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Il trend dell’IPC core negli Stati Uniti resterà stabile ad agosto

Pubblicato 11.09.2024, 15:56

L’aggiornamento di domani sull’inflazione al consumo negli Stati Uniti per il mese di agosto non dovrebbe far deragliare le aspettative dal fatto che la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse la prossima settimana, ma la tendenza alla disinflazione degli ultimi tempi sembra destinata ad arrestarsi. La stima si basa sul modello ensemble di CapitalSpectator.com per la variazione annuale dell’IPC core.

Secondo le proiezioni, il ritmo core dell’IPC dovrebbe aumentare del 3,2% in agosto, senza variazioni rispetto all’aumento di luglio, attraverso la previsione mediana di diversi modelli.

Se la previsione è corretta, l’andamento invariato segnerà la prima volta da marzo che l’IPC core non è diminuito su base annua. (L’IPC core esclude i prezzi dei generi alimentari e dell’energia nel tentativo di creare una misura più affidabile dell’andamento dell’inflazione).

Secondo le previsioni di Econoday.com, gli economisti si aspettano un risultato simile: un aumento stabile del 3,2% dell’IPC core rispetto al livello dell’anno precedente.

Una lettura invariata dell’IPC core non è necessariamente un segno che la disinflazione è svanita. Da quando il ritmo annuale dell’inflazione al consumo core ha raggiunto il picco del 6,6% nel settembre 2022, ci sono stati tre casi mensili di dati di tendenza annuale invariati o più solidi. Nonostante questi eventi anomali, la disinflazione è proseguita.

In teoria, una lettura invariata dell’IPC core potrebbe essere un primo segnale che la tendenza alla disinflazione si sta affievolendo, o forse invertendo. Al momento, però, la maggior parte degli analisti ritiene che la tendenza alla disinflazione persista. Uno dei motivi è legato alle aspettative di una crescita economica più debole, una prospettiva alimentata in parte da un rimbalzo delle assunzioni più debole del previsto nel mese di agosto.

“L’economia statunitense non è chiaramente in recessione, né è probabile che vi entri nel 2024”, scrive Jack Kleinhenz, capo economista della National Retail Federation, nella Monthly Economic Review pubblicata la scorsa settimana dal gruppo, “ma sembra invece che l’economia sia sul punto di compiere un atterraggio morbido a lungo atteso, con un simultaneo” calo della crescita e dell’inflazione.

Secondo alcuni economisti, le aspettative di una crescita più debole lasciano alla Fed un margine di manovra per ridurre i tassi di interesse.

“Nel complesso, con le pressioni inflazionistiche contenute, non c’è motivo per cui la Fed non debba peccare di cautela e anticipare i tagli dei tassi”, afferma Seema Shah, chief global strategist di Principal Asset Management.

La preoccupazione è che, sebbene si preveda che l’inflazione si allenti nel breve termine, un trend di inflazione core superiore al 3% è ancora ben al di sopra dell’obiettivo di inflazione del 2% fissato dalla Fed. Ma i dati recenti hanno convinto la banca centrale che un’attività economica più morbida è ora la priorità rispetto al controllo dell’inflazione.

“È giunto il momento di adeguare la politica”, ha dichiarato il presidente della Fed Powell alla conferenza economica annuale della banca centrale a Jackson Hole, nel Wyoming.

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