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L’IPC testerà l’attuale valutazione dell’inflazione da parte del mercato

Pubblicato 12.07.2022, 10:22

Il report sull’ IPC di mercoledì probabilmente mostrerà il picco su base annua dell'inflazione...

Non vi sembra di averla già sentita questa?

Core, Headline CPI

Dopo i dati questo mese, i confronti diventano molto facili per alcuni mesi. I valori di riferimento su base annua per i prossimi mesi sono circa 8,45% per luglio, 8,37% per agosto e 8,27% per settembre. Ciò significa che i dati su base annua dell’inflazione core e headline potrebbero facilmente raggiungere nuovi massimi nei prossimi tre mesi. L’inflazione globale ci è già vicina e, a meno che la benzina non continui a scendere, potremmo arrivare molto facilmente al 9%. (N.B.: il mercato dei derivati non la pensa più così. Ma solo poche settimane fa erano sopra il 9% e credo che abbiano reagito in modo eccessivo al calo della benzina). Il grafico sottostante mostra dove si collocherebbe il CPI core nel corso di quest’anno se i dati mensili fossero dello 0,6% questo mese e dello 0,5% in seguito.Core CPI And Future Expectations

In questo scenario, l’IPC core di settembre si attesterebbe al 6,6% e non diminuirebbe in modo apprezzabile dopo tale data.

Vorrei sottolineare che tutto questo è in linea con quanto affermato dall’IPC mediano. Questo indice ha raggiunto regolarmente nuovi massimi m/m dal gennaio 2021. Il mese scorso ha registrato un +0,58%, il massimo dal 1983. E a differenza dell’IPC core o headline, che occasionalmente salta a causa di qualche elemento idiosincratico in un dato mese, questo è molto più insolito per l’IPC mediano (vedi grafico, fonte FRB Cleveland tramite Bloomberg). Il punto è che non c’è ancora alcun segnale che l’inflazione stia per scendere ai livelli di benessere che il mercato sta decisamente tenendo già in conto ancora una volta.

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Median CPI Monthly

Facciamo un passo indietro…

Credo ci siano due motivi per cui il mercato sembra incline a scontare un ritorno all’inflazione “com’era prima”.

  1. Vogliamo credere che i problemi sui tassi che stiamo vivendo, a causa dell’aggressivo rialzo dei tassi della Fed e del modesto calo della liquidità, avrà l’effetto desiderato. E, se possibile, prima piuttosto che dopo e con meno effetti negativi del previsto.
  2. Molti sono male informati sulle cause di questa inflazione.

Su quest’ultimo punto, ho due aneddoti da illustrarvi. Il primo è un aneddoto personale: la scorsa settimana ho incontrato un collega che (dopo aver saputo che ero l’Inflation Guy - evidentemente non sono ancora riconoscibile dal grande pubblico) ha affermato che “questa inflazione è un’inflazione da materie prime e da salari”, sostenendo che sarà naturalmente superata una volta che il conflitto in Ucraina sarà terminato e il mercato del lavoro si sarà adeguato. Ora, questo collega lavora per una società che opera sui mercati finanziari ed è relativamente esperto di mercato. Ma la sua affermazione, che è stata fatta sotto forma di dichiarazione di un fatto ovvio su cui siamo tutti d’accordo, non è giusta.

Sappiamo che non è giusta perché questa inflazione non è avvenuta in modo stocastico. Molti osservatori avevano previsto a gran voce che il tentativo della MMT (ndt teoria monetaria moderna), aumentando drasticamente i trasferimenti non salariali ai consumatori con il denaro creato dall’espansione del bilancio della Fed, avrebbe avuto proprio l’effetto che abbiamo visto.

Le mie prove a sostegno vanno oltre una conversazione casuale con qualcuno incontrato per caso. C’è anche questo di un economista professionista scritto in : un saggio ospite del The Economist:

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“Un mondo in cui l’economia si riprende così rapidamente da far emergere l’inflazione è migliore di uno in cui la ripresa si trascina dolorosamente per anni”.

Ripeto: l’inflazione non era dovuta alla “ripresa economica così rapida”. È dovuta al fatto che l’economia si è “ripresa” come conseguenza di un’azione politica ufficiale: facendo arrivare ai consumatori più denaro di quanto ne avrebbero avuto se non ci fosse stato il COVID, creando questo denaro tramite il QE e continuando questa politica anche quando era ovvio che la crisi era finita e che il reddito personale stava già superando il PIL potenziale.

Se vogliamo evitare che questo problema si ripeta, è importante che non ci illudiamo che “non era prevedibile”. E mentre le banche centrali procedono con le azioni politiche contro l’inflazione, è importante valutare i loro effettivi progressi. Finora non ci sono stati progressi evidenti nella riduzione dell’inflazione, che dovrebbe essere in ritardo rispetto all’azione politica. A mio avviso, il mercato è molto avanti nel pensare che il successo sia assicurato e a portata di mano.

***

Nota dell’autore: La mia azienda e/o i fondi e i conti che gestiamo hanno delle posizioni in bond, materie prime, prodotti finanziari e ETF che potrebbero essere occasionalmente menzionati nei miei articoli.

Ultimi commenti

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grazie Mr Ashton
Io penso che molti "esperti" facciano le dichiarazioni o previsioni che più gli convengono, piuttosto che quelle più credibili o macroeconomicamente corrette. Mr Ashton 👍
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