Lo scopo di questo articolo è discutere del mercato azionario europeo nel suo insieme, concentrandosi sulla sua recente performance e sulle mie prospettive per la seconda metà del 2024.
Stando così le cose, mi piace gestire il rischio nel miglior modo possibile, e questo mi porta verso i mercati sviluppati dell’Europa che reputo un poli-mercato intelligente ed efficiente dove investire un po’ di soldi. In questo articolo spiegherò perché guardo con favore a questa regione e in che modo gli investitori potrebbero trarre profitto da questa prospettiva nei prossimi mesi.
Per iniziare, voglio gestire le aspettative di chi mi legge. Pur continuando a credere che i prezzi azionari abbiano un percorso verso l’alto, devo riconoscere il territorio tecnico raggiunto in termini di valutazioni relative. Le azioni non sono economiche in termini assoluti, e i mercati statunitensi ne sono un chiaro indicatore (a soli pochi punti percentuali dai massimi storici). Allo stesso modo, anche le azioni europee (e altri mercati sviluppati) sono stimate e analizzate in rialzo.
Detto questo, vale la pena notare che, nonostante questa sovraperformance delle azioni europee, queste hanno il vantaggio di uno sconto relativo rispetto agli Stati Uniti (come misurato dall’S&P 500). Le azioni europee vengono scambiate al di sotto delle loro controparti statunitensi in termini di livelli P/E, e sono anche al di sotto della loro media P/E a lungo termine. Ciò potrebbe invogliare gli investitori orientati al valore a continuare ad acquistare.
Le azioni europee non sono realmente costose in termini di indicatori micro rispetto agli Stati Uniti ed al loro stesso trend storico. Anche se esito a dire che sono convenienti, le loro valutazioni attuali possono dirsi neutrali tra la necessità di fare profitti e la prospettiva di abbracciare nuovi business. In tutto questo scenario vedo il motivo per rimanere rialzista, anche se le mie aspettative sono tendenzialmente prudenti.
Il secondo motivo per cui rimango lungo sulle azioni dell’Europa continentale ha a che fare con il fatto che la guerra Russia-Ucraina rimane contenuta nell’Europa orientale. Sebbene questo conflitto non sia “buono” per nessuna ragione, in queste ultime settimane il timore che il conflitto si possa diffondere nel contesto globale si sta pian piano neutralizzando anche perché avrebbe un impatto sull’Europa centrale/occidentale particolarmente dirompente sul lato economico, umanitario e sociale.
A quanto pare i miei timori erano un po' eccessivi e la perdita di fiducia di inizio anno dell'Europa a causa del conflitto si è rivelata una grande opportunità di acquisto. I guadagni sono stati costanti da allora, quindi non ho molti rimpianti. Ancora più importante, la mia aspettativa è che questo conflitto rimanga contenuto entro i confini di Russia e Ucraina, e quindi non sono riluttante ad avere un’esposizione azionaria all’Eurozona per la seconda metà del 2024.
Ci sono molte ragioni per cui questo contenimento è positivo per gli investitori. Uno in particolare è che i consumatori europei non avvertono più il peso dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei servizi pubblici.
Nel 2022 (e anche nel 2023) la minaccia delle sfide della catena di approvvigionamento russa, dei costi per famiglie e imprese e del freddo invernale ha visto aumentare drasticamente i prezzi dei fattori produttivi per l’energia. Ciò ha creato un vero shock per le famiglie europee e ha danneggiato il contesto dei consumi. Sebbene quel logoramento delle finanze familiari fosse molto sentito in quel momento, si rivelò poi relativamente di breve durata rispetto a quello che avrebbe potuto essere anche per l’intervento dei governi europei che misero in atto politiche di partnership alternative con altri paesi produttori di energia e di gas per operare la transizione energetica. Fortunatamente, i prezzi si sono moderati alla fine del 2022 e sono rimasti a livelli più bassi e sostenuti per tutto il 2023 e anche all’inizio del 2024.
Ciò è importante sia per gli investitori nella regione sia per sostenere il potere di spesa dei consumatori in futuro. Migliora il sentiment e la fiducia e porta ad una più ampia spesa delle famiglie consumatrici poiché esso viene alleggerito il costo nelle bollette energetiche o elettriche.
Il contesto macroeconomico è in miglioramento e questo è utile sia alle aziende che ai consumatori e sembra essere su un percorso sostenibile. Naturalmente, la guerra nell’Europa orientale rappresenta un vero problema ed una circostanza contraria, ma continua ad esserlo col passare del tempo e il conflitto continua ad essere contenuto.
Un altro fattore che ritengo sia di buon auspicio per l’Europa nel suo insieme è che l’attività economica sembra essere in forte ripresa. Ciò differisce sostanzialmente sia dagli Stati Uniti che dalla Cina, così come da altre parti del mondo. Mentre altre nazioni/zone economiche potrebbero avere letture economiche più positive per il momento, l’attività dell’Eurozona è in ripresa e la crescita ha accelerato dalla fine del 2023 ad oggi.
Ad essere onesti, si potrebbe vedere la cosa in due modi diversi. Sembra che gli Stati Uniti potrebbero avere un vantaggio in termini di espansione della propria economia più a lungo dell’Europa. D’altro canto, il mercato è lungimirante e la recente accelerazione dei parametri economici in Europa suggerisce che la crescita potrebbe essere più forte nei prossimi mesi. Tutto dipende dalle prospettive delle politiche industriali governative e dalle prospettive di ciascun investitore, personalmente considero questo rialzo come un forte segnale che la seconda metà dell’anno in Europa sarà positiva.
Naturalmente, nessuna discussione su una tesi di investimento è completa senza uno sguardo ad alcuni rischi. L’Europa non fa eccezione: ci sono molte cose di cui preoccuparsi, come in ogni angolo del mondo. La principale minaccia che mi viene in mente è la Russia, sia per quanto riguarda l’attuale guerra in Ucraina che per le sue ambizioni, seppur del tutto celate, in tutto il continente. Resta un jolly di cui il resto d’Europa deve essere profondamente consapevole – e questo non è qualcosa che cambierà nel breve periodo.
Oltre alla natura geopolitica dell’inasprimento delle relazioni russo-occidentali, ci sono implicazioni economiche. La Russia si è impegnata a ridurre la produzione di petrolio per controbilanciare le sanzioni imposte su di essa (dagli Stati Uniti e dagli alleati dell’Europa occidentale) e per far salire i prezzi del petrolio nel breve termine. Ciò è abbastanza coerente con la strategia più ampia dell’OPEC+ e vediamo che la Russia ha ancora spazio per procedere ai tagli se vuole raggiungere le quote precedentemente annunciate.
Se la Russia continua su questa strada da sola, non avrà un impatto enorme sul mercato, ma se questo diventasse indicativo di un numero maggiore di paesi produttori di petrolio, ciò potrebbe avere implicazioni economiche più ampie. Il principale indicatore sarà la pressione sui consumatori globali, un settore che ho già menzionato e che ha un grande impatto sugli investimenti azionari europei.
Il mercato ha premiato gli investitori nella prima metà del 2024 e prevedo che alcuni dei settori principali (bancario, energetico e industriale) continueranno a registrare buone performance nella seconda metà dell’anno. Ciò include le large cap statunitensi, l’oro e, come spiegato qui, le azioni europee. Tutti questi temi hanno avuto successo e personalmente penso continueranno ad averlo nel secondo semestre 2024.
Buon proseguimento.
Cav. Vito Fernando D’Onghia
Divulgazione: ho scritto io stesso questa analisi ed esprime il mio pensiero.
Evidentemente non vengono fornite raccomandazioni d’investimento e quindi le inclinazioni degli investitori, dopo la lettura dell’analisi, vanno approfondite con i consulenti finanziari per una corretta pianificazione finanziaria.
Donarg srl non detiene in portafoglio alcun ETF azionario europeo; detiene altresì azioni di società energetiche e strutture finanziarie con sottostanti azioni dei settori tecnologico e energetico.