Market Brief
La propensione al rischio torna a fare capolino dopo che dai verbali della riunione del FOMC di ottobre è emerso che i fondamentali economici degli USA sono solidi e che i membri sono d’accordo sul percorso futuro dei tassi.
La chiarezza fornita dai verbali sul ritmo graduale del rialzo del tasso ha stimolato la propensione al rischio. L’indice S&P 500 è salito dell’1,6%, il rally più marcato delle ultime quattro settimane, i tassi USA sono rimasti stabili. Il tono positivo si è propagato anche nella seduta dell’azionario asiatico, tutti i listini sono positivi.
Shanghai ha guidato i rialzi, con un +2,13%. La propensione al rischio ha generato un calo generalizzato dell’USD nel comparto G10 (le valute legate alle materie prime hanno fatto registrare i guadagni più consistenti) e contro le valute dei mercati emergenti. L’USD/JPY è sceso a 123,10 da 123,64, dopo che la BoJ ha mantenuto invariata la sua politica.
Il momentum rialzista dell’AUD/USD ha generato delle coperture di corti, che hanno spinto la coppia fino a 0,7177. Considerando che il mercato è nettamente corto sull’AUD, sono possibili ulteriori liquidazioni forzate di corti.
La bilancia commerciale svizzera è salita a 4,1 miliardi rispetto al dato rivisto al rialzo pari a 3,25 mld. Le esportazioni sono lievitate al 5,4% rispetto allo 0,2% del rilevamento precedente, le importazioni sono salite al 3,5% dal 2,6%.
Su base annua, a ottobre sono calate sia le esportazioni sia le importazioni, rispettivamente del -1,5% e del -5,3%. L’USD/CHF è sceso a 1,0148 da 1,0200 e l’EUR/CHF è crollato a 1,0861, dimostrando un rafforzamento del CHF sulla scia dei risultati positivi sugli scambi commerciali.
A nostro avviso, i verbali della riunione del FOMC non hanno definito del tutto la questione del rialzo del tasso di 25 punti base a dicembre.
Gran parte dei banchieri prevede che il contesto economico americano attuale e futuro sosterrebbe un rialzo del tasso a dicembre. Nei verbali si legge che la modifica nell’orientamento sulla politica di ottobre mirava a “far passare il messaggio che, anche se non è stata presa una decisione, dare avvio alla normalizzazione alla prossima riunione potrebbe essere appropriato”.
C’è stato qualche disaccordo fra i membri sulle previsioni d’inflazione, anche se, in generale, il gruppo concorda sul fatto che l’inflazione tornerà gradualmente al 2,0%. Lacker (Fed) ha detto alla CNBC che c’è stata un’enfasi esagerata sul rischio globale, dichiarando che, “anche in passato, abbiamo vissuto fasi simili, in cui qualche difficoltà di natura geopolitica o militare ha influenzato l’andamento generale.
Per un po’ le persone diventano più prudenti e sono un po’ recalcitranti, ma queste fasi tendono ad essere transitorie”. La chiarezza fornita dai verbali ha dato una tregua ai mercati, consentendo all’USD di calare marginalmente.
La BoJ ha mantenuto la sua politica invariata: la base monetaria aumenterà a un ritmo annuale pari a 80 mila miliardi di yen. Ancora una volta, la banca centrale è sembrata ottimista sulla valutazione della leggera ripresa economica, sostenuta dagli investimenti nell’edilizia abitativa e dai consumi privati. Tuttavia, per quanto riguarda l’inflazione, la BoJ ha riconosciuto che “di recente alcuni indicatori hanno mostrato sviluppi relativamente deboli”. Nonostante i toni positivi, prevediamo che il rallentamento economico costringerà la banca a intervenire con un nuovo allentamento nel 2016.
Durante la seduta europea, le vendite al dettaglio del Regno Unito dovrebbero mostrare un calo pari al -0,5% m/m a ottobre. La flessione nei consumi privati potrebbe innescare acquisti sull’EUR/GBP, visto che il posizionamento del mercato è nettamente corto.
In Svezia, il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere invariato al 7,3%, ciò suggerisce che la nostra impostazione ribassista sull’EUR/SEK è stabile.
Peter Rosenstreich, Chief FX Analyst,
Swissquote Europe Ltd