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Inflazione, oro e 3 fattori che potrebbero influire sul dollaro

Pubblicato 10.08.2021, 09:45
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
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Rassegna giornaliera sul mercato forex, 9 agosto 2021

 Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Il calendario economico non sarà fitto come quello della settimana scorsa, ma se l’andamento delle materie prime è un segnale, allora potrebbe essere una settimana davvero attraente per i mercati finanziari.

I prezzi dell’oro hanno chiuso la giornata in calo del 2% dopo essere crollati di oltre il 4% all’inizio della seduta asiatica. I prezzi del petrolio sono scesi della stessa percentuale dopo essersi staccati dai minimi. Il dollaro USA è stato misto all’inizio della seduta newyorkese, ma con i rendimento dei Treasury positivi, il biglietto verde è salito contro tutte le principali controparti. Queste forti oscillazioni intraday si possono spiegare osservando i tre principali fattori che influenzano la domanda degli investitori e più precisamente le previsioni per il dollaro USA questo mese. I tre fattori sono: inasprimento monetario, inflazione e variante Delta del coronavirus.

Il dollaro è forte e i prezzi delle materie prime sono deboli in quanto il report di venerdì sull’occupazione non agricola ha aperto la strada alla trattative sulla riduzione degli acquisti questo mese. I membri della Federal Reserve si riuniranno a Jackson Hole alla fine di agosto per il loro simposio annuale e ci si aspetta che annunceranno i piani per rallentare gli acquisti in futuro. I prezzi dell’oro sono crollati per lo stesso motivo ma si sono ripresi in quanto l’azionario è rimasto sotto pressione per tutta le seduta newyorkese. La forte crescita occupazionale ha fatto schizzare le azioni a nuovi massimi venerdì, ma i titoli non sono riusciti ad estendere i guadagni.

Gli investitori sono preoccupati per l’inflazione e per la variante Delta più contagiosa. I dati sui prezzi al consumo e alla produzione sono in calendario, e sebbene ci si aspetti un aumento dei prezzi, il ritmo della crescita potrebbe rallentare. L’aumento del mese scorso è stato il maggiore degli ultimi 13 anni, dunque una decelerazione è probabile. I prezzi del legname, in salita per tutto il primo semestre dell’anno, sono crollati a luglio e ora sono ai minimi dal 2018. I prezzi delle auto usate sono scesi del 2,6% dal mese precedente, secondo il rivenditore Manheim. I prezzi influiranno sul tapering della Fed? Probabilmente no, ma potrebbero essere la scusa per le prese di profitto per il dollaro USA.

La preoccupazione maggiore, perché potrebbe far deragliare i piani di tutti, è la variante Delta. Gli Stati Uniti hanno una media di più di 100.000 casi al giorno, la più alta da febbraio. Le restrizioni e l’obbligo di indossare le mascherine stanno tornando in tutto il mondo e molte aziende stanno rinviando i piani di riapertura degli uffici. Gli investitori temono che se l’aumento dei casi non rallenterà, allora rallenteranno i viaggi e altre attività sociali. Il sell-off del petrolio, il recupero intraday dell’oro e il calo delle azioni riflettono la crescente agitazione dei mercati. Temiamo che i mercati stiano sottovalutando la capacità della variante Delta di far crollare la domanda e di far tornare l’avversione al rischio. Potremmo già averne visto un segnale nel rally odierno del dollaro USA. Una parte dei rialzi può essere attribuita ai dati positivi, ma il biglietto verde potrebbe anche aver attirato gli investitori come rifugio.

Oltre all’IPC statunitense, gli altri dati da seguire saranno il sondaggio tedesco ZEW di martedì, il rapporto sul PIL del 2° trim. del Regno Unito di giovedì e l’indice PMI delle imprese neozelandesi di venerdì.

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