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L’apprensione per il G20 limita i movimenti delle valute

Pubblicato 29.11.2018, 21:35
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex 29.11.2018

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Abbiamo visto poca continuità con l’andamento di mercoledì, quando il dollaro USA è sceso bruscamente dopo le dichiarazioni del Presidente della Fed Powell sui tassi di interesse. Il cambio USD/JPY è sceso leggermente, quello GBP/USD ha subito un calo mentre la coppia EUR/USD è rimasta stabile. Le dichiarazioni di Powell che definiscono i tassi di interesse poco al di sotto dei livelli neutrali sono un segnale che la banca intende rallentare il ritmo degli interventi l’anno prossimo. Tuttavia, nella dichiarazione di mercoledì, abbiamo notato che i future Fed non sono cambiati molto in quanto Powell ha semplicemente detto ciò che i mercati stavano aspettando di sentire. Gli investitori avevano già ridimensionato le aspettative verso gli interventi del prossimo anno, prevedendo solo 1 aumento dei tassi nel 2019. I dati rilasciati giovedì negli USA non hanno né confermato né smentito la necessità di maggiore cautela da parte della banca centrale: i redditi e le spese procapite sono aumentati più del previsto ma le richiesti di sussidio sono aumentate e le vendite di case in corso sono scese bruscamente. Nel frattempo, i verbali del FOMC non sono stati d’aiuto per il dollaro. Nonostante quasi tutti i membri riconoscano sia necessario aumentare ulteriormente i tassi “abbastanza presto” hanno anche discusso della possibilità di “aumenti dei tassi più graduali in futuro”. I verbali non hanno avuto un tono ribassista in quanto alcuni membri si sono espressi a favore di un aumento dei tassi prima del vertice di dicembre, ma nel frattempo gli investitori hanno continuato a vendere dollari. In fin dei conti, nonostante l’impennata dei consumi e le vendite per il Black Friday/Cyber Monday, è fuor di dubbio che l’economia USA sta rallentando. Di conseguenza, ci aspettiamo che il cambio USD/JPY scenda ulteriormente e la coppia USD/CHF cancelli i guadagni di giovedì.

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Sull’andamento delle valute influisce anche l’apprensione per l’imminente G20. Il Presidente Trump venerdì si siederà al tavolo dei negoziati con il Presidente Xi e non abbiamo assolutamente idea di come possano andare i dialoghi. Nei giorni scorsi le fonti USA haano indicato che si procederà con i dazi, ma giovedì il Presidente Trump ha dichiarato che una svolta nelle trattative commerciali con la Cina potrebbe essere vicina, ma ha aggiunto di non sapere ancora se volere che questo accada o meno. Queste dichiarazioni vaghe non incoraggiano certo gli investitori, soprattutto dopo che Trump ha annullato l’incontro con Putin. Tuttavia, secondo voci di corridoio, gli USA potrebbero decidere di rimandare i nuovi dazi fino ai prossimi negoziati, e se le voci sono vere, assisteremo ad una ripresa del mercato azionario e di quello delle valute.

I movimenti maggiori di giovedì sono stati registrati dall’euro. All’inizio della seduta newyorkese l’euro era una delle valute più deboli per via della notizia secondo cui gli USA intenderebbero imporre dei dazi sulle auto UE prima di Natale. I timori dell’impatto dei dazi ha spinto gli investitori a ignorare i dati positivi sul mercato del lavoro in Germania e sulla fiducia nella zona euro. Poco dopo l’apertura di Wall Street, la Commissione Europea ha smentito la notizia ed il cambio EUR/USD ha registrato un’inversione e un’impennata a 1,14. Nonostante il cambio non sia riuscito a salire ulteriormente prima della chiusura, l’andamento del dollaro dovrebbe farlo salire. Per venerdì è attesa la stima sull’IPC della zona euro relativo al mese di novembre; in base ai dati tedeschi c’è un rischio di ribasso, ma visto l’attuale slancio del mercato l’impatto sull’euro dovrebbe essere limitato.

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L’altro protagonista della giornata è stato il petrolio. Prima dell’apertura di New York il prezzo del petrolio è crollato sotto i 50 dollari. Di conseguenza il cambio USD/CAD è salito sopra 1,33. Tuttavia, le dichiarazioni della Russia su tagli alla produzione hanno fatto salire i prezzi (il greggio ha chiuso in salita del 2%) ed il cambio USD/CAD ha cancellato i guadagni chiudendo invariato. Venerdì il Canada rilascerà i dati sul PIL trimestrali e mensili. Si prevede un sostanziale rallentamento della crescita nel terzo trimestre per via di dati piuttosto deboli sulle vendite al dettaglio e se le previsioni saranno confermate, il rallentamento farebbe ulteriormente scendere il loonie e assisteremmo a un’impennata del cambio USD/CAD.

La sterlina continua a scendere. I negoziati sulla Brexit non mostrano progressi e gli investitori cominciano ad essere impazienti. Il dollaro australiano ha chiuso la giornata in salita mentre il dollaro neozelandese nonostante i dati australiani capex più deboli del previsto e un indice sull’attività neozelandese migliore del previsto.

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