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L’interesse globale nella regolamentazione delle criptovalute si diffonde

Pubblicato 07.03.2018, 11:23
Aggiornato 02.09.2020, 08:05
  • Le agenzie normative globali continuano a riflettere sulla regolamentazione delle criptovalute
  • Alcuni paesi hanno accettato le valute alternative mentre altri restano più scettici
  • I commentatori dei mercati appoggiano la regolamentazione come un metodo per ampliare l’adozione di massa
  • I banchieri centrali stanno ancora cercando di comprendere bene la classe di asset

La regolamentazione delle criptovalute - o almeno, la discussione sulla regolamentazione - sta guadagnando popolarità a livello globale, sebbene a velocità differenti nelle varie zone. Ciononostante, con la crescita della popolarità di Bitcoin, Ethereum, Ripple, Litecoin e delle altre valute alternative “sorelle” e la classe di asset delle valute digitali che si diffonde sempre più, il 2018 sembra destinato a diventare l’anno della valutazione normativa.

La scorsa settimana, il Governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ha avvertito che le criptovalute potrebbero costituire un rischio per la stabilità finanziaria ed ha sottolineato che è il momento di considerare l’ecosistema dei cripto-asset secondo gli stessi standard del sistema finanziario. Ha descritto le enormi oscillazioni di prezzo e l’estrema volatilità dei mercati delle criptovalute una “mania speculativa”.

In un discorso dal titolo “The Future of Money,” reso il 2 marzo all’inaugurazione della Scottish Economics Conference sponsorizzata dall’Università di Edimburgo e tenutasi però presso la sede londinese di Bloomberg per via del maltempo, Carney ha dichiarato:

“Un sentiero migliore sarebbe regolare gli elementi dell’ecosistema dei cripto-asset per combattere le attività illecite, promuovere l’integrità del mercato e proteggere la sicurezza e la solidità del sistema finanziario”.

Ecco il discorso completo:

Il controllo governativo dell’ambiente delle criptovalute differisce per grado di severità e regione, e i recenti sviluppi degni di nota, divisi per paese, comprendono:

Stati Uniti

Sebbene non esista ancora una politica concreta, la statunitense Securities and Exchange Commission (SEC) è intervenuta per bloccare numerose ICO problematiche ed ha invitato alla cautela quando si investe nelle criptovalute. Il Dipartimento per il Tesoro USA, tramite una risposta al Senatore dell’Oregon Ron Wyden, ha spiegato che chi investe nelle ICO sarà soggetto alle norme esistenti mirate a contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento al terrorismo.

Venezuela

Non tutti i paesi sono cripto-scettici. Alcuni, come il Venezuela, ritengono che ci sia un potenziale di utile sovrano derivante dalle valute alternative, anche se resta da vedere se sia una cosa realistica o meno. La recente decisione controversa della nazione sudamericana di lanciare una sua valuta digitale, il Petro basato sul greggio, ha attirato l’attenzione dei media. Nicholas Maduro, il presidente del Venezuela, ultimamente ha affermato che il governo ha ricevuto più di 171.000 ordini di acquisto per il Petro, che non è ancora stato emesso.

Tuttavia, ieri, l’Asamblea Nacional del paese ha reso noto che considera il Petro incostituzionale, denunciando il progetto come truffa e potenziale minaccia per gli investitori. La blockchain può salvare il Venezuela dai suoi profondi problemi economici? I mercati ne dubitano.

Cambogia

Prendendo il Petro ad esempio, la Cambogia sembra stare considerando il lancio di un suo progetto di criptovaluta, chiamata Entapay, secondo un comunicato stampa di venerdì scorso, in vista dell’apertura odierna dell’ASEAN BlockChain Summit 2018 che si terrà a Phnom Penh, la capitale del paese. Sebbene il comunicato sottolinei come l’economia cambogiana sia “in rapida crescita”, si legge anche che con questa iniziativa la Cambogia coglie l’opportunità di partecipare all’economia globale ed alla rivoluzione scientifica e tecnologica per diventare “un paese basato sulla blockchain”.

Cina

È giusto ricordare che la Cina è stata in prima linea nel tentare attivamente di bloccare le criptovalute, che si trattasse di offerte iniziali o degli scambi. L’ultimo intervento governativo sembrerebbe vedere i regolatori impegnati nel bloccare gli account social posseduti dalle piazze di criptovalute che offrono ancora servizi nel paese.

Giappone

Finora, il Giappone è stato più a favore delle criptovalute rispetto ai suoi vicini asiatici. Di recente, sedici piazze di criptovalute autorizzate in Giappone hanno formato una nuova organizzazione auto-regolamentata, un tentativo che giunge sulla scia dell’attacco risultato nel furto di 500 milioni di dollari di token NEM avvenuto a gennaio.

Israele

Le criptovalute sono finite sotto i riflettori in tutto il mondo dopo che la Corte d’Appello israeliana ha deciso che le principali banche del paese non possono chiudere i conti bancari di un broker di valute digitali fino a quando non sarà completata la revisione normativa. Le trattative normative in questo paese del Medio Oriente sono ancora in corso, con i legislatori che cercano un modo per proteggere gli investitori dall’alta volatilità che caratterizza la maggior parte degli scambi di criptovalute, senza però frenare l’innovazione della blockchain locale.

Russia

Nel corso di un vertice della Federazione Russa avvenuto il 27 febbraio, i funzionari russi hanno preso in considerazione una serie di emendamenti alla bozza di legge “Sugli asset finanziari digitali” del paese, in occasione di un vertice del Ministero per lo Sviluppo Economico. Tra le proposte: Agevolazioni fiscali per i profitti delle transazioni legate alle cripto sia per le aziende che per i privati.

Oleg Seydak, Amministratore Delegato di Blackmoon, una piattaforma di gestione asset, nota che il Giappone ha già riconosciuto il Bitcoin come metodo di pagamento legale:

“Secondo l’Agenzia nipponica per i servizi finanziari, il Bitcoin viene riconosciuto dal governo giapponese come metodo di pagamento, ma non come valuta. Inoltre, il governo locale ha deciso di accettare le donazioni in Bitcoin per promuovere il turismo nella città di Hirosaki. Molte piazze di criptovalute sono registrate e, secondo Reuters, 16 di esse costituiranno un ente di auto regolamentazione per prevenire truffe nel settore. Un tale intervento impedirà casi simili al recente furto su Coincheck da 500 milioni di dollari. Nel complesso, il Giappone può, secondo me, essere considerato un paese a misura di cripto, rispetto ai suoi vicini nella regione”.

Fornisce inoltre maggiori dettagli sull’iniziativa del Ministero per le Finanze russo:

“La proposta di legge dovrebbe essere approvata tra maggio e giugno 2018. [La] Banca Centrale russa e il Ministero delle Finanze non hanno ancora trovato un accordo sulla piazza di criptovalute e sull’uso monetario; la Banca Centrale ritiene che le monete debbano essere scambiate solo con token [alternativi], mentre il Ministero delle Finanze suggerisce di utilizzare le criptovalute come metodo di pagamento e rendere legale lo scambio con il rublo. La Russia è anche il principale paese per numero di ICO (membri del team di origini russe compaiono davvero spesso in tutte le startup di blockchain).

Molti commentatori del cripto-mercato stanno incoraggiando la regolamentazione delle cripto e molti hanno accolto bene il recente discorso di Carney. Jeppe Stokholm, partner e consulente generale di Black Swan, un’impresa di venture capital di Zurigo, in Svizzera, concorda con Carney:

“È giunto il momento di considerare l’ecosistema cripto con gli stessi standard utilizzati nel resto del sistema finanziario. Non temo la regolamentazione finanziaria delle criptovalute. Al contrario, spero che venga implementata il prima possibile al fine di avere una concorrenza leale ed un mercato sicuro”.

Angela Walch, Professore Associato della St. Mary’s University School of Law in Texas e Ricercatrice presso il Centro di tecnologie blockchain dell’University College London, afferma: “Trovo che il discorso sia incoraggiante, dal momento che dimostra che la Banca d’Inghilterra è attenta ai rischi di stabilità finanziaria che le criptovalute potrebbero costituire per il sistema finanziario principale”.

Walch spiega che sebbene Carney non consideri le valute alternative un rischio di stabilità finanziaria al momento, per via della loro dimensione relativamente piccola, riconosce comunque che potrebbero costituire un rischio in futuro se il loro uso e gli investimenti si dovessero ampliare o se dovessero sviluppare altri collegamenti con il sistema finanziario. Walch prosegue dicendo: ciò indica anche che per le piazze di cripto la festa è finita, dovranno crescere e seguire le regole che stanno seguendo le altre piazze finanziarie, o verranno chiuse.

Le banche centrali reagiscono

Eddy Travia, Amministratore Delegato di Coinsilium, un’azienda che finanzia e gestisce lo sviluppo di compagnie di tecnologie blockchain in fase embrionale, nota:

“Penso che molte banche centrali siano in “modalità reazione” e che dovrebbero adottare una posizione proattiva per comprendere questa nuova importante classe di asset”.

Travia spiega che la maggior parte delle piazze di cripto segue già regole severe, anche se alcune giurisdizioni potrebbero perdere i benefici economici di questa nuova classe di asset se propenderanno per norme restrittive piuttosto che per un approccio più bilanciato mirato a regolamentarle in modo appropriato, incoraggiando allo stesso tempo un ambiente favorevole agli affari.

Evgeny Ponomarev, cofondatore ed Amministratore Delegato di Fluence, è nel mondo delle cripto dal 2011, quando ha minato i suoi primi Bitcoin su CPU. In quanto “rinomato statista”, prevede che il macro ambiente diventerà più a favore dell’asset anche se i singoli governi continueranno a faticare per comprenderlo meglio:

“Come si può notare, ogni paese sta cercando di inserire le cripto nel suo attuale stato degli affari (economia, regime, politica estera). La spiegazione è semplice: non c’è ancora una definizione di criptovaluta su cui tutti siano d’accordo. Ogni cripto moneta ha il suo fine specifico e i regolatori non riescono a trovare una soluzione “adatta a tutte”. In tali condizioni, cercano naturalmente di trovare soluzioni temporanee che possano “adattarsi all’attuale agenda economica e politica”.

Il modo migliore in cui i governi possono agire a questo punto, afferma Ponomarev, è sviluppare una tassonomia dei cripto asset in base al loro ruolo e alla loro finalità. Ci vuole tempo per farlo e dovrà provenire dalla comunità perché siamo sul punto di vedere applicazioni delle cripto monete nella vita reale. Aggiunge:

“Visto che al momento l’uso più diffuso delle cripto monete è il trading speculativo, non deve sorprendere che la maggior parte delle norme si focalizzino solo su questo aspetto. Prima di intervenire, i governi dovrebbero aspettare altre applicazioni delle cripto, più diverse e fattibili per la vita reale, non solo come riserva di valore (Bitcoin) o contratti smart (Ethereum). Quindi il modo migliore per qualsiasi paese per capire come gestire le cripto è prendere parte allo sviluppo del mercato e supportare i nuovi progetti nel campo”.

Incoraggiare la distruzione creativa

Stockholm cita l’economista politico austro-americano Joseph Schumpeter che, quasi 100 anni fa, ha spiegato il concetto di distruzione creativa, il fenomeno dei cicli di cambiamento negli affari e la salita e la discesa dei fattori economici. L’idea di Schumpeter: l’innovazione imprenditoriale e i nuovi sviluppi possono distruggere i legami più deboli sul mercato ma contribuiscono ad aiutare i nuovi fattori economici a crescere e prosperare, rendendo i mercati liberi più forti e meno fragili.

Gli investitori delle cripto non devono temere la regolamentazione finanziaria. Al contrario, aggiunge Stockholm, “spero che venga implementata il prima possibile al fine di avere una concorrenza leale ed un mercato sicuro”.

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