Non è mai facile investire in periodi di guerra, soprattutto perché solitamente (almeno nel primissimo periodo) i mercati hanno come reazione più probabile quella di scendere.
Risulta tuttavia sempre molto interessante analizzare come cambiano le scelte degli investitori in questo periodo, quali sono i titoli o le altre asset class preferite, e quale incidenza hanno nelle loro decisioni.
Entrando nel dettaglio di questa ricerca, dall’osservatorio privilegiato di Investing.com, siamo andati a fare il punto sulla situazione generale lato interessi degli investitori nel periodo subito successivo all’invasione russa in Ucraina, ed i risultati, sebbene per certi aspetti facilmente condivisibili, ci regalano una grande attenzione e reattività ai cambiamenti di mercato.
Dall’immagine sopra, possiamo notare come la categoria di investimenti preferita e più ricercata dagli investitori sia quella delle azioni, intese come singoli titoli e non come indici (tra l’altro seconda categoria più seguita).
Perciò ad esempio, nonostante gli italiani vengano spesso definiti come “bot people”, ad indicare la loro preferenza verso le obbligazioni, qui non vediamo assolutamente questo tipo di interesse.
Vediamo inoltre come la terza categoria di investimenti ed asset class più ricercata a marzo sia proprio quella delle materie prime, in quanto a seguito del conflitto sono risultate non solo una delle asset class più performanti, ma anche più ricercate poiché impattate direttamente se pensiamo a Future Petrolio Greggio WTI e Future Gas naturale ad esempio.
E proprio il tema Russia è ciò che ha incuriosito maggiormente gli investitori nel periodo del conflitto, con i maggiori incrementi in termini di interesse su titoli legati al settore del Gas, oppure attinenti al settore della difesa, nonchè al settore bancario per via delle senzioni e dei blocchi imposti al settore.
- Gas Plus SpA (BIT:GSP), azienda italiana operante nel settore del gas con +339% di ricerche tra la settimana prima e dopo l’invasione
- Il cambioEUR/RUB, +335% tra prima e dopo
- UniCredit SpA (BIT:CRDI) ed Intesa Sanpaolo SpA (BIT:ISP) (+146% e +100%) in quanto non solo sono le principali banche italiane e fanno parte di un settore molto seguito negli ultimi mesi
Ma c’è un altro elemento che invece risulta essere una conferma nelle scelte degli investitori italiani, ovvero il fenomeno dell’ “home bias”. Infatti, se notiamo dal grafico sopra, 4 su 5 termini più cercati sono titoli azionari italiani, a conferma che quanto si dice in giro è vero, gli italiani preferiscono orientarsi su tutto ciò che riguarda il “made in Italy” anche nei propri portafogli.
Sebbene questo sia limitante in termini di scelte (l’Italia pesa meno dell’1% nella capitalizzazione di Borsa mondiale) resta un dato di fatto.
Non solo home bias, ma anche socializzare e condividere con gli altri tutto ciò che riguarda i mercati e gli investimenti.
Da recenti indagini Consob, è risultato che gli italiani utilizzano come “fonti di suggerimento” per prendere decisioni, amici e parenti, nonché i canali social, sempre più seguiti.
Ecco, questo stesso fenomeno lo ritroviamo nei termini più cliccati dell’ultimo periodo, ovvero moltissimi forum, quindi vere e proprie community di investitori che si scambiano ogni giorno idee e commenti su un determinato titolo o mercato.
Anche qui come sempre, notiamo che gli “oggetti di interesse” preferiti dalle community di investitori italiani sono proprio i titoli di casa nostra, con i forum più seguiti che sono relativi a Telecom Italia (BIT:TLIT), Intesa Sanpaolo SpA (BIT:ISP), UniCredit SpA (BIT:CRDI), Stellantis NV (BIT:STLA), Eni SpA (BIT:ENI).
Insomma, moltissimi tratti degli investitori italiani che già potevamo “intuire” dal sentire comune, ma che trovano riscontro anche nella nostra realtà e sono accentuati nei periodi di forte stress sui mercati.