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Se il primo trimestre dell’anno iniziò coi fuochi d’artificio al rialzo, l’apertura del secondo trimestre ha aperto in modo diametralmente opposto: con forti ribassi dell’azionario americano. I timori di una guerra commerciale continuano a dilagare, frenando la propensione al rischio e invitando gli investitori a rifugiarsi su asset più sicuri. Oro, obbligazioni e Yen hanno tratto vantaggio dalla prima giornata del trimestre, mentre l’azionario e in particolare il settore tecnologico hanno subito perdite considerevoli. Facebook (NASDAQ:FB) resta sotto pressione a seguito di minacce volte a una regolamentazione più severa, poi c’è stato il solito tweet denigratorio di Trump verso Amazon (NASDAQ:AMZN) che è costato un -5% al colosso del commercio on line.
Il dollaro, invece, ha vissuto giornate relativamente tranquille ma sarà interessante valutare l’andamento dei rendimenti obbligazionari per capire se la curva dei rendimenti continuerà ad appiattirsi. Nel corso della sessione asiatica abbiamo registrato un corposo rimbalzo dei futures americani, mentre lo Yen ha perso parte dei guadagni messi a segno ultimamente.
La giornata odierna potrebbe risentire dei PMI dell’Eurozona e sarà interessante capire se la crescita economica accelererà ulteriormente.
Alle prime ore del mattino la Reserve Bank of Australia ha mantenuto i tassi in linea con le attese e quindi all'1,50%, sottolineando come un indebolimento dei salari e una rivisitazione al ribasso dell’inflazione impediranno interventi sostanziali almeno sino a metà anno.
Come detto Wall Street ha subito forti vendite nella sessione di lunedì, l’indice di riferimento SP 500 è sceso del -2,2% a 2582 punti.
I mercati asiatici si sono accodati anche se non con la stessa intensità( Nikkei -0,5%) mentre gli europei hanno aperto in gap down (DAX nuovamente sotto 12 mila punti). Nelle materie prime l’Future Oro spicca nuovamente il volo, mentre il Future Petrolio Greggio WTI sta provando a tenere dopo le forti vendite di ieri.
Dicevamo dei PMI: la lettura flash dell’Eurozona, che ha rispettato le attese attestandosi a 56.6 (in calo dal 58.6 del mese scorso). Il PMI manifatturiero del Regno Unito delle 10:30 dovrebbe scendere a 54,7 (il mese scorso era al 55,2).