Il rublo è ai massimi contro il dollaro (meno di 65 rubli per un dollaro). Il rimbalzo dei prezzi delle materie prime ha dato un po’ di sollievo al paese orientale, le cui entrate dovrebbero sicuramente aumentare nel prossimo futuro. Il recente rimbalzo, che sta facendo rallentare l’inflazione – che si attesta al 7,2 a/a – sta anche facendo rafforzare la divisa russa contro il dollaro, sviluppo positivo considerando che gran parte delle esportazioni di petrolio russe è denominata in USD.
Ciò nonostante, è necessario rimanere prudenti in vista di possibili nuovi disordini nel mercato petrolifero, o di un rialzo del tasso della Fed, che esporrebbe di nuovo la Russia a una forte svalutazione e a ulteriori pressioni al rialzo sull’inflazione.
É facile capire perché uno dei principali obiettivi della politica russa sia smettere di utilizzare il dollaro negli scambi internazionali, perché la divisa minaccia la stabilità dei prezzi. Di conseguenza, la governatrice della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, ha detto chiaramente che una delle sue priorità è aumentare le riserve di oro e valuta straniera fino a un valore pari a 500 miliardi di USD.
Attualmente le consistenze ammontano a 390,1 mld di USD e, sebbene i prezzi dell’Oro siano in rialzo, non crediamo che questo obiettivo sia raggiungibile entro la metà del 2017. Il rialzo dell’oro sta sicuramente aiutando la banca centrale a togliere un po’ di pressione al rublo. Rimaniamo ribassisti sull’USD/RUB e il livello a 64 rappresenta il nostro obiettivo di medio termine.