Il conflitto israelo-palestinese è un nuovo fattore di rischio per i mercati finanziari, ma per il momento non c’è gara tra le azioni statunitensi e le altre classi di asset mentre l’anno si avvia verso la fase finale, in base a una serie di ETF fino alla chiusura di venerdì (13 ottobre).
Il Vanguard Total Stock Market Index Fund ETF Shares (NYSE:VTI) è in rialzo del 13,0% su base annua. Sebbene sia ben al di sotto del picco del 20% raggiunto dall’ETF in estate, il premio di rendimento di quest’anno per le azioni americane rimane elevato rispetto al resto delle principali classi di attività. Il secondo miglior performer nel 2023 è l’azionario dei mercati sviluppati ex-USA (VEA) con un rendimento relativamente modesto del 5,2% da inizio anno.
Circa la metà dei mercati sta registrando perdite nel 2023. Le azioni immobiliari negli Stati Uniti e nei mercati esteri stanno subendo i cali più marcati: -5,6% e -7,5%, rispettivamente.
Il Global Market Index (GMI) sta sovraperformando la maggior parte delle asset class quest’anno, ad eccezione delle azioni statunitensi. Il GMI è un benchmark non gestito che contiene tutte le principali classi di attività (ad eccezione della liquidità) in base al valore di mercato tramite ETF e rappresenta una misura competitiva per le strategie di portafoglio multi-asset class.
Da notare che l’attuale drawdown del GMI è relativamente leggero rispetto ai mercati sottostanti. Solo le azioni statunitensi (VTI) e le obbligazioni spazzatura statunitensi (JNK) registrano ribassi da picco a picco inferiori al -12,3% del GMI.
La questione dell’andamento degli asset di rischio nel breve termine dovrebbe essere strettamente legata al percorso del conflitto israelo-palestinese.
“Stiamo esaminando le potenziali implicazioni economiche delle ostilità”, afferma il Segretario del Tesoro statunitense Janet Yellen. “È troppo presto per ipotizzare se ci saranno o meno conseguenze significative. Credo che dipenda soprattutto dal fatto che le ostilità si estendano oltre Israele e Gaza, e questo è certamente un risultato che vorremmo evitare”.
Secondo un nuovo sondaggio del Wall Street Journal, gli economisti sono ottimisti sulle prospettive dell’economia statunitense nel prossimo futuro. Una piccola minoranza (54%) pensa che il Paese eviterà una recessione, rispetto al 48% di luglio.
La domanda chiave è se l’operazione militare di Israele, che sembra destinata a invadere Gaza, scatenerà un conflitto più ampio in Medio Oriente.
“Non ho idea se i mercati si comporteranno relativamente bene”, afferma Erik Nielsen, group chief economics advisor di UniCredit (BIT:CRDI). “Quasi certamente dipende dal fatto che quest’ultimo conflitto rimanga localizzato o che si intensifichi in una guerra mediorientale più ampia”.
George Moran, economista europeo di Nomura, aggiunge:
“Se la guerra in Ucraina ci ha insegnato qualcosa, è che non bisogna sottovalutare l’effetto della geopolitica”.