Quadro grafico.
La fascia di supporto 2.180/2.200 dollari, ha confermato il muro “pesante” per ora da abbattere. Il cluster, secondo il modello di analisi adottato ha funzionato per respingere l’attacco dei ribassisti nella fase attuale. Dall’11 settembre, i venditori hanno incominciato a ricoprirsi, chiudendo il 70% delle posizioni short nei confronti del Future Zinco ( CFD ). I livelli di resistenza, nell’attuale fase di mercato sono da monitorare a quota 2.517 prima e successivamente 2.620 dollari. Nel medio termine, la fase ribassista non è ancora terminata. La configurazione di tipo tecnico è tale che, un testa e spalla di tipo più ampio, porti i valori del Future, verso livelli inferiori. La negazione di questa figura tecnica, è validata solo sopra il livello 2.700 dollari.
L’approvvigionamento.
Le aziende di settore, definiscono in questi giorni la maggior parte dei lori acquisti su tutta la filiera produttiva del metallo. Le tempistiche sono diverse, trimestrali, quadrimestrali e semestrali, rari sono gli acquisti mensili, quest’ultimi sono generalmente attuate da aziende con fatturazione inferiore. Interessanti sviluppi, e nuove negoziazioni/scontri vi saranno tra il buyers e i sellers.
Scenario internazionale cinese.
Il pesante rallentamento delle varie economie, porta in questa fase alcune dinamiche nell’applicare la nuova operatività all’interno delle aziende. Il maggior acquirente del metallo, la Cina, mostra dei dati economici non entusiasmanti, anche se attesi. Lo yuan, resta al momento fermo in una tranquillità apparente. Ricordiamo che Pechino si è impegnata a raddoppiare il suo PIL e il reddito pro capite entro il 2020 dal 2010. I negoziati con gli USA, in realtà non sono mai stati fermi, la poca credibilità di Trump sulle varie dichiarazioni fatte qualche ora prima e successivamente smentite qualche ora dopo, ha servito un ottimo piatto per la speculazione internazionale, colpendo i metalli industriali. Gli Usa, hanno poca scelta, i cinesi continuano a fare la loro parte in silenzio.
La Cina dovrebbe tagliare il suo tasso di prestito di riferimento recentemente introdotto per il terzo mese consecutivo, un sondaggio di Reuters condotto questa settimana ha dimostrato, poiché i politici continuano a ridurre i costi di prestito in un'economia che cresce al ritmo più lento in quasi tre decenni. Mercoledì la banca centrale cinese ha esteso inaspettatamente 200 miliardi di yuan ($ 28,24 miliardi) di prestiti tramite MLF mantenendo il tasso di prestito invariato al 3,3%.