Ricevi uno sconto del 40%

La Cina aiuta, la Brexit no... il mercato prova a ripartire

Pubblicato 12.12.2018, 10:29
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Mercoledì 12 Dicembre

Hedgeye

Sono in realtà meno negativo da qui a fine annodi quanto l’imperdibile vignetta di Hedgeye lasci sottintendere o di quanto fossi solo una decina di giorni faquando abbiamo provato senza successo a forzare per l’ennesima volta la media mobile a 100 giorni dell’S&P 500 (2815). La price-action di lunedì, a lungo preoccupante, ha avutoin verità un finale incoraggiante: la rottura dei supporti più volte testati (area 2600-2630) ha mostrato una scarsa capacità di innescare un significativomovimento ribassista (minimo a 2583) e ha provocato una forte reazione contraria (chiusura a 2535, 2% sopra i minimi). Ieri è stata una giornata molto volatile, con una chiusura sostanzialmente flat eun range ancora una volta ampio (2621-2678, poco più del 2%, prendendo le 24h di trading del future sul Globex) che, al margine, ha fornito qualche indizio in più di una potenziale stabilizzazione/rimbalzo in arrivo. La volatilità intraday, presumibile sintomo di una carenza di liquidità destinata ad aggravarsi con l’approssimarsi delle festività, resta indubbiamente fastidiosa per gli investitori e sconsiglia scommesse importanti. Nel complesso sono comunque un po’ più fiducioso sulle prospettive di breve termine, rinfrancato anche dal vedere il settore tecnologico tornare ad sovra-performare (nelle ultime 2 sessioni il Nasdaq Composite ha recuperato 1,57% vs 0,82% dell’S&P 500).

S&P 500

S&P 500

Francia

Lunedì Macron ha dato la sua risposta concreta alle crescenti e sempre meno controllabili protestedel movimento dei gilet gialli. Tagli fiscali in grado di portare benefici soprattutto alla fascia meno abbiente dei lavoratori e dei pensionati: diminuzione dell’imposizione fiscale sulle pensioni più basse, detassazione degli straordinari, speciali bonus di fine anno detassati e senza contributi per le aziende, maggiori crediti fiscali per i percettori di un salario minimo. La maggior parte di queste misure non sono del tutto nuove ma sono un’anticipazione di quanto si erapianificato di mettere in pratica a partire dal 2020-2021. Macron ha dichiarato uno ‘stato di emergenza economica e sociale’, presumibilmente mettendo le basi per il tentativo di depotenziare un conflitto con Bruxelles sullo sforamento del deficit. Uno sforamento che è inevitabile trovandosi il saldo fiscale previsto per il 2019 già al limite del 3,0%. Le prime spannometriche stime di crescita del deficit causate dal pacchetto annunciato si attestano su uno 0,4%-0,5% del GDP. L’elevato moltiplicatore ottenibile aumentando il reddito disponibile dellefasce meno abbienti potrebbe consentire di dimezzare il deterioramento dei conti pubblicima salire sopra i limiti di Maastricht, in area 3,0%-3,5%, è sicuro. Di Maio si è lamentato che la Commissione Europea prenderà in considerazione di iniziare una procedura di Deficit Eccessivo ‘solo’ nella primavera 2019, a differenza di quanto potrebbe succedere con l’Italia. In realtà il percorso scelto dall’Europa, di contestarci la (mancata) riduzione deilivelli debitori e non il semplice deficit di bilancio prevede proprio questo. Non sappiamose le concessioni del governo saranno sufficienti a fermare le sempre più violente proteste in Francia. Intanto però un qualche impatto di mercato si è visto, in particolare euro più debole e sotto-performance dei bond governativi francesi. Qualche osservazione:

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- Una forte espansione fiscale in Francia riporta l’attenzione su quello che mi sembra essere una necessità strutturaledi medio-lungo periodo per un Vecchio Continente sempre più assediato da tensioni sociali significative. Ovvero quello di abbandonare progressivamente la tendenza all’austerità come regola fondante della convergenza europea. Non è detto che così (l’Europa) possa funzionare, ma senza una maggiore flessibilità è ancora più probabile che a un certo punto il giochino delle regole da rispettare si rompa e tutto il progetto europeo vada in crisi. Tutto questo, al margine, è positivo per il BTP in quanto diminuisce l’appetito e/o la capacità di Bruxelles di mostrarsi inflessibile.

- Le dinamiche fiscali prospettiche di Germania e Francia sono da anni in evidente divergenza. Il mercato ha fatto nel tempo qualche sporadico tentativo di giocarsi questa situazione strutturale scommettendo sull’allargamento dello spread OAT-Bundpraticamente sempre senza ottenere alcun successodegno di nota. Credo possa essere interessante riprovarci.

- Euro. Le tensioni politiche europee, quando sono significative, portano in genere vendite sulla moneta unica, alimentando l’incertezza sul futuro del progetto comunitario. La price-action di ieri non ha fatto eccezione (l’EUR/USD ha perso 0.6% riavvicinando la parte bassa del range recente). Guardando oltre il breve periodo, una maggiore spinta fiscale e una conseguente minor disponibilità dell’ECB a concedere sostegno monetario, dovrebbero invero fornire supporto alla moneta unica.

Francia/Germania

Brexit

Le perdite importanti della sterlina (1,5% circa) in queste prime due sessioni della settimana sono lo specchio fedele di una situazioneche non solosi mantiene estremamente incerta ma ha vistoaumentarei rischi di uno sbocco caotico a fine marzo. Theresa May ha deciso di non procedere con il voto di ratifica previsto per ieri sera rendendosi conto che la sconfitta sarebbe stata certa e con la probabile aggravante di un margine tale da distruggere definitivamente il già traballante capitale politico in suo possesso. Un tentativo di riaprire il dialogo con Bruxelles per migliorare in qualche modo almeno la percezione domestica dell’accordo non sta però producendo frutti. Gli oppositori all’interno del partito conservatore hanno deciso di passare all’azione sentendosi in questo momento più forti (o meglio vedendo il Primo Ministro più debole) di quanto mai lo siano stati negli ultimi mesi: almeno 48 lettere (15% dei 315 deputati Tory) per una ‘leadership challenge’ sono state depositate e la sfida verrà presentata oggi alla May con probabile voto sulla sua figura di leader del partito già domani. L’esito appare estremamente incerto. Forse il Primo Ministro ha ancora più del 50% di probabilità di spuntarla ma la sua posizione sembra essersi deteriorata non poco. Dovesse vincere la sua posizione sarebbe indubbiamente rafforzata (non potrebbe più essere messa in discussione per 12 mesi) anche se rimarrebbero tutte le incertezze su che tipo di maggioranza possa essere in grado poi di ratificare questo accordo o una sua versione modificata (nella parte di dichiarazione politica sugli assetti futuri). Dovesse perdere la situazione si complicherebbe non poconella necessità di trovare un nuovo leader che con ogni probabilità sarebbe una figura più oltranzista (sul tema Brexit) rispetto alla May, elevando le probabilità del sempre più temuto no-deal Brexit.

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EUR/GBP

Cina: il valzer delle headlines

Ieri ne abbiamo avute un po’ di tutti i tipi, positive (CHINA IS SAID TO MOVE ON U.S. CAR TARIFF CUT TRUMP TWEETED ON- si tratterebbe di ridurre i dazi dal 40 al 15% / TRUMP SAYS "WATCH FOR SOME IMPORTANT ANNOUNCEMENTS" ON CHINA –TWITTER (NYSE:TWTR)) e negative (FORMER CANADIAN DIPLOMAT DETAINED IN CHINA: REUTERS/ TRUMP ADMINISTRATION TO CONDEMN CHINA OVER HACKING, ECONOMIC ESPIONAGE). In tarda serata è arrivato il piatto forte con la sua dose di supporto per i mercati: Meng Wenzhou è stata rilasciata su cauzione (10 milioni di dolari canadesi e senza passaporto) dal tribunale canadese chiamato decidere sulla procedura. In una intervista a Reuters Trump ha accennato all’ipotesi che la libertà del CFO di Huawei possa essere merce di scambio all’interno di un accordo più ampio con la Cina. Il che, se a prima vista può rappresentare un aspetto positivo nella disponibilità dichiarata ad utilizzare qualsiasi mezzo pur di raggiungere un accordo, non sono così sicuro sia un segnale incoraggiante di come si stiano evolvendo le modalità di gestire i rapporti internazionali...

Mercati asiatici

Coerentemente con il miglioritoni dei mercati occidentali e con le buone notizie provenienti da Vancouver i principali indici del Pacifico mostrano progressi significativi: Nikkei +2,0%, Hang Seng +1,6%, Shanghai Composite +0,4%. Un progresso confermato anche dal future dell’S&P 500, +0,7% rispetto alla chiusura di ieri sera, anche se ancora a distanza rispetto ai migliori livelli toccati ieri (2655 vs 2678).

Brexit, Cina, Francia continueranno a monopolizzare l’attenzione degli investitori. Alla politica si aggiunge la macroeconomia con il dato più significativo della settimana: il CPI americano. Buona giornata.

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