- Dollaro e rendimenti dei bond rimbalzano
- Gli investitori attendono i dati USA e mettono in dubbio il trade sulla “svolta Fed”
- I tori devono difendere il supporto da 1700 dollari o sarà game over
Questa mattina sia l’oro che l’argento hanno ceduto parte degli straordinari guadagni registrati nell’ultima settimana e mezzo. Il motivo? Dollaro USA e rendimenti dei bond sono rimbalzati, dopo la recente debolezza in scia all’intervento della banca centrale per stabilizzare i mercati ed ai dati statunitensi deboli che hanno spinto a pensare che la Fed potrebbe cambiare rotta in anticipo. Quindi, è finita per oro e argento, oppure i compratori sul calo, e chi si è perso il rally, entreranno in scena per approfittare dei prezzi più deboli?
Il sentiment positivo negli ultimi giorni è arrivato sulla scia dei dati statunitensi più deboli su manifattura ed occupazione, che hanno alimentato le speculazioni che la Fed possa cominciare a fare marcia indietro sui tassi di interesse prima del previsto. Inoltre, abbiamo visto banche come la Banca d’Inghilterra, la Banca del Giappone e la Banca Popolare cinese intervenire in qualche modo, mentre la Reserve Bank of Australia ha optato per un aumento minore del previsto. Per l’oro c’è stata un’altra buona notizia: le banche centrali in tutto il mondo hanno aumentato i possedimenti netti di oro per il quinto mese consecutivo ad agosto, secondo il World Gold Council.
Il forte rally in un trend in discesa a lungo termine significa che l’oro è chiaramente diventato “overbought” nelle finestre temporali più strette dopo l’impennata. Quindi, parte della debolezza di oggi può essere spiegata dalle prese di profitto dei tori. Gli orsi, che hanno avuto il controllo dell’azione di prezzo dell’oro per gran parte di quest’anno, potrebbero intervenire con i prezzi che testano la resistenza sui grafici di finestre temporali più alte intorno alla zona di 1725-1730 dollari, come possiamo vedere sul grafico giornaliero:
Ora, se i tori dell’oro vogliono spingere il prezzo più in alto, dovranno difendere il territorio intorno all’area di 1700/1705 dollari, la base del breakout di ieri e precedente zona di supporto/resistenza. Una difesa di successo qui potrebbe aprire la strada a nuovi rialzi sulla settimana, alla luce dell’inversione bullish che abbiamo visto in diverse classi di asset.
Ma ce la farà?
Come abbiamo detto, l’oro è sceso oggi con i rendimenti e il dollaro che sono schizzati, in seguito alla pubblicazione di alcuni dati europei deludenti e in vista dei report USA sull’occupazione ADP e sull’indice PMI sui servizi dell’ISM. La forte ripresa dei prezzi del petrolio ha riacceso i timori per la crisi energetica ed un lungo e freddo inverno in Europa.
Per quanto pensi che l’oro sia diretto verso l’alto sul lungo termine, l’aumento dei tassi di interesse è quello che ne causa continuamente il selloff. Considerato che non è cambiato molto sul fronte dei tassi, sono più incline ad un altro tentativo fallito di breakout che ad uno vero. Quindi, farei molta attenzione ad un potenziale breakdown qui.
Da un punto di vista bearish, una rottura sotto 1700 dollari indicherebbe un altro tentativo di breakout fallito. Se dovesse succedere, allora il risultato potrebbe essere un rapido calo verso il prossimo potenziale supporto a 1675/6 dollari, con quest’ultimo che rappresenta anche il minimo dal 2021. E, se i tori dovessero perdere il controllo anche di quest’area, allora sarà game over. In quel caso, probabilmente poi ci avvieremo ad un nuovo test dei minimi di settembre a 1614 dollari.
Perciò, possono succedere molte cose e ci sono ipotesi bull e bear altrettanto interessanti. Ma aspettiamo che il mercato decida la direzione e i trader potranno approfittare della rottura in qualunque direzione il metallo voglia andare. Come ho detto, la mia idea di base è di un altro breakdown, ma è importante restare aperti a qualunque possibilità. Dopotutto, potrebbe essere che il mercato abbia messo pienamente in conto i futuri aumenti dei tassi ed altri rischi per gli investitori.
Nota: L’autore al momento non possiede nessuno degli asset menzionati nell’articolo.