Market Brief
I mercati valutari sono stabili con un USD indebolito e gli operatori in attesa del verdetto del voto presidenziale in Grecia. Gli indici azionari regionali asiatici sono sostanzialmente più elevati, il che riflette l'ottimismo delle contrattazioni forse più di ogni altro dato fondamentale (soprattutto considerando la ricerca in corso dei viaggiatori dispersi dell’aereo Air Asia). Ciò detto, venerdì scorso, i dati USA accomodanti e l’evoluzione dei timori sull’impostazione della stretta da parte della Fed hanno spinto l’indice Dow e l’S&P 500 a nuovi massimi, la fiducia pertanto giunge anche sui mercati asiatici. Il Nikkei è sceso a -0.50%, mentre l'Hang Seng è salito a 1,82% e lo Shanghai Composite è salito a 0,33%. L’EUR/USD sta rimbalzando in prossimità dei minimi a 1,2190, in attesa del responso dalla Grecia. Il voto presidenziale greco deciderà se il paese propenderà verso le elezioni generali. Le operazioni di voto prenderanno il via attorno alle 10:00 GMT e i risultati saranno diffusi circa un'ora più tardi. È opinione generale che le elezioni porteranno al potere il partito di sinistra Syriza. Syriza ha un’impostazione fortemente anti europea e si prevede che quest’ultimo chieda una rinegoziazione dell’attuale piano di salvataggio. Le notizie delle elezioni generali saranno profondamente negative per l’euro, e considerando il basso livello di partecipazione dei mercati e gli esigui volumi auspichiamo che l’EUR/USD si muoverà facilmente al di sotto del supporto attuale a 1,2165. L’USD/JPY permane stretto all’interno della fascia attorno a 120,30, con la maggior parte degli operatori ancora in vacanza. Un sondaggio Reuters del weekend scorso illustra che le grandi imprese giapponesi prevedono una redistribuzione della liquidità in eccesso a favore degli azionisti, piuttosto che una spesa per un aumento salariale. Ciò si tradurrebbe in un passo indietro per il primo ministro Shinzo Abe che esortava i datori di lavoro a un aumento dei salari. Altrove, in Giappone, le notizie dal gabinetto di Abe parlano di un adozione di stimoli di emergenza per un ammontare di 3,5 trilioni di yen per puntellare le fiacche economie locali. Nei mercati valutari, il SEK svedese è stato il grande protagonista con il governo che ha raggiunto un’intesa con l'opposizione per evitare le elezioni anticipate. L’intesa prevede inoltre di frenare l’opposizione anti immigrazione dei democratici svedesi.
Sul fronte petrolifero le materie prime sono leggermente aumentate di prezzo a fronte degli scontri crescenti in Libia che hanno ravvivato i timori relativi all’approvvigionamento. Il membro dell'OPEC è stato poco costante nel prendere qualsivoglia iniziativa per settimane in seguito a un incendio che ha messo fuori uso per due giorni uno dei terminali principali per le esportazioni libiche di greggio (circa 800,00 barili di greggio). Le valute del greggio in NOK, CAD, MXN sono tutte superiori a fronte dell’USD. Ad avvio di sessione asiatica l’AUD/USD era sotto pressione di vendita a 0,8110 con l’AUD/NZD scambiato a un nuovo minimo su 9 anni a 1,0446. Le voci relative a una decente opzione di acquisto tra 0,8090/0,8100 hanno scoraggiato ogni tentativo inferiore e inviato l’AUD/USD a 0,8153 su bassi volumi. La coppia NZD/USD ha iniziato la settimana accorciata per le vacanze a 0,7767, ed è stata confinata in una fascia marginale tra 0,7745 e 0,77770 in quanto gli operatori intravedono guadagni al lumicino almeno fino a lunedì prossimo.
Gli unici dati di primo livello in programma oggi sono: la fiducia dei consumatori italiani a dicembre (previsione: 100,51 e precedente 100,2) e l'attività manifatturiera USA della Fed di Dallas che dovrebbe attestarsi a 9,0 rispetto al dato a 10,5 di novembre.
Peter Rosenstreich, Chief FX Analyst, |