Alla riunione di politica monetaria di giovedì 14, la Banca Nazionale Svizzera (BNS) non dovrebbe fare nulla di significativo, cosa che farà perdurare la tendenza rialzista dell’euro contro il franco. Il rialzo dell’EUR/CHF è stato mitigato dalle minacce nucleari della Corea del Nord, che spingono gli investitori verso il rifugio sicuro del CHF, ma, con l’attenuarsi delle tensioni legate alla Corea e le banche centrali che si muovono verso la normalizzazione, il carry negativo del CHF pesa sul suo valore sul forex, dando così una spinta all’euro.
Si tratta di una notizia positiva per gli esportatori svizzeri, che hanno sofferto per colpa dell’esplosione del valore del franco.
È anche una manna dal cielo per il settore delle banche, delle assicurazioni e delle pensioni del paese, su cui hanno influito negativamente i tassi d’interesse negativi introdotti per placare l’ascesa del CHF. La BNS non vorrà certo rovinare questa fase di sollievo, quindi giovedì rimarrà seduta con le braccia conserte – non si prevede nessun cenno aggressivo.
Sullo sfondo osserviamo un marginale miglioramento dei fondamentali svizzeri. Ad agosto l’IPC è salito dello 0,50% rispetto all’anno precedente. I prezzi all’importazione più elevati (per effetto del CHF più debole) hanno sollevato il settore immobiliare, energetico e dei trasporti, invece è proseguita la flessione di altri comparti. Le prospettive economiche sono così così.
La previsione economica di luglio del KoF (Istituto di Ricerca Economica) è risultata solida, ma la crescita del PIL nel T2, pari allo 0,3%, è stata inferiore al previsto 0,5%.