Il nowcast offre una nota positiva in mezzo alle vorticose previsioni di recessione, ma gli indicatori del ciclo economico suggeriscono che la stima del PIL del 4° trimestre si affievolirà con la pubblicazione di nuovi rapporti economici nelle prossime settimane.
La stima odierna del 4° trimestre indica un modesto aumento dell’1,5% del PIL del 4° trimestre (tasso annuale destagionalizzato). Il nowcast riflette un sostanziale ridimensionamento rispetto all’ aumento del 2,9% nel 3° trimestre. La pubblicazione dei dati ufficiali del quarto trimestre da parte del Bureau of Economic Research è prevista per il 26 gennaio.
Le prospettive odierne offrono un contrappunto relativamente ottimistico alle previsioni di recessione, ma ci sono segnali che indicano che l’attività economica potrebbe peggiorare con la pubblicazione dei nuovi dati. Un avvertimento si trova negli ultimi dati del sondaggio PMI di novembre. L’indice di produzione PMI composito degli Stati Uniti, un proxy del PIL, è sceso a 46,4 il mese scorso, ben al di sotto del valore neutro di 50. La lettura attuale equivale a “un calo del PIL”. L’attuale lettura equivale a “un solido calo dell’attività delle imprese del settore privato”, scrive S&P Global. “Il calo della produzione è stato determinato da una più rapida diminuzione dell’attività del settore dei servizi e da una nuova flessione della produzione manifatturiera”.
Nel frattempo, l’edizione di questa settimana del Business Cycle Risk Report statunitense indica che a novembre è iniziata una lieve recessione definita dal NBER, sulla base delle stime attuali dell’Economic Trend Index (ETI) e dell’Economic Momentum Index (EMI). Entrambi gli indicatori sono scesi al di sotto dei rispettivi punti di svolta che segnalano condizioni di recessione.
È ancora possibile un “atterraggio morbido” dell’economia mentre la Federal Reserve continua ad alzare i tassi di interesse, o almeno così suggeriscono le grandi scommesse di Wall Street. Bloomberg riporta che i grandi capitali privilegiano i titoli ciclici, il che implica un’elevata fiducia nella capacità della banca centrale di contenere l’inflazione senza innescare una recessione.
I numeri in arrivo nelle prossime settimane potrebbero fornire una prova decisiva in un senso o nell’altro. Nel frattempo, un’ampia lettura degli indicatori economici e finanziari suggerisce che il dado è tratto e che l’attività economica, se non si è già contratta, inizierà presto a farlo.