La giornata delle banche centrali dell’Unione Europea finalmente è arrivata ed i consolidamenti cui abbiamo assistito ieri sul fronte euro e sterlina sono testimoni di come qualche attesa, soprattutto riguardante eventuali decisioni non convenzionali da parte della BCE, si sia formata. La BoE non dovrebbe modificare la propria politica monetaria e tutto starà alle minute relative alla decisione odierna che verranno rilasciate tra due settimane.
Divergenza di politiche monetarie
Le economie che non si trovano in difficoltà come la nostra e che non hanno avuto necessità di implementare misure straordinarie di politica monetaria si stanno limitando a mantenere delle politiche accomodanti (pensiamo al Canada e all’Australia) al fine di sostenere una ripresa che deve fare i conti, soprattutto nel secondo caso, con una valuta domestica forte nei confronti del biglietto verde. La Nuova Zelanda ha addirittura cominciato un ciclo di rialzi (ora in pausa) per contenere pressioni derivanti dal mercato immobiliare. Se ci riferiamo ad economie che invece hanno incontrato delle difficoltà enormi (Usa, UK, Giappone, Europa e Svizzera) ci troviamo di fronte ad un quadro d’insieme che mostra chiaramente come l’istituto centrale di Francoforte si sia mosso in netto ritardo rispetto alle colleghe e sia ancora in ritardo rispetto a quello che si dovrebbe e si potrebbe fare per rimettere in circolo il sistema. Gli Usa infatti, dopo aver tagliato i tassi fino ad un corridoio che si muove tra lo 0% e lo 0.25% hanno implementato tre diverse fasi di alleggerimento quantitativo, dalle quali ora stiamo uscendo (il così conosciuto “tapering” significa ridurre gradualmente gli importi iniettati nel sistema su base mensile, attualmente siamo a 25 miliardi contro gli 85 di partenza). La BoE ha seguito l’esempio della Fed (con un importo pari a 375 miliardi di sterline pur di fronte ad un’inflazione molto alta, con il rischio di assistere ad un’esplosione di essa ma con la convinzione che la congiuntura avrebbe portato ad una riduzione fisiologica delle pressioni inflazionistiche, e così è stato) ed ora i membri votanti del board che decide in materia di politica monetaria hanno cominciato a votare per un mantenimento del QE ma per un rialzo dei tassi, dall’attuale 0.50% a 0.75%. Anche il Giappone, in deflazione da un ventennio, ha compreso come lo stampare moneta potesse aiutare a raggiungere un’attività economica in movimento ed un ritorno di inflazione, ed ora ci troviamo lontani da eventuali dismissioni dei programmi di iniezione di liquidità, programmi che però sono in atto da aprile 2013 e che stanno portando a risultati molto interessanti, con un’inflazione tornata a salire. Noi invece, oltre ad aver rialzato i tassi con Trichet all’inizio della crisi (quando noi poveri analisti, in diretta negli studi di Class e sulle diverse testate che ci interpellano per chiederci dei pareri economici su ciò che sta accadendo criticavamo aspramente i rialzi e caldeggiavamo, al contrario, dei tagli veloci ed importanti), ci siamo ritrovati ad abbassare i tassi a quello che potrebbe essere il livello minimo storico (anche se qualche attesa per ulteriori tagli esiste, non da parte nostra però) e stiamo ancora domandandoci se sia il caso o meno di implementare misure straordinarie di sostegno all’economia (che anche in caso di implementazione dovrebbero passare per quel grosso cancro rappresentato dal sistema bancario). Nettamente in ritardo, i fatti lo dimostrano.
Gli scenari possibili
Se Draghi dovesse decidere di lasciare tutto com’è, andando a reiterare la possibilità che la BCE agisca con misure straordinarie nel caso in cui si dovesse presentare la necessità di farlo, l’euro potrebbe tentare dei recuperi sulle discese che hanno caratterizzato il mese di agosto. In caso contrario, la moneta unica europea potrebbe tentare degli approfondimenti ribassisti. Queste le idee principali relative ad eventuali scenari possibili nel pomeriggio (ricordiamo a tutti che seguiremo in diretta la conferenza stampa della BCE che potete seguire con noi collegandovi alla Live Trading Room) ma dal punto di vista dell’operatività seguiremo con attenzione eventuali tentativi di rotture ribassiste che valuteremo attentamente e che analizzeremo da un punto di vista squisitamente tecnico, tenendo conto che il mercato retail si sta mostrando per la maggior parte lungo di euro e questo potrebbe, in caso di presa di stop, portare a tentativi di estensioni ribassiste che, se dovessero essere negate, potrebbero portarci a decidere di lavorare in acquisto di moneta unica europea sopra determinati livelli (che ora vedremo e che aggiusteremo prima della conferenza stampa, importante dunque collegarsi prima delle ore 14.30 per settare i livelli).
QUADRO TECNICO
EURUSD: buona tenuta delle aree di resistenza studiate ieri ma pacata reazione a ribasso dei prezzi, che hanno però raggiunto i primi livelli statici precedenti, fornendo buone possibilità di uscita da eventuali posizionamenti short che sono rimasti tali in quanto il mercato non ha mai superato le aree di reverse ragionate ieri. Ci troviamo ora con la parte bassa delle quotazioni che continua a restituire eventuali livelli su cui ragionare e che vedono in 1.3060 il livello da superare prima di pensare ad estensioni importanti. Su un 4 ore le quotazioni si trovano ancora in area di resistenza, con l’area che si estende fino a 1.3185 che potrebbe farci pensare ad acquisti di dollaro, per ritorni verso 1.3150/30 e figura (in caso di raggiungimento di essa attenzione a tentativi di sforamento verso 1.3175 che non porterebbero a rotture definitive a nostro parere). Un orario mostra infatti la perdita di momentum ribassista dovuta alla formazione di minimi crescenti e di massimi che potrebbero rivelarsi crescenti e se questo dovesse confermarsi con la formazione di massimi superiori all’area di resistenza ultima vista, potremmo ragionare su ripartenze verso 1.3220/40 e sopra 65 verso la figura.
USDJPY: prezzi che non hanno raggiunto le aree di supporto studiate e che su un 4 ore si stanno mantenendo sopra la media a 21 periodi che sta funzionando bene come area di supporto dinamico. Fino a quando i prezzi si manterranno sopra 104.40 l’idea è di assistere ad eventuali storni verso i supporti statici (estendibili anche oggi fino a 104.25) per ritorni verso 105.00 (è possibile valutare eventuali acquisti di dollaro in caso di scaricamento dello stocastico in ipervenduto). In caso di superamento ribassista di area 104.15 (con stocastico lontano da ipervenduto) è possibile assistere a tentativi di accelerazioni non stimabili per il momento oltre area 103.75.
EURJPY: situazione simile a quella del USDJPY, con stessa situazione vista su EURJPY, con i supporti rappresentati da 137.25/40 e le aree di potenziale reverse sotto 137.05, che se superato potrebbe dare il la a tentativi di accelerazione verso il più importante 136.90 che se raggiunto con lo stocastico ben impostato a ribasso (a 4 ore) potrebbe essere propedeutico a rotture da valutare sotto 106.75.
GBPUSD: l’area di resistenza all’internod ella quale valutare posizionamenti corti di cable, stimata ieri tra 1.6485 e 1.6500 ha tenuto egregiamente e ha portato a storni sui minimi, raggiungendo i target ipotizzati. Ci troviamo ora di fronte ad un 4 ore in grado di farci presagire delle possibili divergenze rialziste in formazione, che potrebbero divenire effettivamente tali in caso di ripartenze dei prezzi a rialzo per poi formare nuovi minimi. Curiamo dunque eventuali storni verso 1.6475 che, insieme a 1.6515 potrebbe identificare una buona area di resistenza sulla quale pensare ad acquisti di dollaro, con l’idea che ritorni sopra area 1.6535 (operativamente una decina di punti di tolleranza sono richiesti, a nostro parere) potrebbero essere propedeutici ad accelerazioni verso 1.65 ¾ ed in estensione figura.
AUDUSD: la differente valutazione del posizionamento che avrebbe dovuto mantenere lo stocastico per fornire indicazioni short sul cambio ci ha evitato degli ingressi errati (che sarebbero comunque stati stoppati, in caso di ingresso comunque a mercato, con un rischio contenuto, calcolato e limitato). Lo aspettavamo (quello orario) infatti non vicino alla zona di ipercomprato, ma già ben al suo interno quando i prezzi si fossero trovati sulle resistenze, cosa non accaduta. Siamo ora di fronte a quotazioni vicine alla parte alta della congestione laterale in atto da fine luglio con uno stocastico a 4 ore che potrebbe girare a ribasso, con un tf daily che mostra l’avvicinamento dei prezzi alla parte alta di un potenziale canale ribassista. E’ possibile dunque valutare possibili vendite nel momento in cui le quotazioni dovessero raggiungere l’area di 0.93 ¾, con stop sopra i massimi ed eventuali reverse oltre area 0.9390 (con 0.9420 come prima interferenza). In caso di approfondimento diretto a ribasso, l’idea è quella di valutare eventuali accelerazioni nel caso in cui l’area passante per 0.9315 dovesse essere raggiunta con uno stocastico a 4 ore lontano dall’ipervenduto, per estensioni verso 0.9285 e 0.9260.
Ger30 (Dax): resistenze superata ed estensioni oltre i massimi che hanno raggiunto i livelli di target difensivi, seppur le resistenze siano state raggiunte con uno stocastico orario lontano dallipervenduto (come visto in diretta durante il webinar del mattino, cosa che ci ha permesso di evitare degli ingressi short). Siamo ora in una situazione di attesa, con le quotazioni sopra i massimi precedenti e sopra le media, con l’area di 9,580/9,600 che potrebbe rappresentare un supporto sul quale pensare ad acquisti dell’indice per ritorni sui massimi, con l’idea che accelerazioni oltre 9,565 potrebbero rivelarsi propedeutiche per il raggiungimento di area 9,515. R/R non ottimi per questa operatività.
XAUUSD (Oro): operatività esaurita nel corso delle prime ore del mattino, con il raggiungimento dei primi targt indicati. Siamo ora in attesa di eventuali frenate delle correzioni in area 1,273.50 (estendibile fino a 1,274.50, punti precedenti) dove potrebbe essere possibile valutare eventuali vendite per ritorni sui minimi di ieri ed eventuali estensioni verso 1,258.50, con l’idea che ritorni oltre 1,276.90 potrebbero portare a tentativi di recupero verso 1,282.50.