Durante la riunione odierna, la RBA ha mantenuto l’obiettivo per il tasso di cassa invariato al minimo storico pari al 2,50%. L’impostazione della politica è passata da accomodante a “neutrale”, perché la RBA ha enfatizzato la necessità di un “periodo di stabilità per i tassi d’interesse”. Con tutta probabilità Stevens lascerà i tassi ai livelli attuali fino alla fine dell’anno per sostenere la ripresa economica, soprattutto per aiutare il settore delle costruzioni a compensare la disoccupazione generata dal declino dell’industria mineraria. Dopo l’annuncio della RBA, l’AUD ha guadagnato contro tutte le divise del G10. L’AUD/USD ha compiuto un rally fino a 0,8914 (mentre scriviamo), liquidando le offerte a 0,8830/40 (media mobile a 21 giorni). Il MACD è passato in territorio positivo dopo la chiusura di ieri superiore a 0,8750. Ora l’inclinazione è positiva, sull’onda del significativo mutamento di prospettive nell’impostazione della RBA. Le prossime resistenze entrano in gioco a 0,8919/23 (76,4% di Fibonacci sul calo in atto da ottobre 2013 a gennaio 2014 / media mobile a 50 giorni). Ormai non resta che attendere per rivedere l’AUD/USD sopra 0,9000. L’AUD/NZD è salito a 1,0948, gli stop si susseguono sopra 1,1000.
L’EUR si è rimesso in pista. I cross con l’EUR recuperano le perdite della scorsa settimana in scia ai PMI manifatturieri favorevoli, che fanno aumentare le probabilità di un non-intervento della BCE alla riunione di giovedì, le pressioni disinflattive tornano in primo piano. Dopo essere rimbalzato dall’1,3477 di ieri, l’EUR/USD consolida i guadagni intorno a 1,3500/24 (ex banda di supporto). Le offerte per le opzioni in scadenza oggi sono collocate a 1,3500/1,3475 e ciò significa che, in caso di violazione del supporto a 1,3500, dovrebbero intensificarsi le pressioni al ribasso. Continuiamo a vendere sui rally sotto 1,3595 (50% di Fibonacci sul rally di novembre e dicembre) prima della riunione della BCE. L’EUR/GBP ha incrociato al rialzo le medie mobili a 21 (0,82670) e 50 giorni (0,83158), pertanto adotteremmo un’impostazione tattica rialzista in caso di chiusura giornaliera superiore a 0,831500. La nostra impostazione di medio-lungo termine rimane ribassista.
La coppia GBP/USD ha esteso la debolezza fino a 1,6257, trovando un po’ di supporto alla media mobile a 100 giorni (1,6250). Il momentum ribassista ha acquisito slancio dopo che ieri il PMI manifatturiero ha sorpreso al ribasso. Il cable passa di mano nella copertura della nuvola giornaliera (1,6217/1,6400) e il sentiment è negativo. S’intravedono barriere legate alle opzioni in area 1,6400/15. Alle 09:30 GMT il Regno Unito pubblicherà i dati sul PMI costruzioni; un’eventuale sorpresa negativa dovrebbe far crescere le pressioni a vendere sulla GBP.
Negli Stati Uniti, l’indice ISM manifatturiero di gennaio è sceso inaspettatamente a 51,3 punti, rispetto ai 57 di un mese fa. I dati hanno innescato stop sotto 101,70, che hanno fatto scendere l’USD/JPY a 100,76, minimo dal 21 novembre. Gli indicatori di trend e momentum sono nettamente negativi. S’intravede una discreta operatività legata alle opzioni a 100,00, con stop in formazione sotto questo livello.
Il calendario economico di oggi prevede la pubblicazione dei seguenti dati: disoccupazione di gennaio in Spagna; PMI costruzioni di gennaio nel Regno Unito; IPP m/m e a/a di dicembre nell’Eurozona; IPC m/m e a/a (preliminare) di gennaio in Italia; indice ISM di New York di gennaio, ordini alle fabbriche di dicembre e indice IBD/TIPP sull’ottimismo economico di febbraio negli Stati Uniti