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L’EUR resiste e l’azionario europeo assorbe la debolezza di USA e Asia

Pubblicato 11.04.2014, 13:34
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Anche i mercati azionari europei hanno imitato il brusco declino delle piazze americane e asiatiche. Il VIX ieri è schizzato a 16,38 a New York, prima del fine-settimana l’attenzione rimane puntata sugli utili del primo trimestre. È stata chiaramente una settimana difficile per l’USD e per gli asset in USD. L’insoddisfazione generata dai verbali del FOMC e le vendite in dollari hanno favorito la domanda delle altre valute del G10 e di materie prime agricole contro l’USD. Stamattina il sentiment positivo intorno all’EUR ha spinto l’EUR/USD sopra 1,3900 all’apertura dei mercati in Europa, livello massimo dal 19 marzo (prima del calo in scia alla riunione del FOMC e al discorso da falco di Yellen), l’oro viene scambiato sopra la media mobile a 21 giorni, il kiwi (NZD) è in calo dal nuovo massimo a 0,8746 (10 aprile).

L’euro non presta attenzione alla minaccia di un QE

Stamattina l’EUR/USD estende i guadagni sopra 1,3900 in Europa. Anche se i mercati ignorano le minacce accomodanti delle BCE, questa settimana la delusione per i verbali del FOMC ha giocato un ruolo importante nelle dinamiche dell’EUR/USD. Nell’Eurozona, gli indici IPC hanno mostrato un andamento dei prezzi divergente in Germania, Spagna, Francia e Grecia. L’IPC ufficiale di Eurolandia sarà pubblicato la prossima settimana (mercoledì 16 aprile). Il rilevamento finale sull’inflazione confermerà la debolezza delle previsioni di marzo nelle cifre su base annua (stima IPC a/a allo 0,5%, IPC primario allo 0,8%). A questo punto, sappiamo tutti che la BCE ha a disposizione strumenti per un maggiore allentamento e che è pronta a intervenire. Ciò nonostante, i prezzi dell’EUR mostrano chiaramente che solo una piccola minoranza crede che la BCE utilizzerà tali strumenti. Vista l’incredulità su un intervento della BCE, l’interesse degli operatori si sposta sull’aumento dei tassi d’interesse reali (a causa dei timori di disinflazione / deflazione nell’Eurozona). Inoltre, il recente interesse per i bond dei paesi periferici dell’Eurozona sostiene l’EUR. I rendimenti dei decennali spagnoli sono scesi ai minimi dal 2005, il decennale greco è tornato al 6%, livello d’inizio 2010, prima che le tensioni e il default facessero salire i rendimenti dei decennali greci sopra il 35%. Gli indicatori di trend e momentum sul grafico dell’EUR/USD puntano al rialzo. Ci sono deboli offerte per opzioni in scadenza oggi a 1,3910, mentre gli ordini d’acquisto per le opzioni attendono di essere attivati sopra 1,3950/1,3975 e 1,4000.

Il kiwi raggiunge l’obiettivo

Il 10 aprile la coppia NZD/USD ha raggiunto il nostro obiettivo a 0,8745, sostenuta dalle vendite di USD generate dal FOMC. Da ribassista, il trend di breve periodo è diventato neutrale; il MACD suggerisce un’estensione dei guadagni in caso di chiusura superiore a 0,8680. Il PMI manifatturiero delle aziende, pubblicato questa settimana, ha mostrato un’espansione più rapida a marzo (58,4 punti rispetto ai 56,2 di febbraio). Secondo la RBNZ, “il settore manifatturiero vive una fase positiva, il PMI totale e gli indicatori riferiti a produzione e occupazione sono tutti vicini ai massimi da 10 anni”. La forza degli indicatori economici dà vigore alle prospettive di una RBNZ falco e di un nuovo aumento del tasso. Ricordiamo che la RBNZ è stata la prima banca centrale importante a dare inizio alla normalizzazione della politica, aumentando il suo tasso dal 2,50% al 2,75% alla riunione di marzo. La prossima riunione della RBNZ si terrà il 24 aprile, i mercati mettono in conto un secondo aumento del tasso. Fra le 15 banche principali che hanno fornito le loro previsioni in un recente sondaggio di Bloomberg, il 75% scommette su un rialzo del tasso, al 3,0%, entro la fine di aprile, un terzo scommette su un rialzo fino al 3,25% entro giugno. La metà dei partecipanti prevede che il tasso della RBNZ raggiungerà il 4,0% entro il secondo trimestre del 2015. In scia a queste attese, il kiwi non può che apprezzarsi contro l’USD, visto che il primo rialzo del tasso della Fed non avverrà prima di metà 2015.

La coppia NZD/USD si è ripresa dalle vendite della scorsa settimana, generate dalla debolezza dei prezzi dell’asta dei prodotti caseari. Il trend di breve termine e gli indicatori del momentum si sono ripresi dalla svolta ribassista della scorsa settimana. Spostiamo il nostro prossimo obiettivo a 0,8869 (138,2% della proiezione di Fibonacci sul rally da agosto a ottobre 2013), seguito da 0,8903 (proiezione di agosto-ottobre sulla ripresa iniziata il 4 febbraio). La coppiaAUD/NZD buca lentamente la forte resistenza costituita dalla base dell’ampio canale di trend ribassista e dalla media mobile a 100 giorni e probabilmente chiuderà la settimana nella zona di consolidamento rialzista. Le divergenze fra RBNZ e RBA dovrebbero pesare sulla coppia di valute oceaniane man mano che la coppia si avvicina alla soglia psicologica a 1,1000.

eurusd

The Risk Today

EUR/USD Il momentum rialzista di breve termine dell’EUR/USD è dominante, malgrado la pausa, dopo la rottura dal canale discendente a breve termine, che spinge oltre la resistenza a breve termine. Monitorate la resistenza a 1,3820 (vedasi anche il ritracciamento al 50%). Supporti orari si attestano adesso a 1,3820 (vecchia resistenza) e a 1,3673. Un'altra resistenza può essere trovata a 1,3876. Nel lungo periodo l’EUR/USD è caratterizzato ancora dal susseguirsi di massimi e minimi più alti che lasciano intravedere un rialzo addizionale. Una resistenza importante si attesta ora a 1,3876 (massimo 24/03/2014).

GBP/USD La vigorosa corsa rialzista della coppia GBP/USD ha subìto una battuta di arresto presso la resistenza chiave a 1,6823. Lo slancio rialzista di breve termine resta intatto finché regge il supporto orario a 1,6684 (resistenza precedente). Un altro supporto si trova a 1,6556. Nel lungo periodo i prezzi continuano a muoversi in un canale ascendente. Di conseguenza, manteniamo un’inclinazione rialzista finché regge il supporto a 1,6460. Un’importante resistenza si attesta a 1,7043 (massimo 05/08/2009).

USD/JPY L’USD/JPY ha infranto il supporto a 102,68 (massimo 19/03/2014), segnando un forte calo. Sebbene il supporto a 101,72 sia stato violato, i prezzi sono ormai vicini a un supporto chiave tra 101,56 (vedasi la linea di tendenza tra 100,76 (minimo 04/02/2014) e 100,76 (si veda anche la media mobile a 200 giorni). Una resistenza si attesta attualmente a 102,68 (supporto precedente). Viene favorita una propensione rialzista di lungo periodo finchè regge l'area chiave di supporto data dalla media mobile a 200 giorni (attorno a 100,80) e a 99,57 (vedasi anche la linea di tendenza in aumento dal minimo a 93,79 (13/06/2013). Un’importante resistenza si attesta a 110,66 (massimo 15/08/2008).

USD/CHF la vendita di USD/CHF prosegue e attualemnte sfida il supporto a breve termine. L’indebolimento del momentum è stato confermato dalla rottura del supporto implicato dalla linea di tendenza in aumento. Altri supporti orizzontali si attestano ora a 0,8787. Resistenze orarie possono essere ubicate a 0,8887 (massimo infragiornaliero) e a 0,8953. In una prospettiva di più lungo respiro la struttura in atto da 0,9972 (24/07/2012) viene vista come una grande fase correttiva. I recenti miglioramenti tecnici suggeriscono un indebolimento delle pressioni a vendere e il potenziale per una formazione di base. Una rottura decisa della resistenza chiave a 0,8930 spianerebbe la strada a un’ulteriore forza a medio termine.

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