Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
Mentre ci avviciniamo agli eventi più importanti della settimana, la sensazione è che i tori del Dollaro stiano scalpitando.
Sebbene negli ultimi due giorni non ci sia stato un movimento al rialzo deciso, i “longhisti” del biglietto verde hanno evitato quella che inizialmente sembrava una pericolosa correzione.
Una mano in tal senso è arrivata anche dai rendimenti obbligazionari, orientati verso l’alto, mentre l'Future Oro ha riperso quota certificando una maggiore propensione al rischio.
Tutto ciò si riflette su Wall Street, con indici azionari che rivedono i massimi assoluti.
Quella odierna potrebbe essere una giornata di consolidamento in vista della Fed, che come sappiamo dovrebbe annunciare il terzo rialzo annuale dei tassi di 25 punti base.
Le principali coppie valutarie si trovano a ridosso di livelli chiave, ad esempio EUR/USD è in prossimità di 1,1800 mentre USD/JPY è poco sopra 113,00. Il Cable è in vicinanza del supporto 1,3335 e per quanto riguarda il Pound potrebbe essere una giornata cruciale (a breve vi diremo perché).
Per quanto riguarda il Dollaro, visto e considerato che il mercato è dollarocentrico, sarà importante vedere i rendimenti obbligazionari al rialzo e ciò potrebbe accadere qualora la Fed dovesse trasmettere prospettive incoraggianti sul lato inflazione.
Wall Street concludeva la prima sessione settimana sui massimi assoluti: segnaliamo l’SP 500 + 0,2% a 2560 punti.
I mercati asiatici si sono mostrati deboli (Nikkei -0,3%), anche gli indici europei stanno spingendo mostrando una certa voglia ribassista.
Sul valutario segnaliamo un lieve indebolimento del Dollaro in corrispondenza dell’apertura europea, ma l’unica divisa che continua a sovra performare – rispetto al biglietto verde – è il neozelandese.
Sul fronte materie prime, detto dell’oro , il Future Petrolio Greggio WTI ha ripreso la corsa al rialzo: il WTI verso i 60 dollari al barile, mentre il BRENT ha varcato la soglia dei 65 dollari, ampliando di fatto lo spread tra i due strumenti.
Sul fronte macro economico l'attenzione sarà focalizzata sull'inflazione del Regno Unito: alle 10:30 verranno rilasciati i dati di riferimento, il consensus suggerisce un 3,0% invariato rispetto alla lettura precedente, mentre il dato core non dovrebbe discostarsi dal 2,7%. Il PPI dovrebbe risalire al +6,8%, un dato preoccupante perché suggerisce prezzi elevati per il comparto delle materie prime.
Dovremo anche considerare che il governatore della Bank of England, Carney, presenterà al cancelliere Hammond una relazione che spiega le cause di un tasso d’inflazione oltre un punto percentuale rispetto al target del 2,0%.
Altro dato importante lo ZEW (sentiment economico) tedesco delle ore 11: dovrebbe calare leggermente a 18,0 punti (dai 18,7 precedente), ma sarebbe da considerarsi ancora un valore elevato.
I dati sull’inflazione degli Stati Uniti, inerenti la produzione, verranno rilasciati alle ore 14: il PPI nominale dovrebbe raggiungere il +2,9% (da + 2,8%), mentre l'indice PPI dovrebbe scendere leggermente al + 2,3% (dal + 2,4%).
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