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Italia maglia rosa in Europa

Pubblicato 22.02.2024, 09:12
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


“E non è certo il tempo quello che ti invecchia e ti fa morire” (Afterhours, Non È Per Sempre)


Italia maglia rosa in Europa ma non è necessariamente una buona notizia. Piazza Affari ha chiuso la seduta di ieri in rialzo di oltre l’1% superando la soglia di 32mila punti. Nuovo massimo da 16 anni, ma alimentato solo dal buon momento del comparto bancario. Il segnale che gli operatori continuano a scommettere sul perdurare di un elevato livello dei tassi di interesse, non una buona notizia per l’economia. Che infatti preoccupa come dimostrano le dichiarazioni in arrivo dalla Germania. “Siamo in acqua agitate” ha dichiarato il Ministro dell’economia tedesco che ha confermato come il Pil nel 2024 crescerà solo dello 0,2% causa instabilità globale. Non una buona notizia per l’Italia principale partner commerciale della Germania. E infatti gli indici delle mid-small cap italiane hanno chiuso intorno alla parità, mentre da inizio anno hanno accumulato quasi il 10% di sottoperformance rispetto alle blue chip. La giornata di oggi è ricca di dati macro: alle 10:00 l’inflazione in Italia a gennaio, alle 11:00 l’inflazione nell’area dell’Euro a gennaio, alle 14:30 le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, alle 15:45 l’indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero a febbraio, alle 16:00 le vendite di abitazioni esistenti a gennaio.
Buon compleanno Next Generation EU


Nel corso di questa settimana ricorre il terzo anniversario dell’approvazione del Next Generation EU, lo strumento che ha rimesso in moto l’Europa dopo la pandemia mettendo al centro investimenti pubblici e privati. Una storia di successo per la politica comune europea, e uno strumento rivoluzionario, senza precedenti, che per la prima volta ha legato l’utilizzo di strumenti finanziari di debito comune, anziché sovrano, all’approvazione di riforme politiche, economiche e sociali. Per comprenderne la portata bastano pochi numeri: nel 2019 le emissioni di debito comune europee erano ammontate a €400 milioni di euro, mentre nel 2022 sono arrivate a €120 miliardi. Il risultato “finanziario” è stato quello di ridurre lo spread dei titoli di Stato sovrani e aumentare la diffusione dell’euro nei portafogli mondiali. L’impatto economico è invece stato inferiore alle attese, ma principalmente a causa dell’instabilità geopolitica. Le ultime stime della Commissione Europea fissano nel +1,4% il PIL aggiuntivo al 2026 ma con differenze significative. Il Next Gen Eu ha impattato molto positivamente sul PIL dei Paesi periferici dell’Unione ovvero dell’Est e del Sud, accorciando il gap tra le diverse economie. L’Italia è il primo Paese per obiettivi ed investimenti, il 54% dovrebbe essere raggiunto nell’anno in corso portando alle casse dello Stato oltre €100 miliardi, in gran parte da restituire ma a tassi inferiori rispetto a quelli del rating nazionale. Anche per questo lo spread è tornato sui livelli di 2 anni fa, e il tasso del BTP a 10 anni è inferiore a quello di pari scadenza statunitense. L’Unione fa la forza.

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La morte del cigno, nero


L’economia degli Stati Uniti sorprendentemente resiliente e il mercato azionario sui massimi storici sta causando enormi perdite ai contrarian ovvero agli investitori che puntano sul ribasso in conseguenza di eventi economici estremi. Tra questi gli ETF progettati per resistere o addirittura approfittare degli eventi chiamati Cigni Neri, o calamità impreviste, come la crisi finanziaria del 2008, in grado di fare crollare i mercati rapidamente. Il Simplify Tail Risk Strategy ETF ha annunciato pochi giorni fa di essersi arreso mettendosi in liquidazione dopo aver perso il 99,8% del proprio valore dall’emissione avvenuta nel settembre 2021. Il controvalore degli asset era sceso da $110 milioni a circa $2 milioni, e anche dopo un raggruppamento dei titoli in circolazione di 1 per 20, era rimasto bloccato in una situazione di penny stock. Un EFT simile, il Cambria Tail Risk ETF, si trova nella stessa situazione registrando registrato una perdita del 46% dal suo avvio nel 2017, riducendo i propri asset da un massimo di quasi $500 milioni a $90 milioni circa. Per un certo periodo tempo queste strategie hanno sicuramente portato dei benefici agli investitori, con il mondo in lock-down a causa della pandemia, la guerra in Ucraina, l’inflazione galoppante e gli aumenti dei tassi di interesse che avrebbero dovuto portare gli Usa in recessione. Ma il mercato azionario ha battuto ogni previsione pessimistica, portando l’indice S&P 500 oltre il 40% dai minimi del 2022, sino al massimo storico di oltre 5mila punti.

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