Per la prima volta da settembre 2012, lo yuan cinese è passato di mano sotto la quotazione ufficiale, dopo che, su richiesta della PBoC, le banche agenti hanno comprato aggressivamente USD/CNY e USD/CNH. L’USD/CNY è salito a 6,1250. La PBoC ha annunciato di voler aumentare, nel corso dell’anno, la banda di oscillazione dello yuan e non intende fornire una scommessa univoca agli speculatori prima di procedere. Il Composite di Shanghai cede più del 2,0% (mentre scriviamo), l’Hang Seng ha perso lo 0,39%.
L’AUD/USD ieri ha superato la resistenza a 0,9000 a New York e ha compiuto un rally fino a 0,9049 sugli stop. La debolezza dello yuan ha fatto riscendere la coppia a 0,9015 a Sidney. Anche se la ripresa ha generato un miglioramento degli indicatori tecnici, la debolezza dei prezzi del minerale di ferro e le numerose notizie negative dalla Cina continuano a frenare il rialzo. La prima linea di supporto entra in gioco a 0,8907/38 (media mobile a 50 e 21 giorni). La resistenza chiave di breve termine rimane a 0,9080 / 0,9100 (38,2% di Fibonacci sul calo in atto da ottobre 2013 a gennaio 2014). L’AUD/NZD continua a trovare buone richieste sopra la media mobile a 21 giorni, il momentum rialzista si sta indebolendo.
L’USD/JPY e i cross con lo JPY non si sono mossi granché in Asia ma stamattina, all’apertura dei mercati in Europa, sono stati venduti. L’USD/JPY continua a trovare buoni ordini d’acquisto a 101,19/20 (media mobile a 21 giorni / 38,2% di Fibonacci sul rally in atto da ottobre 2013 a gennaio 2014). I livelli tecnici sono marginalmente rialzisti; manterremo la nostra impostazione positiva finché terrà il supporto a 101,80. Tuttavia, l’attenuazione del momentum limita il rialzo. Permangono solide offerte prima di 103,00. L’EUR/JPY rimane offerto sotto la media mobile a 50 giorni (141,18), nonostante il rafforzamento del momentum, ma l’EUR è soggetto al rischio legato agli eventi in vista della riunione della BCE del 6 marzo.
L’EUR/USD non è riuscito a forare la resistenza a 1,3773, anche se l’IPC a/a superiore alle attese ieri ha ridato brevemente vigore ai tori dell’EUR. La debolezza dell’IPC m/m (-1,1%) frena chiaramente i tori dell’EUR in scia alle prospettive di una BCE accomodante. Gli indicatori di trend e momentum rimangono saldamente positivi, prima di 1,3775 abbondano le offerte, sopra questo livello s’intravedono gli stop. Questa settimana, gli operatori dovrebbero fare attenzione ai rischi al ribasso legati agli interventi verbali dei funzionari della BCE. L’EUR/GBP è risceso sotto la media mobile a 21 giorni (0,82519). Il sentiment è contrastato sopra 0,82000, sotto questo livello partono gli stop.
Il Cable è stato venduto aggressivamente, scendendo sotto 1,6584 a New York, ma poi ha recuperato rapidamente. Il momentum rialzista è più debole, le offerte prima di 1,6700 frenano il rialzo in vista del dato preliminare sul PIL riferito al quarto trimestre in programma domani. Il governatore della BoE Carney ha ribadito di non voler rischiare di danneggiare l’attuale ripresa intervenendo con un intervento di politica monetaria troppo precoce.
Il calendario economico odierno prevede la pubblicazione dei seguenti dati: PIL (definitivo) destagionalizzato quarto trimestre t/t e a/a, consumi privati quarto trimestre, spesa pubblica t/t, investimenti in capitale t/t, domanda interna t/t, esportazioni e importazioni t/t in Germania; fiducia settore manifatturiero e imprese di febbraio in Francia; IPP m/m e a/a di gennaio in Spagna; vendite al dettaglio m/m e a/a di dicembre e fiducia dei consumatori di febbraio in Italia; vendite CBI di febbraio nel Regno Unito; indice dei prezzi delle abitazioni di dicembre, indice S&P/Case-Shiller destagionalizzato su 20 città m/m e composito-20 a/a di dicembre, indice dei prezzi delle abitazioni S&P/Case-Shiller non destagionalizzato e a/a di dicembre, indice sulla fiducia dei consumatori di febbraio e indice sull’attività manifatturiera di Richmond di febbraio negli Stati Uniti.