Market Brief
Come ampiamente previsto, la RBA ha tagliato il tasso OCR, portandolo dal 2,50% al 2,25%. L’intervento sui tassi mira a promuovere l’attività economica, poiché, secondo la RBA, la crescita rimane inferiore al trend e l’inflazione in linea con l’obiettivo fissato. L’AUD/USD è sceso a 0,7651. Il trend ribassista si sta rafforzando, l’estensione fino a 75 centesimi ormai è questione di tempo. Le barriere per le opzioni in scadenza oggi si susseguono sotto 0,7750 e dovrebbero limitare i tentativi correttivi al rialzo. L’AUD/NZD testa il supporto a 1,06, l’AUD/JPY è scivolato a 89,451 per la prima volta da un anno. Il prossimo supporto giace a 88,244 (minimo febbraio 2014). La coppia NZD/USD si è indebolita fino a 0,7185, da adesso fino alla fine della settimana sarà soggetta a barriere a quota 0,72. Il prossimo supporto chiave staziona a 0,7118 (minimo del 2011) prima del supporto psicologico a 0,70.
L’USD/CHF continua a testare la resistenza costituita dalla media mobile a 200 giorni (0,9293) in scia ai dati commerciali di dicembre. A dicembre le esportazioni svizzere sono crollate del 3,1% m/m, il surplus commerciale è sceso da 3,80 miliardi (dato rivisto) a 1,52 miliardi di franchi. Si prevede un brusco deterioramento nei dati riferiti a gennaio, dopo la rimozione della base EUR/CHF. Ci attendiamo una correzione al ribasso più marcata per il CHF. L’USD/CHF dovrebbe normalizzarsi verso la media mobile a 50-100 giorni (0,9570/91), mentre il rialzo dell’EUR/CHF viene ostacolato da imprenditori e commercianti che tentano di vendere euro a un “buon” prezzo per proteggersi dal rischio.
L’USD/JPY e i cross con lo JPY si sono mossi all’insegna della fiacchezza dopo che Honda ha annunciato che ridurrà la produzione dell’impianto di Suzuka del 20%; le azioni del Nikkei hanno ceduto l’1,27%. A gennaio la base monetaria è cresciuta più lentamente (37,4% contro il 38,2%), attestandosi a 278,6 mila miliardi di yen. L’USD/JPY è sceso a 116,88. Gli indicatori di trend e momentum sono inclinati negativamente dopo il fallito tentativo di correzione al rialzo. La linea di conversione giornaliera tende al ribasso (117,74), sopra questo livello si stanno formando le offerte. Pare che l’USD/JPY mancherà gli ordini d’acquisto per le opzioni in scadenza oggi a 118,00. L’EUR/JPY quota nella stretta fascia compresa fra 132,39 e 133,46. La correzione continuerà a essere messa in conto in caso di chiusura giornaliera superiore a 133,11 (pivot MACD).
In apertura di settimana, il rafforzamento del momentum rialzista ha fatto salire l’USD/BRL sopra 2,70. La coppia ha raggiunto quota 2,7274 perché il deficit commerciale di gennaio ha superato le attese (-3.174 milioni di USD) in scia al calo, superiore al 20%, delle esportazioni brasiliane. L’IPC (fonte FIPE) si è impennato all’1,62% su base mensile a gennaio (dallo 0,30%) man mano che il paese di discosta dalle repressioni sui prezzi. L’indice generale sui prezzi al consumo sarà diffuso il 6 febbraio e dovrebbe confermare il surriscaldamento dei prezzi. I tori del BRL dovrebbero rimanere nelle retrovie tutta la settimana. Gli operatori sono restii a costruire posizioni di carry trade lunghe prima del dato NFP in uscita venerdì negli USA. Sui mercati delle opzioni, discrete opzioni call standard stazionano sopra 2,70 per la seconda metà della settimana.
L’USD/ZAR è entrato in zona rialzista, il MACD positivo suggerisce l’estensione dei guadagni in caso di chiusura giornaliera superiore a 1,5445 (pivot). I tori di BRL, ZAR e TRY probabilmente rimarranno defilati prima dei dati sul lavoro USA. Questa settimana osserviamo volumi limitati nelle nuove posizioni di carry trade perché il rischio di ricoperture di scoperti frena l’appetito per le valute ad alto rendimento prima dei dati sul lavoro negli USA. Un dato NFP più forte dovrebbe rinvigorire i falchi della Fed, allentando le pressioni all’acquisto sulla curva dei titoli di stato USA e rafforzando la propensione dell’USD entro la fine della settimana.
Il calendario economico di oggi: bilancia commerciale, esportazioni e importazioni m/m di dicembre, indice UBS sulla bolla del mercato immobiliare riferito al quarto trimestre in Svizzera; tasso di disoccupazione di gennaio in Spagna; PMI costruzioni di gennaio nel Regno Unito; IPP m/m e a/a di dicembre nell’Eurozona; IPC (preliminare) m/m e a/a di gennaio in Italia; indice prodotti industriali e prezzi delle materie prime di dicembre in Canada; ISM di gennaio di New York, ordini alle fabbriche di dicembre e indice IBD/TIPP sull’ottimismo economico di febbraio negli USA.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd