzioni si susseguono sopra 0,9375, le offerte saranno attivate sotto 0,9340. L’AUD/NZD si è portato a 1,0912, massimo dal 4 febbraio. Ci sono discreti ordini per opzioni in scadenza oggi a 1,0900.

Come previsto, il dato pubblicato ieri nel Regno Unito ha mostrato un calo dell’inflazione complessiva dall’1,7% all’1,6%. La coppia GBP/USD si è impennata a 1,6661, per poi rimbalzare rapidamente sulle medie giornaliere. Oggi saranno pubblicati i dati sul lavoro nel Regno Unito e i salari medi settimanali potrebbero mostrare una crescita dell’1,8% su base annua (rispetto all’1,4% di febbraio). All’apertura dei mercati in Europa, la coppia GBP/USD compie un rally a 1,6746. I livelli tecnici sono rialzisti, stamattina si testa la resistenza prima di 1,6750, sopra questo livello s’intravedono gli stop. Sul lato discendente, la prima linea di supporto si trova a 1,6632/35 (medie mobili a 50 e 21 giorni).

Oggi (alle 09:00 GMT) saranno pubblicate le cifre sull’inflazione dell’Eurozona, che dovrebbero confermare l’ulteriore indebolimento segnalato dai dati preliminari riferiti a IPC primario e di fondo; l’IPC a/a è visto allo 0,5%, l’IPC di fondo allo 0,8%. L’EUR/USD avanza a 1,3831, la domanda di EUR/JPY è stata d’aiuto. La media mobile a 21 giorni (1,3796) rimane il supporto chiave di breve termine.

A marzo negli USA c’è stata un’accelerazione dell’inflazione più rapida del previsto. L’IPC m/m è cresciuto dallo 0,1% allo 0,2%, facendo salire l’IPC a/a dall’1,1% all’1,5% (rispetto all’1,4% previsto). L’IPC a/a, esclusi generi alimentari ed energia, ha raggiunto l’1,7% (a fronte dell’1,6% previsto e precedente). Le cifre sono favorevoli per l’USD, anche se la reazione del mercato è stata limitata. Siamo ad appena mezzo punto percentuale dalla soglia del 2% seguita da alcuni membri della Fed, sotto la quale i tassi rimangono ai minimi attuali. L’indice DXY è salito 79,904, ma poi non è riuscito a superare la media mobile a 21 giorni (79,972).

Oggi la Bank of Canada annuncerà la sua decisione in materia di politica monetaria e dovrebbe mantenere il tasso d’interesse invariato all’1,0%. Gli operatori seguiranno anche i seguenti dati: bilancia commerciale di marzo in Norvegia; bilancia commerciale e delle partite correnti di febbraio in Italia; tasso di richieste di disoccupazione e variazione nel numero di richieste di disoccupazione di marzo, tasso di disoccupazione ILO a tre mesi e salari medi settimanali a 3 mesi di febbraio nel Regno Unito; IPC (definitivo) m/m e a/a di marzo nell’Eurozona; sondaggio Credit Suisse/ZEW sulle attese di aprile in Svizzera; richieste di mutui MBA aggiornate all’11 aprile negli USA; transazioni in titoli internazionali di febbraio in Canada; nuovi cantieri residenziali e permessi di costruzione di marzo, produzione industriale e tasso di utilizzo degli impianti di marzo, produzione manifatturiera (SIC) e libro beige della Fed di marzo negli USA.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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