Market Brief
Durante la seduta di contrattazioni asiatica non è successo granché. L’AUD/USD consolida le perdite dopo le vendite che ieri l’hanno fatto scendere ai minimi da 4 anni (0,8514), sull’onda dei commenti del vice governatore della RBA Lowe, secondo cui l’AUD dovrebbe scendere visto il calo degli investimenti e il peggioramento dei termini di scambio, soprattutto per effetto della debolezza dei mercati delle materie prime. Tuttavia, sempre secondo Lowe, malgrado la flessione degli investimenti nel settore delle attività estrattive, i proventi delle esportazioni sono saliti al 12% del PIL rispetto al 5-7% dello scorso anno, commento che ha conferito un po’ di ottimismo al suo intervento. Il dato sulla produzione nel settore delle costruzioni, pubblicato stanotte, ha mostrato una contrazione del 2,2% nel terzo trimestre, frenando la ripresa dell’AUD a Sydney. Le forti vendite hanno fatto passare i livelli tecnici dell’AUD/USD in territorio negativo. Il MACD è entrato in territorio ribassista, il prossimo supporto staziona a 0,85 – i sogni di Stevens sono diventati quasi realtà. Sotto questo livello s’intravedono gli stop.
In Nuova Zelanda, la coppia NZD/USD resiste sopra 0,78, nonostante l’indebolimento del momentum positivo. Nelle prossime ore saranno diffusi i dati sulla bilancia commerciale neozelandese. Poiché si prevede un aumento delle esportazioni e un calo delle importazioni, il deficit commerciale di ottobre dovrebbe ridursi. Un’eventuale sorpresa negativa dovrebbe ravvivare gli orsi del NZD e spingere il MACD in territorio negativo in caso di chiusura inferiore a 0,7745. Per la prima volta da quattro mesi, l’AUD/NZD ha violato al ribasso la media mobile a 200 giorni (1,0916), suggerendo un’estensione della debolezza verso il 61,8% di Fibonacci sulla ripresa da luglio a ottobre (1,0884).
Come emerge dal dato pubblicato ieri, negli USA il PIL (annualizzato) è cresciuto del 3,9%, superando le previsioni del mercato nella seconda lettura riferita al terzo trimestre (3,3% rispetto al 3,5% precedente), grazie anche al contributo una tantum della spesa pubblica per la difesa. I consumi personali sono saliti dall’1,8% al 2,2% e il PCE di fondo è rimasto stabile all’1,4%. Ieri i dati economici positivi hanno spinto l’USD a New York, ma la solida asta di bond ha intaccato i guadagni dell’USD. Oggi sarà pubblicata una lunga serie di dati negli USA, vista la chiusura per la festività del Ringraziamento di giovedì.
L’EUR/USD è salito a 1,2487 dopo che la solida asta di bond USA quinquennali ha frenato la forza dell’USD. I rendimenti dei titoli quinquennali del Tesoro USA sono scesi sotto l’1,60%, quelli dei decennali sono calati al 2,25%. L’EUR/USD ha tratto vantaggio dai bassi rendimenti USA. La coppia ha trovato buone richieste a 1,2466/1,2485 in Asia. A 1,2500 abbondano le scommesse per le opzioni, con un’inclinazione negativa. Gli operatori cercheranno di vendere sui rally, perché gli spread fra i rendimenti dei titoli del cuore e della periferia dell’Eurozona continuano a scendere in scia alle speculazioni di un QE, che pesano sull’EUR/USD.
Nel suo discorso al parlamento di ieri, il governatore della BoE Carney non ha fatto nulla di entusiasmante, se non ripetere che i tassi aumenteranno gradualmente. Ieri la coppia GBP/USD è salita a 1,5736, ora sta formando un triplo massimo, ed è rimasta all’interno della stretta fascia compresa fra 1,5693 e 1,5722 in Asia. Il MACD è entrato in territorio negativo dopo la chiusura a 1,5708 di ieri. Il giudizio tecnico è positivo, per confermare l’inversione rialzista si dovrebbe superare la resistenza a 1,5736/37.
In Canada le vendite al dettaglio sono cresciute dello 0,8% su base mensile a settembre (rispetto allo 0,5% previsto e al -0,3% precedente). L’USD/CAD è sceso a 1,1233. Non sono stati intaccati livelli tecnici significativi. Permane un supporto a 1,1192 / 1,1230 (minimo di reazione del 21 novembre dopo la pubblicazione dell’IPC / media mobile a 50 giorni). L’attenzione si sposta sulla riunione dell’OPEC del 27 novembre. Se l’OPEC non interverrà per sostenere i prezzi del petrolio, l’USD/CAD dovrebbe uscire dal canale discendente di ottobre, entrando così in un nuovo mercato toro.
Oggi gli operatori si concentreranno su: indice dei prezzi all’importazione m/m e a/a di ottobre in Germania; indicatori UBS sul consumo di ottobre in Svizzera; indice consumatori e manifatturiero di novembre e bilancia commerciale di ottobre in Svezia; tasso di disoccupazione di settembre in Norvegia; indice sulla fiducia dei consumatori di novembre in Italia; PIL (preliminare) t/t e a/a, consumi privati, spesa pubblica, esportazioni e importazioni t/t, investimenti totali delle imprese t/t e a/a riferiti al terzo trimestre, indice dei servizi m/m e 3m/3m di settembre nel Regno Unito; richieste di mutui MBA aggiornate al 21 novembre, ordinativi di beni durevoli di ottobre, richieste iniziali e continue di sussidi di disoccupazione, aggiornate rispettivamente al 22 e al 15 novembre, redditi e spese personali di ottobre, deflatore PCE e PCE di fondo m/m e a/a, indice dei direttori d’acquisto di novembre di Chicago, indice finale sulla fiducia di novembre dell’Università del Michigan, vendite di case nuove e vendite di abitazioni in corso m/m di ottobre negli Stati Uniti.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd