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Le vendite di USD fanno lievitare le valute ad alto beta

Pubblicato 02.10.2014, 11:15
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
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Market Brief

La flessione dell’USD ha costituito l’evento principale nella notte di scambi sul forex. I rendimenti dei decennali del Tesoro americano sono scivolati al 2,38%. Le valute ad alto beta legate alle materie prima hanno fatto registrare guadagni più consistenti, nel tentativo di recuperare le marcate perdite della scorsa settimana. NZD, AUD e CAD hanno fatto meglio delle altre valute del G10, le valute dei mercati emergenti hanno recuperato in vista del dato NFP di venerdì.

Ieri a Toronto l’USD/CAD è sceso da 1,1223 (massimo dal 24 marzo), il momentum positivo ha subito un rallentamento. Si osservano ordini d’acquisto a 1,1000/36 (esercizio delle opzioni / media mobile a 21 giorni). I dati commerciali canadesi e il dato NFP saranno importanti per definire se il movimento al ribasso debba essere letto come una correzione di breve termine o un’inversione ribassista prima del fine settimana. Il supporto critico staziona a 1,1279 (massimo dell’anno).

In Nuova Zelanda, la coppia NZD/USD ha guadagnato più dell’1,0%, nonostante le notizie negative dai mercati delle materie prime. Secondo l’ANZ Bank, a settembre i prezzi delle materie prime sono scesi dell’1,3% su base mensile (-9,4% a/a); i prezzi del latte scremato in polvere sono crollati del 14% su base mensile, quelli del burro dell’8%. Ciò che ha assicurato la domanda di AUD e NZD è stato l’allentamento delle restrizioni sulla proprietà in Cina. L’AUD/USD è rimbalzato dal minimo di ieri a quota 0,8663 (appena sopra il minimo dell’anno 0,8660). Le valute oceaniane continuano a essere molto sensibili ai rendimenti dei titoli USA. Una ripresa dei rendimenti USD dovrebbe generare una rapida inversione nella direzionalità.

L’USD/JPY e i cross con lo JPY hanno avuto un andamento contrastato a Tokyo. L’USD/JPY è sceso a 108,55 in scia alla diffusa debolezza dell’USD. Il MACD (12-26) è diventato negativo dopo le discrete vendite dai massimi dell’anno a 110,09. Non si esclude un ribasso più marcato prima del dato NFP. La prima linea di supporto entra in gioco a 107,91 (media mobile a 21 giorni), seguita da 106,82 (linea di base giornaliera di Ichimoku). L’EUR/JPY viene venduto sotto la media mobile a 50 giorni (137,72), c’è un elevato rischio per l’EUR prima della BCE.

L’EUR/USD è passato di mano all’interno di fasce prima della decisione della BCE. Le vendite generate ieri dai PMI sono state frenate da 1,2584 (leggermente sopra il minimo a 1,2571). Alle 11:45 GMT la BCE annuncerà la sua decisione, la banca dovrebbe mantenere la politica invariata. Nella sua conferenza stampa delle 12:30 GMT, il presidente della BCE Mario Draghi fornirà dettagli sul programma di acquisto ABS e di bond coperti. Prevediamo un aumento della volatilità. L’EUR/GBP testa quota 0,78000, il supporto che coincide con il doppio minimo settimanale staziona a 0,77666/672.

Il cable continua a essere offerto sotto la media mobile a 21 giorni (1,6265). Si osservano altre resistenze a 1,6321 (23,6% di Fibonacci sul calo da luglio a settembre) e poi a 1,6525 (massimo di reazione dopo la vittoria dei “no” in Scozia).

A seguire il calendario economico odierno: tasso di disoccupazione m/m di settembre in Spagna; PMI costruzioni di settembre nel Regno Unito; IPP m/m e a/a di agosto nell’Eurozona; richieste iniziali e continue di sussidi di disoccupazione aggiornate rispettivamente al 27 e al 20 settembre, indice ISM di settembre di New York e ordinativi alle fabbriche di agosto negli Stati Uniti.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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