Market Brief
Questo lunedì dal Giappone sono arrivati dati economici deboli. A marzo, il PMI manifatturiero ha subito un rallentamento da 55,5 a 53,9 punti e, stando ai dati preliminari riferiti a febbraio, la produzione industriale si è contratta dal 3,8% al -2,3% m/m, e dal 10,3% al 6,9% a/a. Sempre a febbraio, la produzione di veicoli è calata significativamente, dal 14,5% al 7,1%. Le azioni del Nikkei hanno guadagnato lo 0,90% a Tokio, nonostante la debolezza dei dati, mentre l’USD/JPY è salito da 102,77 a 102,97, rafforzando lievemente al rialzo il momentum. Permane una solida resistenza a 103,0/10 (massimo della nuvola giornaliera di Ichimoku) che, se infranta, dovrebbe far salire l’USD/JPY al massimo di marzo a quota 103,76. La coppia EUR/JPY recupera sopra la copertura della nuvola giornaliera di Ichimoku (139,65 / 140,96), persistono le pressioni al ribasso.
L’EUR/USD ha aperto la settimana in modo neutrale. Stamattina saranno pubblicate le stime per l’IPC dell’Eurozona di marzo. Le previsioni continuano a essere deboli; l’IPC è visto in calo allo 0,6%, l’IPC primario allo 0,8% rispetto all’1,0% dell’ultimo rilevamento. Weidmann (BCE) sabato ha dichiarato che l’Eurozona non si trova in una spirale deflattiva e che la banca centrale non dovrebbe reagire in maniera eccessiva. Giovedì ci sarà la riunione della BCE, che dovrebbe mantenere invariato il corridoio dei tassi. Gli indicatori di trend e momentum dell’EUR/USD rimangono decisamente ribassisti. Le scommesse per le opzioni si mescolano a 1,3700. Il prossimo supporto si trova a 1,3665/78 (38,2% di Fibonacci sul rally di novembre-dicembre e media mobile a 100 giorni). La coppia EUR/GBP consolida le perdite sotto 0,83000. La chiusura di venerdì sotto 0,82770 suggerisce l’estensione della debolezza ai minimi di marzo a 0,82000. Le discrete barriere per le opzioni in scadenza oggi dovrebbero mantenere il rialzo al sicuro sotto 0,83000.
In Australia, l’inflazione dei titoli di marzo è risultata in linea con le attese, come pure la crescita dei crediti nel settore privato. La coppia AUD/USD non è riuscita a superare quota 0,9259 a Sidney ed è stata venduta a 0,9218. Nei prossimi giorni, la riunione della RBA (martedì) e il PMI cinese (martedì) definiranno il corso dell’AUD. Dal punto di vista tecnico, l’AUD/USD rimane in zona di consolidamento rialzista (sopra il massimo del canale di trend rialzista di febbraio-marzo). Gli indicatori di trend e momentum sono positivi, ci sono ordini d’acquisto per opzioni in scadenza oggi a 0,9230. Le prossime resistenze entrano in gioco a 0,9339 (61,8% di Fibonacci sulla flessione in atto da novembre 2013 a gennaio 2014) e 0,9499/0,9500 (76,4% di Fibonacci e livello psicologico). La coppia AUD/NZD continua a essere ben sostenuta sopra la media mobile a 21 giorni (attualmente a 1,0643), l’inclinazione rimane al rialzo, non sono ancora state liquidate le offerte a 1,0700/13 (media mobile a 50 giorni).
Le valute dei mercati emergenti hanno iniziato la settimana in positivo. Nonostante le tensioni legate alle elezioni amministrative in Turchia, il partito al potere AKP e il primo ministro Erdogan domenica hanno confermato la loro supremazia. La lira guadagna l’1,30% contro l’USD e l’1,27% contro l’EUR (mentre scriviamo). Il rally di sollievo probabilmente farà scendere la coppia USD/TRY ai minimi di gennaio, a quota 2,1480/2,1500.
Oggi, lunedì, gli operatori si concentreranno su: vendite al dettaglio di febbraio m/m e a/a in Germania; PIL (definitivo) quarto trimestre t/t e a/a in Francia; indicatore predittivo KOF di marzo in Svizzera; vendite al dettaglio, inclusi carburanti m/m in Norvegia; credito al consumo netto, prestiti netti per abitazioni, approvazione di mutui, massa monetaria M4 m/m e a/a di febbraio nel Regno Unito; IPC (preliminare) primario a/a e stima IPC a/a di marzo nell’Eurozona; IPC (preliminare) m/m e a/a di marzo in Italia; PIL m/m e a/a di gennaio in Canada; indice PMI di Chicago, scorte all’ingrosso e revisioni delle vendite annuali di marzo, indice sull’attività manifatturiera di marzo della Fed di Dallas negli Stati Uniti.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd