Market Brief
Stanotte l’AUD ha subito un altro colpo, dopo che il PIL australiano ha mostrato un rallentamento inaspettato, attestandosi allo 0,3% t/t (rispetto allo 0,7% previsto e allo 0,5% precedente). Il PIL a/a riferito allo scorso trimestre è stato rivisto al ribasso, al 2,7%, ed è rimasto su questi livelli nel terzo (rispetto al 3,1% previsto e precedente). L’AUD/USD è sceso al nuovo minimo da quattro anni, pari a 0,8389. Il rafforzamento del momentum ribassista fa presagire un ulteriore ribasso. Nel medio termine, prevediamo una flessione costante verso gli 80 centesimi.
In Nuova Zelanda, la coppia NZD/USD è scesa a 0,7767 dopo che il prezzo del latte intero in polvere è calato di un altro 7,1% all’ultima asta di Fonterra. La contrazione dello 0,7% nei permessi di cantieri residenziali e l’aumento più lento delle attese nel valore degli edifici nel terzo trimestre hanno pesato ulteriormente sul sentiment. Una chiusura inferiore a 0,7820 dovrebbe far rimanere il giudizio negativo.
L’USD/JPY e i cross con lo JPY hanno avuto un andamento contrastato a Tokyo. Secondo Markit, il PMI servizi e composito giapponese è passato in zona espansiva a novembre (sopra i 50 punti). L’USD/JPY è salito a 119,44, nuovo massimo da sette anni. Si prefigurano solide offerte prima di 120 (livello psicologico), in vista delle elezioni anticipate del 14 dicembre. Gli ordini d’acquisto per le opzioni favoriscono però i guadagni, domani scadono consistenti opzioni call con prezzo d’esercizio a 120. Alla luce delle incertezze politiche, i tentativi sopra 120 dovrebbero imbattersi in una correzione. A nostro avviso, sarà necessaria una conferma del supporto all’Abeconomia affinché vi siano guadagni sostenibili sopra 120. Il sentiment per l’EUR/JPY si sta attenuando. La linea di conversione giornaliera di Ichimoku punta al ribasso (147,01). La diffusa vendita di EUR dovrebbe continuare a pesare sulla coppia.
L’EUR/USD testa l’area 1,2358/60 perché predominano le scommesse accomodanti prima della riunione della BCE di giovedì. Ci sono consistenti barriere per le opzioni sotto 1,2375/1,2400 in scadenza questa settimana. Oggi sarà diffuso il dato ADP negli USA, un’eventuale sorpresa positiva dovrebbe mettere a rischio il minimo a 1,2358. Sotto questo livello s’intravedono gli stop.
L’USD/CAD testa i massimi dell’anno (1,1467) in vista della riunione della BoC di oggi. La BoC dovrebbe mantenere invariato il tasso ufficiale all’1%. Tuttavia, visto il surriscaldamento inatteso dell’inflazione, oltre alla pressione sui prezzi dell’energia, prevediamo che la BoC adotterà toni più stringenti. L’impatto sui mercati dipenderà con tutta probabilità dalle modifiche apportate al comunicato di rito, ma anche dal livello di convinzione dei mercati. Gli indicatori di trend e momentum sono diventati positivi, il che lascia presumere un progresso verso nuovi massimi; gli ordini d’acquisto per le opzioni si susseguono sopra 1,14 fino a 1,15+. Sotto 1,1375 il sentiment è discordante. La prima linea di supporto giace a 1,1265/67 (media mobile a 50 giorni / 76,4% di Fibonacci sul rialzo da luglio a ottobre).
Oggi la Bank of Canada annuncerà la sua decisione e la Fed americana pubblicherà il libro beige. Gli operatori si concentreranno anche su: PIL t/t e a/a riferito al terzo trimestre in Svizzera; PMI composito e servizi (definitivo) di novembre in Svezia, Spagna, Italia, Francia, Germania, Eurozona, Regno Unito e USA; variazioni nelle riserve ufficiali di novembre nel Regno Unito; vendite al dettaglio m/m e a/a di ottobre nell’Eurozona; richieste di mutui MBA aggiornate al 28 novembre, variazione nell’occupazione ADP di novembre, produttività e costi unitari del lavoro nel settore non-agricolo (definitivi) riferiti al terzo trimestre, indice ISM composite non-manifatturiero di novembre negli USA.
Idea di Trading di Swissquote SQORE: Modello di trend valute G10: Acquistare USD/NOK a 7,0330
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst, |