Dopo una vittoria schiacciante in Indiana, Donald Trump è passato dall’essere il candidato senza speranze al diventare il presunto candidato presidenziale del Partito Repubblicano.
Questo cambiamento porta naturalmente a chiedersi come potrebbe essere il mandato presidenziale di Trump.
Noi lo consideriamo un bugiardo patologico e non lo riteniamo in grado di attuare molte delle sue sciocche promesse elettorali, tuttavia non è indietreggiato su una promessa. Un Trump presidente costruirà indubbiamente un “grande, grande muro”, che farà pagare al Messico.
Si tratta di un atto diplomaticamente aggressivo, che innescherà immediatamente barriere commerciali di ritorsione. Già alla vigilia delle primarie in Indiana, c’è stato un balzo della volatilità implicita della coppia USD/MXN, superiore a quelle delle valute emergenti della regione. È difficile assegnare un premio di rischio al real messicano sulla base delle elezioni USA, ma crescono le prove di pressioni asimmetriche sulla valuta.
Come ampiamente previsto, Banxico ha mantenuto invariato al 3,75% il tasso overnight. Le pressioni inflazionistiche sono favorevoli e la Fed probabilmente non alzerà i tassi a giugno, quindi la banca centrale non si sente costretta a restringere la sua politica.
La crescita del PIL messicano è stata ostacolata dalla produzione debole di Pemex, i cui problemi hanno danneggiato anche le condizioni fiscali. Visti i prezzi del petrolio ancora bassi, la banca centrale deve mettere in conto un ulteriore rallentamento della crescita.
Il comunicato che ha accompagnato la decisione ha ovviamente indicato che la volatilità dei mercati finanziari è la prima fonte di preoccupazione per i membri. Banxico si concentrerà sulla stabilità del real e manterrà un approccio proattivo in linea con le azioni della Fed. Nell’eventualità di minacce all’inflazione causate da vendite sulle valute emergenti ispirate dalla Fed, Banxico interverrà con ulteriori rialzi difensivi del tasso.
Sospettiamo che la combinazione dei due fattori peserà sul real messicano. In vista della riunione della Fed a giugno e del congresso nazionale dei repubblicani a luglio, è difficile che torni a imporsi la propensione per l’MXN. Andiamo corti sul real contro USD, JPY e BRL, altra valuta regionale. Sole se il deprezzamento dell’MXN diventasse turbolento, assisteremmo a un intervento sul forex. La nomina di Donald Trump a candidato alle elezioni presidenziali del 2016 da parte del partito repubblicano potrebbe sicuramente innescare un crollo dell’MXN.
EUR/USD
L’EUR/USD persegue il cammino discendente dopo il recente movimento discendente. La resistenza oraria si attesta a 1,1616 (massimo 12/04/2016), mentre il supporto orario si ubica a 1,1370. Un supporto più robusto si colloca a 1,1144 (minimo 24/03/2016). Si prevede un’ulteriore ascesa all’interno del canale ascendente. A più lungo termine, la struttura tecnica favorisce un’inclinazione ribassista finché reggerà la resistenza a 1,1746. La resistenza chiave si trova a 1,1640 (minimo 11/11/2005). L’attuale apprezzamento tecnico implica un graduale aumento.
GBP/USD
La coppia GBP/USD si indebolisce dopo aver perso due cifre questa settimana. Il supporto orario è dato a 1,4444 (minimo 05/05/2016). La resistenza oraria è data a 1,4770 (massimo 03/05/2016). Una resistenza robusta si colloca a 1,4969 (massimo 27/12/2016). Si prevede un ulteriore consolidamento prima di entrare in un altro movimento ascendente. Il modello tecnico a lungo termine è negativo e favorisce un ulteriore calo verso il supporto chiave a 1,3503 (minimo 23/01/2009), fino a quando i prezzi permarranno sotto la resistenza a 1,5340/64 (minimo 04/11/2015, si veda anche la media mobile a 200 giorni). Tuttavia, le generali condizioni di ipervenduto e la recente ripresa dell’interesse all'acquisto spianano la strada verso un rimbalzo.
USD/JPY
Il ritracciamento ascendente della coppia USD/JPY sembra registrare uno stop. La resistenza oraria si ubica a 107,50 (05/05/2015). Una forte resistenza può essere trovata a 111,88 (massimo infragiornaliero). Il supporto orario giace a 105,55 (minimo 03/05/2016). Si prevede una debolezza continua. Auspichiamo un’impostazione ribassista a lungo termine. Puntiamo al supporto a 105,23 (minimo 15/10/2014). A questo punto appare meno probabile un graduale aumento verso la forte resistenza a 135,15 (massimo 01/02/2002). Si osserva un altro supporto chiave a 105,23 (minimo 15/10/2014).
USD/CHF
La coppia USD/CHF è chiaramente orientata al ribasso sul medio termine e ha infranto molteplici supporti. Tuttavia, la coppia segna oggi un rimbalzo all’indietro verso la resistenza oraria a 0,9700. La resistenza oraria può essere trovata a 0,9697 (05/05/2016). Il supporto orario è dato a 0,9444 (minimo 03/05/2016). Si prevede un ulteriore indebolimento. In un’ottica di lungo termine, la coppia sta facendo registrare massimi da metà 2015. Il supporto chiave può essere individuato a 0,8986 (minimo 30/01/2015). La struttura tecnica favorisce un’impostazione rialzista di lungo termine.