Il dollaro USA ieri è salito bruscamente a Wall Street, sulla scia delle solide cifre riferite al settore immobiliare di marzo.
Le vendite di case esistenti sono aumentate di 5,33 milioni di unità, o del 5,1% m/m a marzo, superando l’aumento previsto, pari a 5,28 mln o al 3,9% m/m. La cifra riferita a febbraio è stata rivista al ribasso, dai 5,08 mld iniziali a 5,07 milioni. I tassi d’interesse bassi hanno costituito un incentivo per gli acquirenti, che si sono orientati di nuovo verso il mercato immobiliare dopo le deboli cifre di gennaio e febbraio.
Di conseguenza, la coppia EUR/USD è scesa da 1,1385 a 1,1290, stabilizzandosi intorno a quest’ultimo livello in vista della riunione odierna della BCE. Come peraltro il mercato, non ci aspettiamo una modifica della politica monetaria della BCE. Gli investitori, però, presteranno particolare attenzione alla reazione della banca centrale al recente rafforzamento della moneta unica. La banca esprimerà molto probabilmente anche la sua preoccupazione sulla questione Brexit. Come sempre nei giorni in cui si svolgono le riunioni della BCE, l’operatività sarà marginale e riprenderà ritmo durante la conferenza stampa che segue la decisione sul tasso.
Ieri, sul finire della seduta USA, il Petrolio Greggio è balzato ai massimi da 5 mesi dopo che le scorte USA sono risultate inferiori alle aspettative del mercato. Dai dati emerge che le scorte USA sono aumentate solo di 2.080 barili rispetto alla settimana precedente, meno dei 3.000 previsti. Il parametro internazionale, il greggio Brent, è salito a 46,13 USD al barile, livello massimo dalla fine dello scorso novembre. Analogamente, il West Texas Intermediate ha toccato i 44,48 USD al barile in Asia, in rialzo di 5,5 USD rispetto al minimo infragiornaliero.
Le materie prime hanno vissuto un’altra seduta di contrattazioni positive in Asia. L’Oro ha ripreso il suo rally, salendo dell’1,15% a Tokyo, raggiungendo i 1.258 dollari all’oncia. Il metallo giallo si sta avvicinando alla resistenza a 1.262,79 USD (massimo 12 aprile). Al ribasso, si osserva un supporto a 1.223,95 USD (minimo 14 aprile). L’oro si sta muovendo su livelli chiave e deve ancora confermare l’uscita dal canale di trend ribassista in atto da anni, ma resiste sopra le medie a 50 e 200 giorni. Anche l’Argento è stato sostenuto a Tokyo, è lievitato, infatti, del 2,88%, salendo da 12,96 a 17,46 USD.
Sul mercato dei cambi, nella notte l’USD è calato diffusamente, dopo il forte rialzo registrato mercoledì a Londra e New York. Il dollaro australiano ha recuperato quasi completamente le perdite di ieri, riportandosi sopra la soglia a 0,78 USD.
Ieri, sul finire della seduta europea, il franco svizzero ha subito un forte colpo perché gli investitori hanno liquidato gli asset ritenuti sicuri a favore di altri più rischiosi, perché stanno rientrando i timori di Brexit. L’EUR/CHF ha guadagnato lo 0,65%, portandosi a 1,0989, livello più alto dal 17 marzo, mentre l’USD/CHF ha violato la resistenza a 0,9688 (massimo 14 aprile), per poi consolidarsi sopra il livello a 0,97. La prossima resistenza si osserva a 0,9788 (massimo 25 marzo), mentre, al ribasso, il minimo del 19 aprile fungerà da supporto.
Oggi gli operatori monitoreranno la decisione sul tasso d’interesse della Riksbank; le vendite al dettaglio nel Regno Unito; la decisione sul tasso d’interesse della BCE nell’Eurozona; l’indice sull’attività nazionale della Fed di Chicago; le domande iniziali di disoccupazione, l’indice predittivo e quello sulle imprese della Fed di Philadelphia negli USA; le riserve di oro e valuta straniera in Russia.