Alle 14.31, subito dopo l’uscita del dato sull’inflazione americana (IPC a +9.1% anno su anno contro +8.8% atteso) i mercati hanno reagito nella seguente maniera:
- Indici azionari Europei in calo
- Futures indici azionari USA in calo
- Dollaro in rafforzamento VS Euro
- Rendimenti bond in salita
La reazione tuttavia è rientrata in serata, con i principali indici azionari che hanno chiuso tra -0.95%Euro Stoxx 50 e -0.15% NASDAQ Composite (considerando che per i tech/growth era lo scenario peggiore indubbiamente una chiusura positiva).
La domanda che ora dobbiamo farci è se a noi il dato di ieri sull’inflazione cambia qualcosa nei portafogli…
La metterei in questi termini: se cambi i tuoi obiettivi e la tua asset allocation per uno 0.3% di inflazione (USA) superiore alle attese, è probabile che sui mercati farai sempre molta fatica a guadagnare. Questo perché ancora una volta, correre in balìa dei mercati non ha mai portato da nessuna parte, ho già ripetuto più volte che questi dati, così come le trimestrali che inizieranno oggi, sono variabili di cui semplicemente NON abbiamo il controllo.
Quello che vedete sotto, è uno dei miei portafogli da inizio anno (costituito da 3 sotto-portafogli che sono un permanent statico, un obbligazionario puro ed un azionario puro).
Se vedete la ripartizione per asset class, al momento le maggiori asset class sono:
- 50% azionario
- 17% liquidità
- 11% obbligazionario
- 5% materie prime
Anche qui, il dato di ieri sinceramente non cambia nulla ai miei piani di investimento liquidità o di obiettivi a lungo termine. E’ solo una delle tante fasi di mercato che mi troverò ad affrontare. Pertanto ho già impostato dei livelli di ingresso specifici della liquidità (se i mercati dovessero scendere ancora) sapendo già cosa andare a comprare.
Nella foto sopra, ho inserito gli Equity Risk Premium di tutti i mercati azionari del mondo, come possiamo notare, a livello di macro-zone abbiamo i seguenti valori:
- USA e Canada: 6.01%
- Europa: 7.07%
- Africa: 13.37%
- America Latina: 11.21%
- Asia: 7.57%
- Australia e NZ: 6.01%
- Middle East: 8.03%
In quasi tutti i Paesi infatti, il calo degli ultimi 6 mesi non ha fatto che aumentare la convenienza dell’azionario, con l’aumento dei premi per il rischio. Trovare la lucidità in queste fasi, quindi contare sulla gestione della nostra emotività, sulla gestione del nostro capitale, gestire il nostro orizzonte temporale e la nostra asset allocation, sono le uniche cose che possiamo controllare. Capito questo, non rischieremo la nostra salute mentale sui mercati indovinando dati che su orizzonti lunghi non conteranno nulla.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico"