Nonostante le difficoltà economiche che l'economia svizzera sta ancora attraversando, c'è la sensazione che la SNB non apporterà particolari modifiche alla propria politica monetaria nel brevissimo periodo.
Dall'ultimo statement della banca centrale, l'indice PMI manifatturiero ha sorpreso al rialzo con un dato di 51.0, e la crescita del PIL ha raggiunto il 2% annuale. L'inflazione, ancora in territorio negativo, mostra segnali di ripresa. Inoltre, ciò che è più importante è che il franco svizzero mantiene un valore più o meno costante sia rispetto all'euro che al dollaro. Questa settimana quindi la SNB dovrebbe mantenere sostanzialmente invariate le proiezioni economiche, senza modificare il tasso sui depositi (-0.75%).
La SNB resta in una situazione non semplice, dovendo subire l'influenza delle altre principali banche centrali globali. Di conseguenza, l'unica strategia possibile è quella di reazione alle decisioni altrui.
Lo sguardo va innanzitutto verso l'Eurozona: la BCE ha mantenuto la propria politica monetaria invariata, conservando munizioni in caso di futura necessità.
Le conseguenze della Brexit non si sono ancora materlializzate, sia dal punto di vista economico che politico. E' probabile che ciò accadrà in futuro, obbligando la BCE ad agire. Anche la sconfitta elettorale di Merkel e le pressioni anti-europeiste sono fattori di rischio da considerare.
Guardando al futuro, i principali strumenti a disposizione della SNB restano i tassi di interesse e l'intervento diretto sul mercato FX. La stabilità dei prezzi è obiettivo primario della banca centrale, ora messa a rischio da un franco sopravvalutato. La politica di intervento ha dimostrato essere di difficile sostenibilità nel lungo termine, ma molto efficace nel breve per scoraggiare gli speculatori. Nel lungo periodo l'opzione migliore sembra quella dei tassi di interesse.
Sulla carta la strategia è semplice: mantenere il differenziale tra i tassi rispetto all'euro, scoraggiando così gli investitori. Tuttavia i tassi negativi penalizzano i risparmiatori privati e le compagnie assicurative, per fare solo due esempi.
Secondo alcune speculazioni il QE potrebbe rappresentare un'opzione, ma il mercato dei bond svizzeri non ha grande capacità (67.1 miliardi di franchi), e l'impatto sul franco potrebbe essere quindi limitato. Nella situazione attuale, la SNB dovrebbe restare alla finestra. Solo in caso di shock, che dovesse minacciare EURCHF, un intervento di politica monetaria della SNB diverrebbe probabile.