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La Fed abbandona la forward guidance, speculazioni sulla sua prossima mossa

Pubblicato 02.08.2022, 11:12
Aggiornato 09.07.2023, 12:31
  • Evitare un altro aumento da 75 punti base a settembre sembra difficile
  • I policymaker dicono che l’attenzione dovrebbe essere sull’inflazione, non sulla recessione
  • Le banche centrali, Fed compresa, hanno commesso errori che hanno portato all’inflazione
  • Ora che la Federal Reserve ha rispettato le aspettative di alzare il tasso di tre quarti di punto ed ha abbandonato la forward guidance per consentire ai policymaker di decidere la politica monetaria volta per volta, aumentano le speculazioni sulla prossima mossa della banca.

    In occasione della conferenza stampa dopo il vertice della scorsa settimana del Federal Open Market Committee, il Presidente Jerome Powell ha lasciato intendere che la commissione potrebbe rallentare il ritmo degli aumenti man mano che la domanda risponderà all’inasprimento monetario.

    Ma gli analisti dicono che gli ultimi dati, insieme al crescente scontento dei grossi distributori circa la domanda dei consumatori, implicano che la Fed avrà bisogno di numeri convincenti sul rallentamento dell’economia e l’inflazione per evitare un altro aumento da 75 punti base in occasione della riunione del 20-21 settembre.

    I dati non sono incoraggianti. Giovedì, il Dipartimento per il Commercio ha confermato che l’economia si è contratta nel secondo trimestre ad un tasso annuo dello 0,9% dopo essere scesa ad un tasso dell’1,6% nel primo. Dobbiamo definire i due trimestri successivi in calo recessione “tecnica”, perché i funzionari del governo non vogliono usare la parola con la R.

    E questo ha scatenato le ire dell’esperta Karen Petrou:

    “È difficile pensare ad una disconnessione maggiore tra politica economica e realtà economica rispetto a quando i funzionari pubblici rassicurano gli americani che andrà tutto bene anche se le famiglie con membri lavoratori stanno riducendo gli acquisti essenziali, si stanno indebitando ancora di più, e continuano a sentire parlare di orari ridotti e persino licenziamenti”.

    Un altro importante critico della Fed, l’economista Nouriel Roubini, la scorsa settimana ha dato una previsione cupa. “Ci sono numerosi motivi per cui avremo una grave recessione ed una grave crisi finanziaria e del debito”, ha affermato a Bloomberg TV.

    “L’idea che sarà breve e superficiale è solo un’illusione”.

    La pubblicazione la scorsa settimana dell’indice PCE ha dato altri dati scoraggianti, in quanto ha rivelato un aumento del 6,8% sull’anno a giugno, rispetto al 6,3% di maggio. Persino l’indice PCE core, che i policymaker della Fed considerano un indicatore migliore dell’inflazione perché esclude i prezzi di alimentari ed energetici, è salito del 4,8% dopo il 4,7% del mese prima.

    Due importanti “colombe” della Fed hanno sminuito le voci di una recessione dopo il vertice FOMC, ma entrambi hanno ammesso che l’inflazione è troppo alta e che la Fed deve farla scendere.

    “Molte persone stanno soffrendo”, ha detto il capo della Fed di Atlanta Raphael Bostic in un’intervista a NPR venerdì.

    “E per questo motivo abbiamo davvero bisogno di risolvere la questione dell’inflazione alta e riportare quest’economia ad una situazione più stabile e sostenibile”.

    Neel Kashkari, a capo della Fed di Minneapolis, spiega che la sua attenzione è sull’inflazione, non sulla recessione. “Faremo tutto il possibile per evitare una recessione, ma siamo determinati a far scendere l’inflazione e faremo tutto il necessario per farlo”, ha dichiarato Kashkari a Face the Nation, sulla CBS.

    “Siamo ben lontani dal raggiungere un’economia che abbia di nuovo un’inflazione al 2%. Ed è lì che dobbiamo arrivare”.

    Graeme Wheeler, governatore della banca centrale neozelandese dal 2012 al 2017, è co-autore di un saggio pubblicato la scorsa settimana con il titolo “Come gli errori delle banche centrali dopo il 2019 hanno portato all’inflazione”.

    Wheeler ed il suo co-autore, l’economista Bryce Wilkinson, elencano gli errori: le banche centrali sono state troppo fiduciose nel loro quadro di politica monetaria, troppo fiduciose nei loro modelli, troppo fiduciose di poter controllare produzione ed occupazione, hanno perso l’attenzione sulla stabilità dei prezzi occupandosi di molti altri aspetti, compresi conflittuali “doppi mandati” e la distrazione di obiettivi politici estranei come i cambiamenti climatici.

    La Fed ha commesso ciascuno di questi errori e ora sta cercando di mettersi al passo con l’inflazione. Potrebbe essere troppo tardi per farlo senza la grave recessione di cui parla Roubini.

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Ultimi commenti

le sue parole sono sempre illuminanti, nonchè condivisibili. Quelli della FED e della BCE possono ormai dirci ciò che vogliono, ma i loro errori mi sembrano chiari ed evidenti, tanto che per me hanno perso assolutamente di credibilità. Per mesi mi sono chiesto come potevo io avere un idea migliore di quella dei banchieri centrali che dispongono di dati e modelli econometrici ben maggiori dei miei?! Beh, ero nel giusto. Nel giusto quando consideravo sprovvedute le parole di Powell sull'inflazione transitoria; nel giusto quando consideravo gli stimoli monetari eccessivi rispetto alle esigenze, tanto che il sistema è andato in overshooting. Le responsabilità dei policy maker monetari sono enormi e ci hanno portato ad un inflazione monster. Adesso sarà difficile domare quell'inflazione senza cadere in una profonda recessione. Vi sono tanti dati molti dei quali incoerenti: ho paura che si scaricherà tutto sull'economia reale: vi sono troppi processi inflattivi in giro.
Recessione inevitabile secondo me. É stata solo "posticipata" gli scorsi anni.
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