Market Brief
Il mercato dei cambi calibra i livelli dopo una settimana altamente volatile, in scia alla decisione del FOMC, al crollo del petrolio e agli interventi a sorpresa sui tassi in Russia e Svizzera. In questo venerdì, i mercati azionari asiatici si sono mossi in territorio positivo: il Nikkei ha guadagnato il 2,39%, l’Hang Seng e il Composite di Shanghai hanno recuperato rispettivamente l’1,33% e l’1,67%, l’ASX ha compiuto un rally del 2,45%. L’EUR/USD ha consolidato la debolezza nella stretta fascia compresa fra 1,2274 e 1,2298 in Asia. Una chiusura settimanale inferiore a 1,2325 farà entrare il MACD in territorio negativo. Il sentiment intorno all’EUR rimane negativo sull’onda del previsto QE dalla BCE già nel primo trimestre del 2015 e delle prospettive di una politica da falco della Fed. Consistenti barriere per le opzioni si susseguono sotto 1,2300 per la seduta di New York.
La coppia GBP/USD finirà probabilmente nel canale di trend ribassista in atto da settembre a dicembre. Le vendite al dettaglio, che hanno sorpreso al 6,9% a/a (esclusi i veicoli) non sono riuscite a spingere la coppia GBP/USD nell’area di consolidamento rialzista perché l’IPC è sceso all’1% a/a e il tasso di disoccupazione è peggiorato, salendo al 6%. Le barriere per le opzioni in scadenza oggi si susseguono sotto 1,5650/1,5700. L’EUR/GBP è sceso fino alla base ascendente (0,78325) da ottobre a dicembre. Il giudizio è negativo, ci sono solide barriere per le opzioni in scadenza oggi a 0,7850/0,7900. Una violazione sotto la base dovrebbe segnalare vendite più marcate.
La BoJ ha mantenuto invariata la sua politica con 8 voti a 1, lasciando stabile l’obiettivo di crescita monetaria annuale a 80 mila miliardi di yen. Il ministro dell’Economia Amari ha detto che lo yen debole beneficia le esportazioni, ma colpisce le famiglie perché aumentano i costi d’importazione. Ha aggiunto che la flessione del petrolio è positiva per la ripresa, ma che si dovrebbe evitare una deflazione. A questo punto, riteniamo che i mercati si chiederanno se sia davvero necessario un ulteriore indebolimento dello yen. E, cosa ancor più importante, un ulteriore calo dello yen genererà altri benefici? L’USD/JPY e i cross con lo JPY hanno trovato ordini d’acquisto migliori a Tokyo. L’USD/JPY è rimasto sopra la linea di base di Ichimoku (118,65), portandosi poi a 119,47. Il momentum ribassista ha subito un rallentamento, i discreti ordini d’acquisto per le opzioni a 119,00 dovrebbero conferire supporto prima del fine-settimana. L’EUR/JPY continua a rimanere sotto la linea discendente di conversione di Ichimoku (146,92).
Nel corso della settimana, l’USD/CAD ha raggiunto il massimo in corrispondenza della proiezione del 123,6% di Fibonacci sul rialzo da luglio a novembre (intorno a 1,1670). Il rallentamento delle vendite di petrolio ha rallentato il deprezzamento del loonie (CAD) dopo il FOMC, anche se gli indicatori di trend e momentum rimangono nettamente rialzisti per l’USD/CAD. Oggi il Canada pubblicherà le cifre sull’inflazione di novembre. L’IPC primario dovrebbe scendere dal sorprendente 2,4% del mese scorso al 2,2% a/a, ma l’indice di fondo, che esclude i prezzi più volatili riferiti a generi alimentari ed energia, è visto in crescita al 2,5% a/a (rispetto al 2,3% di un mese fa). Secondo Poloz, la situazione macroeconomica è molto difficile. Da una parte, il crollo dei mercati petroliferi dovrebbe intaccare la già fragile ripresa economica e richiedere una politica flessibile della BoC. D’altro canto, un IPC forte dovrebbe spingere la BoC verso torni meno accomodanti, visto che l’obiettivo d’inflazione del 2% viene significativamente violato. Gli ordini d’acquisto per le opzioni sull’USD/CAD si susseguono sopra 1,1475 prima della campanella di chiusura settimanale. Il sentiment rimane negativo per il CAD.
Il calendario economico di oggi prevede la pubblicazione dei seguenti dati: IPP m/m e a/a di novembre, indice GfK sulla fiducia dei consumatori di gennaio in Germania; previsioni sulla produzione e fiducia settore manifatturiero e imprese di dicembre in Francia; tasso di disoccupazione di dicembre in Norvegia; vendite e ordini industriali m/m e a/a di ottobre in Italia; partite correnti di ottobre nell’Eurozona; finanze pubbliche di novembre nel Regno Unito; retribuzioni m/m e a/a di novembre in Italia; IPC m/m e a/a di novembre e vendite al dettaglio m/m di ottobre in Canada.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd