Nel fine-settimana, il G20 ha deciso di adottare delle macrostrategie per far aumentare la crescita almeno del 2,0% nei prossimi cinque anni. Secondo il ministro delle Finanze canadese Flaherty, l’obiettivo del 2,0% è un’ambizione e non un obiettivo rigido. Ricordiamo che il G20 è a favore di un ritiro degli stimoli monetari e ha dichiarato che le economie sviluppate dovrebbero “normalizzarsi a tempo debito, in linea con il rafforzamento della crescita”. Tuttavia, dal vertice non è arrivato un impegno deciso in merito a un coordinamento delle banche centrali. Il governatore della BoJ Kuroda ha detto che il G20 dovrebbe comprendere gli sforzi del Giappone per far uscire il paese dalla deflazione e che questo sarebbe uno sviluppo positivo per la crescita globale.
I mercati azionari asiatici hanno avuto un inizio di settimana incerto. L’Hang Seng e il Composite di Shanghai cedono rispettivamente lo 0,88% e l’1,75% (mentre scriviamo), dopo che l’agenzia MNI ha riferito che la Banca Industriale cinese ha diminuito i prestiti alle società immobiliari. Le notizie hanno pesato sul complesso AUD, già indebolito dalla flessione dei prezzi del materiale di ferro della scorsa settimana. L’AUD/USD è sceso a 0,8938 a Sidney. Lo slancio degli indicatori di trend e momentum è sceso significativamente. La prima serie di supporti si trova in zona 0,8903/22 (medie mobili a 50 e 21 giorni, incluso anche il 23,6% di Fibonacci sul rally in atto da ottobre 2013 a gennaio 2014 a quota 0,8919). Se infranti, l’indicatore MACD (a 12-26 giorni) entrerebbe in territorio negativo, in caso di chiusura inferiore a 0,8890. L’AUD/NZD continua a trovare richieste sopra l’area 1,0780/1,0800.
Venerdì l’EUR/USD ha compiuto un rally fino a 1,3759, dopo che, negli USA, le vendite di case esistenti sono scese a un ritmo più veloce, pari al -5,1% nel mese di gennaio (rispetto al -4,1% previsto). La coppia ha aperto la settimana con buoni ordini d’acquisto dopo che, venerdì, a circa cinque minuti della chiusura di New York, Moody’s ha annunciato la revisione al rialzo, a Baa2 con outlook positivo, del giudizio sui bond governativi spagnoli. All’apertura dei mercati europei l’EUR/USD ha compiuto un rally fino a 1,3750. L’EUR/GBP ha aperto la settimana a 0,82590, sopra la media mobile a 21 giorni (0,82525). La nostra impostazione tattica di breve periodo diventa rialzista, per lo meno finché terrà la media mobile a 21 giorni. Sebbene gli indicatori di trend e momentum rimangano nettamente rialzisti per entrambe le coppie, le attese di una BCE accomodante (alla riunione del 6 marzo) frenano un attacco al rialzo del complesso EUR.
Le notizie della scorsa settimana, negative per la GBP, venerdì hanno fatto chiudere il cable sotto 1,6668 (massimo precedente). Poiché gli indicatori di trend e momentum stanno perdendo slancio, prevediamo una correzione al ribasso più marcata, a continuazione del pattern “minimi più bassi, massimi più bassi” in formazione dal picco di lunedì scorso a quota 1,6823. S’intravedono barriere riferite alle opzioni prima di 1,6675/1,6700.
Il dato sulle vendite al dettaglio, pubblicato venerdì in Canada, ha mostrato una contrazione più rapida del previsto, pari al -1,8% a dicembre (-1,4% escluse le automobili). Tuttavia, il miglioramento dell’IPC ha limitato le vendite sul complesso CAD. L’USD/CAD è sceso da 1,1194 perché si presume che la BoC adotterà una politica più equilibrata e non troppo accomodante. La scorsa settimana, il momentum ribassista ha subito un duro colpo. Una chiusura giornaliera superiore a 1,1175 spianerà la strada nuovi massimi.
Il calendario economico prevede la pubblicazione di: indice IFO su clima delle aziende, valutazione della situazione attuale e previsioni per febbraio in Germania; IPC m/m e a/a (finale) di gennaio nell’Eurozona; indice sull’attività nazionale di gennaio della Fed di Chicago e indice sull’attività manifatturiera di febbraio della Fed di Dallas negli Stati Uniti.