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L’inflazione mette a tappeto i mercati

Pubblicato 14.09.2022, 09:37
Aggiornato 12.03.2024, 12:10

È bastato un numero per far invertire la tendenza dei mercati. Sebbene tale dato sia riferito agli Stati Uniti l’effetto non ha avuto confini e si è propagato immediatamente sugli interi mercati mondiali. Il risultato è impressionante, così come il cambio di umore degli investitori che sembrano aver dimenticato come siamo ancora in presenza di un mercato ribassista. Come avevamo riportato ieri la prudenza resta d’obbligo.

Variazione giornaliera titoli S&P 500


È bastato un numero per far invertire la tendenza dei mercati. Sebbene tale dato sia riferito agli Stati Uniti l’effetto non ha avuto confini e si è propagato immediatamente sugli interi mercati mondiali. Il risultato è impressionante, così come il cambio di umore degli investitori che sembrano aver dimenticato come siamo ancora in presenza di un mercato ribassista. Come avevamo riportato ieri la prudenza resta d’obbligo.

Performance giornaliera Listini Europei


In Italia solamente tre titoli, FinecoBank (BIT:FBK) +0,37%, Mediobanca (BIT:MDBI) +0,10% e Telecom Italia (BIT:TLIT) +0,05%, riescono a tamponare le perdite chiudendo con un tenue, ma importante, guadagno.  In Europa, all’interno del benchmark dell’Stoxx 600 i titoli in positivo sono solamente 77, ovvero poco meno del 13%, con una distribuzione non proprio incoraggiante.
Distribuzione variazioni % di ieri sullo Stoxx 600


In America il Nasdaq 100 risulta persino privo di un singolo titolo capace di chiudere la seduta in profitto.



Distribuzione variazioni % di ieri sul Nasdaq 100


Ad innescare questa brusca inversione di tendenza una lettura sull'inflazione statunitense più calda del previsto. Il rapporto ha mostrato un dato mensile inaspettatamente in crescita dello 0,1%, contro le aspettative degli analisti di una contrazione dello 0,1%, e il tasso annuale si è ridotto solo all'8,3%, meno del previsto. A nulla è valsa una flessione della benzina che ha limato mezzo punto dal dato del mese. In particolare, nella lettura si evince un calo sui prezzi energetici del 5%; mentre continuano a salire i rincari sugli alimenti +0,8%. Ma è soprattutto dagli affitti, i quali incidono per quasi un terzo del paniere e per il 40% dell’indice core, che si registra la sorpresa, con una crescita al 6,2% su base annuale (sui massimi dal 1983).

Valori che hanno quindi alimentato la speculazione che la Fed dovrà muoversi in modo ancora più aggressivo per domare la crescita incontrollata dei prezzi. Osservando i futures sui Fed funds si osserva come la probabilità per il prossimo incontro di settembre veda sempre una maggiore eventualità di un rialzo di 75 pb. Possibilità che tuttavia ha registrato un deciso calo nelle ultime 24% passando dal 91% all’attuale 66% a vantaggio di un di possibile aumento di 100 pb, che fino a ieri sembrava non valutato.

FedWatch Riunione di Settembre


Rischi di nuovi rialzi che si scoprono anche nella riunione di novembre, dove le probabilità di un rialzo di 75 pb, superano quelle passate di un rialzo di 50 pb, sostenendo le scommesse che il tasso possa raggiungere il 4,25% all'inizio del 2023 (prima era del 4%), così come nel prossimo anno il tasso possa arrivare perfino al 4.5%.

FedWatch prossime riunioni

Risultato di ciò è che lo S&P 500 è sceso del 4,3%, segnando la peggiore seduta dal giugno 2020, mentre il Nasdaq 100 è crollato del 5,5%, registrando il calo più netto dal marzo 2020. Cali generali sull’azionario più pronunciati soprattutto nei titoli a forte crescita, poiché la prospettiva di un aumento dei tassi di interesse ha innescato un rally dei rendimenti dei Treasury, intaccando l'appetito per queste società.

Rendimenti sui Treasury statunitensi a 2, 5 e 30 anni che registrano nuovi massimi, mentre il decennale resta incapace di superare i massimi di giugno. Situazione che tuttavia vede accentuare l’inversione della curva, con i rischi di una recessione sempre in aumento. Pressioni sui rialzi dei tassi statunitensi che hanno generato a sua volta nuovi acquisti sul dollaro americano, ritornato a scambiare sui 109 punti e ponendo nuove pressioni sui titoli statunitensi.

Calo della propensione al rischio alla quale non risulta immune il mondo delle criptovalute. Bitcoin ritorna nuovamente ad essere scambiato in prossimità dei $20 mila mentre Ethereum (in prossimità del suo Merge) leggermente al di sotto dei $1600.

Giornata odierna che si apre sulla buona notizia in relazione all’inflazione nel Regno Unito, la quale registra un calo su base annuale (+9,9% rispetto alle attese del +10,2%) e soprattutto vede minori pressioni a monte sui prezzi alla produzione, in calo su base mensile. Situazione che tuttavia non dovrebbe far desistere la BoE da un rialzo di 75pb la prossima settimana.

Nell'area dell'euro l’attenzione sarà rivolta sulla produzione industriale di luglio, ma la scena potrebbe essere rubata dal discorso sullo "Stato dell'Unione" della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen la quale potrebbe offrire maggiori dettagli su come affrontare la crisi energetica.

Infine, negli Stati Uniti la lettura sull’inflazione alla produzione dovrebbe vedere maggiore attenzione da parte degli operatori, sperando che i segnali di allentamento generati dai cali dei prezzi delle materie prime possano offrire migliori dati e attese sull’inflazione al consumo.


 
Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst
 
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