Ripartono le operazioni all’insegna della propensione al rischio. Ieri, durante l’audizione semestrale al Congresso, il presidente della Fed Yellen ha detto di “aspettarsi grande continuità nell’approccio del FOMC alla politica monetaria” e ha aggiunto che il raggiungimento delle soglie fissate per disoccupazione e inflazione non si tradurrà in un aumento automatico del tasso. Janet Yellen è sembrata sufficientemente accomodante da innescare un rally della propensione al rischio. I rendimenti dei decennali americani sono saliti al 2,7314%, mentre l’USD ha ceduto terreno contro tutte le altre valute del G10, fatta eccezione per la SEK.
Il timido aumento dei rendimenti USA e il calo dell’USD hanno frenato l’USD/JPY a 102,68 dopo l’intervento di Yellen. Il MACD è entrato in zona rialzista e segnalerebbe un’ulteriore correzione al rialzo in caso di chiusura giornaliera superiore a 102,30. Le barriere per le opzioni in scadenza oggi si trovano prima di 103,00 e a 104,00. Gli ordini d’acquisto si susseguono sopra 102,00. L’EUR/JPY testa i livelli a 140,00/30. Ci attendiamo un’ulteriore ripresa in caso di chiusura superiore alla media mobile a 21 giorni (al momento a 139,89).
Ieri l’EUR/USD ha testato quota 1,3680/85 in scia al rafforzamento del momentum rialzista. La coppia non è riuscita a consolidare i guadagni sopra 1,3655/65 perché l’EUR è stato venduto bruscamente contro l’AUD dopo i dati cinesi. La coppia rimane agevolmente nella copertura della nuvola giornaliera (1,3594/1,3711) e s’intravedono supporti a 1,3595 e 1,3600.
In Cina, a gennaio è aumentato inaspettatamente il surplus commerciale, lievitato a 31,86 miliardi di USD dai 25,64 miliardi di USD di un mese fa. Le esportazioni sono salite al 10,6% rispetto al 4,3% precedente. I mercati azionari asiatici si sono mossi in territorio positivo; il Nikkei 225 guadagna lo 0,56%, l’Hang Seng l’1,50%, il Composite di Shanghai lo 0,30% (mentre scriviamo). L’AUD/USD ha compiuto un rally a 0,9067. S’intravedono offerte prima di 0,9080/0,9100 (61,8% di Fibonacci sul calo in atto da ottobre 2013 a gennaio 2014), sopra questi livelli si stanno formando gli stop. L’inclinazione è decisamente rialzista.
Oggi la BoE pubblicherà il suo rapporto trimestrale sull’inflazione e tutti gli occhi sono puntati sul governatore Carney. Siamo curiosi di sentire cos’avrà da dire Carney sulla traiettoria della forward guidance, ora che il tasso di disoccupazione britannico (al 7,1% a novembre) si sta avvicinando inaspettatamente al 7,0%, soglia che innescherebbe un restringimento della politica. È noto che Carney intende seguire la sua forward guidance per far sì che la ripresa economica metta il turbo. Detto questo, i mercati probabilmente continueranno a giocare contro Carney e a scommettere su un restringimento prima del previsto. La coppia GBP/USD ha compiuto un rally a 1,6487, dopo aver infranto la media mobile a 21 giorni (1,6446) in seguito all’intervento di Yellen. Assistiamo al venire meno del momentum ribassista. Si osservano ordini d’acquisto a 1,6380/1,6400, supporto della settimana in corso.
L’evento centrale di oggi è il rapporto trimestrale sull’inflazione della BoE. Il calendario economico prevede la pubblicazione dei seguenti dati: bilancia delle partite correnti di dicembre in Francia; transazioni immobiliari a/a di dicembre in Spagna; IPC m/m e a/a di gennaio in Svizzera; PIL quarto trimestre t/t in Norvegia; produzione industriale m/m e a/a di dicembre nell’Eurozona; richieste di mutui MBA aggiornate al 7 febbraio negli USA; indice Teranet/National Bank sui prezzi delle abitazioni m/m e a/a di gennaio in Canada e dichiarazione mensile sul budget di gennaio negli Stati Uniti.