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Inflazione: i banchieri centrali si tengono al passo, rendimenti dei Treasury alti

Pubblicato 05.10.2021, 12:55
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

I malfunzionamenti al Congresso sono sempre di più, mentre gli investitori sono ormai davvero preoccupati per l’inflazione. E questo sta mantenendo alti i rendimenti dei Treasury USA.

10-year Treasury Weekly

Grafico settimanale Titoli del Tesoro a 10 anni USA

Il rendimento dei Treasury decennali, di riferimento, oscilla a poco meno dell’1,5% in un inizio di settimana piatto, dopo aver superato di gran lunga quel livello la scorsa settimana.

Ma i titoli azionari, soprattutto quelli tech, sono crollati. Gli analisti ne hanno dato la colpa ai forti rendimenti dei Treasury, che secondo loro sono stati il risultato dell’inflazione e della remota possibilità di un default del debito.

La Speaker della Camera Nancy Pelosi si è piegata al forte blocco progressista ed è venuta meno alla promessa di tenere una votazione la scorsa settimana sul piano bipartisan per le infrastrutture già approvato dal Senato.

Il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer ha fissato una scadenza al 31 ottobre per approvare il piano sulle infrastrutture e quello sulle spese per le politiche sociali, e il Segretario al Tesoro Janet Yellen ha continuato ad avvertire che il governo finirà i soldi entro il 18 ottobre. Gli analisti dicono che questa data potrebbe in realtà essere i primi di novembre.

Il leader della minoranza al Senato Mitch McConnell ha ribadito la sua intenzione di impedire ai Repubblicani di votare su un incremento o una sospensione del tetto del debito, insistendo che se ne prendano la responsabilità i Democratici, dal momento che vogliono approvare gli enormi piani di spesa senza i voti dei Repubblicani.

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Che manicomio. Fortunatamente, l’economia sembra abbastanza forte da sopportare le turbolenze economiche.

Aumento dei prezzi negli USA e nella zona euro, timori per il tetto del debito, attesi dati sull’occupazione

Il problema economico alla base di tutto è l’inflazione. James Bullard, capo della Federal Reserve Bank di St. Louis, ha dichiarato che l’inflazione potrebbe restare alta per qualche tempo, con i suoi contatti commerciali che gli fanno sapere che alzeranno i prezzi senza problemi.

I dati sulle spese dei consumatori pubblicati venerdì hanno rivelato un aumento dello 0,8% dal mese prima, tra i risparmi della pandemia e la domanda inevasa che hanno fatto aumentare le spese e dimostrato perché le imprese non hanno problemi ad alzare i prezzi.

Bullard si sta mobilitando per un intervento più aggressivo da parte della Fed per limitare l’inflazione. Persino il Presidente della Fed Jerome Powell, che da tempo sostiene che l’inflazione è transitoria, la scorsa settimana ha ammesso che sta restando alta e durando più di quanto si aspettasse.

Bullard teme che le persone possano cominciare ad aspettarsi un’inflazione più alta come norma: aspettative sull’inflazione alla deriva sono la peggiore paura dei policymaker.

Il dibattito sul tetto del debito sta avendo l’impatto maggiore sui rendimenti dei Treasury a scadenza più breve, con il rendimento dei Treasury a un mese schizzato di oltre 2 punti base allo 0,1450%.

L’attenzione degli investitori è inoltre focalizzata sui dati sull’occupazione attesi questa settimana. Il report mensile sull’occupazione ADP sarà pubblicato domani, mentre i dati sull’occupazione non agricola del Bureau of Labor Statistics arriveranno venerdì. Le aspettative sono che i dati saranno abbastanza buoni da dare alla Fed il via libera per il tapering dei suoi acquisti mensili di bond da 120 miliardi di dollari.

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Ma i timori per l’inflazione potrebbero controbilanciare qualunque segnale positivo, con gli investitori che vorranno spingere più su i rendimenti per tenere il passo con l’inflazione ed il rischio di un intervento più rapido della Fed per alzare i tassi di interesse. Bullard, ad esempio, vorrebbe vedere due aumenti dei tassi già il prossimo anno.

Anche in Europa, la crescita e l’inflazione stanno aumentando, spingendo le banche centrali a ridurre lo stimolo monetario. Il Governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey la scorsa settimana ha dichiarato che la Commissione di Politica Monetaria della banca centrale, composta da nove membri, è pronta ad alzare i tassi se necessario per frenare l’inflazione.

L’inflazione tedesca ha segnato il massimo di 29 anni a settembre, secondo i dati pubblicati venerdì, raggiungendo il 4,1%, con le carenze di energia che hanno innescato aumenti dei prezzi. Anche i prezzi dei prodotti alimentari hanno visto forti aumenti. L’inflazione in Francia ha raggiunto il tasso annuo del 2,7% a settembre, un massimo decennale per il paese.

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