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Il “whatever it takes” di Powell

Pubblicato 23.06.2022, 08:50

Il mercato azionario continua ad essere in difficoltà. La volatilità degli indici tiene lontano il “denaro buono” che predilige porti sicuri piuttosto che mari tempestosi. Tutto continua a ruotare intorno alla comunicazione dei banchieri centrali. In audizione al Senato USA Powell ha dichiarato di essere pronto a “utilizzare tutti gli strumenti necessari per riportare il target d’inflazione di medio termine al 2%. L’economia è molto forte e ben posizionata per gestire una politica monetaria più restrittiva”. Da notare però che lo spread BTP/Bund resta stabilmente sotto i 200 punti base. L’annuncio di uno “scudino”, che dovrebbe essere pronto già a luglio, ha calmato la speculazione. Non si può escludere che il flussi in uscita dall’azionario si stiano quindi “scaricando” sui Titoli di Stato.

Arrivano i direttori

Il calendario macroeconomico di oggi prevede alle 9:30 il dato relativo all’indice di giugno dei direttori acquisti de settore dei servizi tedeschi. Il consenso vede un calo sul mese precedente ovvero 54,5 punti rispetto a 55. A circa un’ora di distanza sarà il turno dell’indice di giugno dei direttori acquisti del settore manifatturiero nel Regno Unito. Previsto un dato stabile sul mese precedente. Nel pomeriggio in USA alle 14:30 la rilevazione sulle richieste settimanali di disoccupazione, mentre alle 16:00 nuova audizione di Powell di fronte alla commissione finanze della Camera USA.

Nello Spazio c’è pace

Nelle stazioni spaziali internazionali russi e americani lavorano ancora insieme. Non ci sono state ripercussioni dai conflitti geopolitici in corso sulla Terra. Anche nella stazione di controllo, basata a Vienna sotto il coordinamento delle Nazioni Unite, vengono prese quotidianamente decisioni importanti, senza veti o esclusioni da parte dei Paesi belligeranti. L’Economia spaziale è il futuro ma in qualche modo anche il presente. Le stime più recenti indicano già oggi un valore di 500 miliardi di dollari e, con tassi di crescita annui a doppia cifra, la proiezione è di 1 miliardo di dollari in pochi anni. Non si tratta di un unico settore industriale ma filiere che lavorano insieme e vedono coinvolte, con ruoli di primo piano, anche PMI italiane. A parte l’investimento diretto nelle singole società, quotate o non quotate, sono pochi e illiquidi, gli strumenti finanziari diversificati per puntare su questo trend, ma la loro crescita andrà sicuramente di pari passo con l’industria di riferimento.

Correzione o bear market?

E’ chiaramente in corso un re-pricing sia sull’azionario che sull’obbligazionario. La fase è complessa ma si stanno probabilmente aprendo delle interessanti opportunità. Pensiamo, ad esempio, che questo è il secondo peggiore inizio anno della storia dell’indice S&P 500. Nel 1932 era iniziata peggio (-40,5%), ma nella seconda parte dell’anno l’indice recuperò oltre il 40% (si ringrazia Francesco Casarella per lo spunto).



Gli spread sulle obbligazioni investment grade è salito in maniera significativa, ma se si guarda al default rate, è difficile giustificare certi rendimenti. Sull’azionario ci sono poi dei settori che, a prescindere dal fatto che si entrerà in recessione, continueranno a performare bene: pensiamo al farmaceutico o quello tecnologico. Che sia correzione o bear market quindi, un portafoglio ben diversificato e anticiclico rappresenta una buona opzione per difendere i propri risparmi.

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