Allarme utili Q3: ecco i titoli più sopravvalutati in questo momentoVedi i sopravvalutati

Il rally del dollaro continua, i rendimenti superano l’1,6%

Pubblicato 09.03.2021, 09:57
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 8 marzo 2020

 Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Gli investitori hanno un appetito vorace per il dollaro USA questo mese, l’indice del dollaro è salito al livello più alto degli ultimi quattro mesi. Durante il weekend, il Senato ha approvato il pacchetto di stimolo da 1,9 mila miliardi che dovrebbe andare alla Camera domani ed essere firmato dal Presidente Joe Biden entro il fine settimana. C’è stata grande attesa per questo pacchetto di stimolo e, ora che è praticamente fatta, gli investitori cominciano a chiedersi come verranno spesi questi soldi.

Gli assegni di stimolo dal 600 dollari erogati alla fine dello scorso anno hanno salvato le vendite al dettaglio di gennaio. Questa volta, gli aventi diritto riceveranno un assegno da 1.400 dollari,  più del doppio della volta scorsa. I criteri si sono inaspriti, ma secondo la Casa Bianca, circa il 98% di coloro che hanno ricevuto il versamento precedente riceveranno anche quello nuovo. Questo si unirà all’estensione dei sussidi per la disoccupazione e all’aumento degli assegni familiari. Tutto ciò, unitamente alla crescente campagna vaccinale e alle dichiarazioni del Contro per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) secondo cui le persone vaccinate possono riunirsi in sicurezza al chiuso, potrebbe dare una forte spinta all’economia.

Le azioni USA ed il dollaro USA sono schizzati in tutta risposta, con il Dow Jones Industrial Average in salita di oltre 300 punti. I rendimenti dei decennali sono saliti sopra l’1,6% intraday, un livello coerente con il cambio USD/JPY sopra 109. Il dollaro USA dovrebbe mantenere i guadagni, con i prezzi al consumo attesi per mercoledì. I rendimenti sono schizzati quest’anno per via dei timori sull’aumento della pressione dei prezzi. Con l’aumento dei prezzi di petrolio e gas a febbraio, i prezzi al consumo potrebbero superare le previsioni di mercato dello 0,3%. Se dovesse essere così, il dollaro potrebbe salire a nuovi massimi.

Alla luce di ciò, il cambio EUR/USD è uno dei più vulnerabili della settimana. Oltre alla crescente domanda di dollari USA, la cautela della BCE potrebbe far crollare il cambio al minimo di quattro mesi. Il cambio EUR/USD ha iniziato la settimana all’insegna della debolezza, chiudendo in calo sei giorni su sette. Il calo inattese della produzione industriale tedesca ha contribuito al ribasso, ma sono stati fattori più generali a determinare i ribassi del cambio. Tra campagna vaccinale a rilento, lunghi lockdown e aumento dei rendimenti, la BCE ha molte cose di cui preoccuparsi. Allo stato attuale, è palese che la zona euro resterà indietro agli Stati Uniti nella ripresa, soprattutto vista la forza della valuta. Aspettiamoci un’ulteriore debolezza del cambio EUR/USD – i prossimi livelli di supporto sono 1,18 e 1,16.

Sebbene anche la sterlina sia scesa contro il dollaro USA, le perdite sono state contenute in paragone. Ci sono meno dati britannici questa settimana, dunque la sterlina sarà scambiata principalmente sulla propensione al rischio verso il dollaro USA e l’euro. Lo stesso vale per i dollari di Australia e Nuova Zelanda.

Il dollaro canadese, invece, continua a tenere testa al biglietto verde. Nonostante un calo del 2% nei prezzi del petrolio e l’attesa decisione dei tassi, il cambio USD/CAD ha visto solo perdite modeste. La banca del Canada dovrebbe tenere la politica invariata, ma una valuta forte unita all’aumento dei rendimenti potrebbe essere un problema per la banca centrale. Inoltre, la campagna di vaccinazione sta andando a rilento, e questo pesa sulla ripresa. I dati non sono stati così terribili: la crescita del PIL ha superato le aspettative nel quarto trimestre ed i dati sull’occupazione di venerdì dovrebbero mostrare un aumento delle assunzioni, a questo potrebbe non bastare per spingere la BoC ad essere più ottimista che cauta.

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