Le borse asiatiche aprono la settimana in verde malgrado i deboli dati economici giapponesi. I dati preliminari hanno mostrato che il PIL giapponese è cresciuto al ritmo dello 0,3% nel IV trimestre a fronte dello 0,7% previsto. Questa lettura è pari all’1,0% su base trimestrale della crescita annuale, il che ben al di sotto del 2,8% previsto. Il deflatore del PIL è sceso da -0,3% a -0,4%. Per l’USD/JPY e per i cambi dello yen sono stati registrati scambi soft a Tokyo. L’USD/JPY per poco non è finito fino a 101,39, leggermente al di sotto della base giornaliera della nuvola di Ichimoku (101,53). Le offerte restano a 101,80/102,00, tenui stop sono osservati al di sopra. Gli indicatori tech sono piatti. Il MACD entrerà in zona verde per una chiusura giornaliera oltre 101,80. Sul fronte discendente sono osservabili tenui offerte sulla media mobile a 100 giorni (attualmente a 101,42), il supporto chiave resta a 100,76 (supporto di febbraio). L’EUR/JPY è rimasto ben offerto, oltre 139,00, sebbene si continui a osservare una certa resistenza sulla media mobile a 21 giorni (139,53). La propensione è al rialzo.
La produzione industriale negli Stati Uniti, resa nota venerdì, ha segnato un’inaspettata contrazione a gennaio dello 0,3%, mentre l'utilizzo della capacità è scesa dal 79,2% al 78,5%. I titoli azionari statunitensi hanno chiuso la settimana col segno positivo con la debolezza dei dati economici che richiede un ampio periodo di allentamento monetario. L’USD è stato scambiato più pacatamente a fronte delle altre valute del G10 e della maggior parte delle valute EM di stamane.
L’ampia debolezza dell’USD ha favorito l’EUR/USD nel suo processo di consolidamento della forza, oltre 1,3655/65 dell’area di approvvigionamento (MM a 21 giorni/38,2% di Fibonacci sul rally di novembre-dicembre). In Asia l’EUR/USD ha progredito di 1,3724, segnando un picco dallo scorso 24 gennaio. Offerte opzionali sono osservabili oltre 1,3750 suggerendo ulteriori guadagni verso livelli di massimo annuale a 1,3890/95.
La sterlina avvia la settimana. La rottura oltre 1,6795/1,6800 ha innescato un rally di stop a 1,6823 (il massimo da novembre 2009), a inizio di apertura asiatica. I dati Rightmove hanno messo in luce un’accelerazione dei prezzi degli immobili nel Regno Unito a febbraio, non corroborato dall’orientamento della BoE. La coppia si è posizionata sotto 1,6800 in apertura europea. Gli indicatori di tendenza e di momentum sono saldamente rialzisti. Offerte opzionali sono osservabili a 1.6755/75 e a 1,6800. Posizioniamo la resistenza tecnica chiave a 1,7043 (massimo agosto 2009).
L’AUD/USD ha aperto la settimana a 0,9057. Continuiamo a osservare una resistenza a 0,9080/0,9100 (61,8% di Fibonacci per ottobre 2013 – calo di gennaio 2014). Oggi l’AUD/NZD è miglio offerto a 1,0800. Lo slancio rialzista ha perso il ritmo ma continuiamo a mantenere il nostro target a 1,1050 (MM a 100 giorni/ top discendente annuale), fintanto che terrà il supporto della MM a 21 giorni (1,0738). Il NZD/USD resta offerto pre 0,8400, con stop osservabili oltre.
Oggi il calendario economico è molto leggero. Staremo a guardare il CPI EU Harmonized a/a greco e il saldo delle partite correnti italiane di dicembre.