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L'importanza del dollar index nella comprensione del quadro globale

Pubblicato 24.09.2013, 09:49
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Chi compra asset rischiosi in questo momento è destinato a rimanere deluso o da qui alla fine dell'anno si può stare relativamente tranquilli? Il primo mercato da analizzare per cercare di rispondere a questi dubbi è quello del dollaro. Il grafico del Dollar Index, paniere delle principali monete contro quella Usa (ma con peso preponderante dell'euro), dopo il tentativo di rialzo visto nella prima parte del mese di settembre, ha intrapreso di nuovo la via del ribasso. I prezzi hanno toccato con i massimi del 5 settembre a 82,7 circa il 50% di ritracciamento del ribasso dal picco di luglio a 84,75, dando quindi l'impressione che il recente rimbalzo sia stato solo di natura temporanea. La violazione dei minimi di fine agosto a 80,75 comporta anche la rottura al ribasso della trend line che sale dai minimi di agosto 2011 e della media mobile a 400 sedute, strumento che approssima il trend di lungo periodo. Con la discesa al di sotto di area 80,75 si aprono spazi di ribasso per il dollaro fino in area 75,50 (la fase sostanzialmente laterale disegnata dai prezzi dal picco di maggio si dimostrerebbe una sorta di doppio massimo, figura che proietta in caso di completamento un obiettivo almeno proporzionale alla sua ampiezza). Di norma, e non esistono motivi per dubitare del mantenimento di questo rapporto anche nel prossimo futuro, a fasi di debolezza del dollaro corrispondono momenti di espansione per la borsa, quindi la violazione di area 80,75 sul grafico del Dollar Index sarebbe da leggere come una conferma dell'apertura di nuovi ampi spazi di crescita anche per lo S&P500. Allo stesso modo ovviamente la rottura di 82,70 sarebbe invece da intendere come un segnale contrario al proseguimento del rialzo per l'azionario. Gli spazi di rialzo per lo S&P500 in caso di superamento dei record di agosto di area 1710 non appaiono tuttavia particolarmente ampi, l'indice si muove infatti dai minimi di inizio 2009 all'interno di un canale crescente che a sua volta ne contiene un altro, originato dalla flessione terminata ad ottobre 2011, i cui limiti superiori sono attualmente quasi coincidenti in area 1770. Pensare che lo S&P500 possa avere ragione di una tale formidabile area di resistenza senza subire prima una fase di ripiegamento appare molto azzardato, per quanto l'intonazione di fondo sia al momento positiva, e lo resterà fino a che i prezzi si manterranno al di sopra di area 1650 (dove transitano la media mobile a 100 giorni e la linea che sale dai minimi di novembre 2012), è possibile che investire sulle principali blue chip Usa non sia forse la scelta più profittevole. Situazione analoga per l'indice Nasdaq, per il quale, utilizzando ancora una volta lo strumento dei canali, si individuano obiettivi in area 3900, non distanti quindi dai livelli attuali. In caso di proseguimento dell'onda "risk on" sostenuta dalla debolezza della moneta Usa sarebbe quindi forse ragionevole spostare l'obiettivo degli acquisti in altre aree, come ad esempio l'area euro, che dovrebbe in ogni caso beneficiare di un prolungamento della fase monetaria espansiva statunitense. L'indice Eurostoxx 50 ad esempio sembra avere maggiori spazi di crescita rispetto alla controparte americana, con target fino in area 3300 circa. Da non sottovalutare poi le possibilità di crescita dell'oro, e dell'argento, in presenza di un ribasso consistente della moneta Usa. Il prezzo del metallo giallo è già rimbalzato con decisione dai minimi di giugno toccati a 1185 dollari circa riportandosi in vista di quota 1430, dove si colloca un importante livello di ritracciamento ricavato dalla successione di Fibonacci (il 38,2%) calcolata per il ribasso dal picco di ottobre 2012. La rottura di questa soglia porterebbe con buona probabilità ai livelli successivi di ritracciamento, posti a 1490 e 1560 dollari, livelli raggiungibili in tempi relativamente brevi. Sarebbe invece la violazione di area 1220 dollari, dove transita la linea che sale dai minimi di fine 2008, a mettere fine alle speranze di crescita. Nel caso dell'argento invece al superamento della resistenza chiave di area 25 i target, sempre legati al calcolo dei ritracciamenti di Fibonacci relativi al ribasso dai massimi di fine 2012, si collocherebbero a 27 e 29 dollari. Sotto area 19 verrebbero invece negate le prospettive di rialzo.

Dollar Index

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